NY non dimentica la sua Odissea 2001

Di Lorenzo Albacete
10 Gennaio 2002
Ho aspettato che arrivasse il 2001 per più di 30 anni. Non ricordo di essermi mai spinto oltre pensando al futuro. Ci ho pensato 33 anni fa, nel 1968, per via del film di Kubrick 2001 Odissea nello spazio che ha esercitato su di me un grande fascino come amante della fantascienza, come giovane studioso d’ingegneria aerospaziale e come futuro teologo.

Ho aspettato che arrivasse il 2001 per più di 30 anni. Non ricordo di essermi mai spinto oltre pensando al futuro. Ci ho pensato 33 anni fa, nel 1968, per via del film di Kubrick 2001 Odissea nello spazio che ha esercitato su di me un grande fascino come amante della fantascienza, come giovane studioso d’ingegneria aerospaziale e come futuro teologo. Ora il 2001 è finito. E sarà strano pensarci come a qualcosa che appartiene al passato. D’altra parte, mi domando se il 2001 potrà mai dirsi davvero concluso per coloro che qui a New York hanno fatto un’esperienza ravvicinata dell’orrore dell’11 settembre. A Capodanno in televisione intervistavano le persone radunate in Times Square: tutte dicevano d’essere contente che il 2001 fosse finito, ma insieme di avere paura per quello che potrebbe portare il 2002. Guardo le celebrazioni di Times Square da sempre e nessuno, prima d’ora, aveva mai detto di temere l’anno nuovo.

Credo che il fantasma del 2001 si farà sentire a lungo. In città hanno inaugurato una “piattaforma d’osservazione” vicino al “ground zero”, dov’erano un tempo le Torri Gemelle.

Per tutta la giornata, cittadini e turisti provenienti da tutto il mondo sono rimasti in fila nel freddo pungente per salire su questa piattaforma e guardare la scena. Sapete cosa ricordava? Sembrava una scena di Odissea nello spazio, quando sulla luna viene riportato alla luce un immenso cratere intorno al misterioso monolite che nella storia di Kubrick segna sempre un passo in avanti nell’evoluzione dell’uomo (il monolite invia segnali radio alla volta di Giove, dove si mostra nuovamente alla fine del film, segnalando la comparsa del “bambino siderale”, un nuovo passo nell’evoluzione della razza umana). Il New York Times della settimana passata ha poi pubblicato un fotogramma del film che conferma la somiglianza col “ground zero”. Stanley Kubrick stava lavorando a un nuovo film di fantascienza prima di morire. Il progetto di questo film è stato completato da Stephen Spielberg, si tratta di AI, Intelligenza artificiale, uscito quest’anno. Una delle scene più inquietanti del film è quella che ritrae le Torri Gemelle. Lower Manhattan è quasi completamente sommersa e una delle due Torri è caduta sull’altra.

Immagino che il “bimbo siderale” non abbia potuto aiutare l’umanità. Adesso toccherà ai robot intelligenti che sembrano il nuovo stadio evolutivo indicato dal film. O alle creature extraterrestri provenienti da oltre Giove che compaiono al termine della pellicola. Naturalmente la storia non segue i copioni di Stanley Kubrick. Si tratta di semplici coincidenze che nota chi ha una mente bizzarra come la mia. Tuttavia nella vita reale l’anno 2001 ci ha lasciato una domanda sul futuro dell’umanità, sulla nostra capacità di distruggere e di creare. Spero che il 2002 mostri un passo nella giusta direzione.

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