Obama, dal Nobel per la pace alla «campagna globale di omicidi»

Di Leone Grotti
18 Ottobre 2015
Uno scoop di The Intercept mostra come la guerra "pacifica e incruenta" dei droni possa essere molto più ingiusta di quella tradizionale in stile Bush

obama-droni-intercept

Farebbe meglio a riportare di corsa a Oslo il Nobel per la pace, con tante scuse. La settimana horribilis di Barack Obama ha portato alla luce tre cose sul presidente degli Stati Uniti: ha nascosto sotto una cascata di belle parole sul pacifismo una feroce «campagna globale di omicidi»; con la scusa ufficiosa di dare un taglio alla politica guerrafondaia di Bush, e con l’obiettivo ufficiale di disimpegnarsi da due o tre teatri di guerra per dedicarsi alla politica interna e costruire la sua legacy, ha potenziato una guerra senza quartiere e senza alcun ricorso a «categorie morali», che ha portato all’uccisione di un gran numero di civili innocenti; assalito dalla realtà, infine, ha dovuto riconoscere che in alcuni casi l’impegno dell’esercito può garantire la pace meglio di mille discorsi sulla pace.

LO SCOOP. Giovedì 17 ottobre The Intercept, sito diretto dall’ex giornalista del Guardian Glenn Greenwald, ha pubblicato una serie di documenti segreti, fornitigli da una fonte dell’intelligence, che dimostrano come l’amministrazione Obama abbia potenziato pericolosamente il programma di uccisioni mirate con i droni in Yemen, Afghanistan e Somalia tra il 2011 e il 2013. La fonte, così come i giornalisti, accusa gli «architetti di questa campagna globale di omicidi di non sembrare preoccupati né dall’impatto, né dalle sue implicazioni morali».

BERSAGLI PER SBAGLIO. Come dimostrano i documenti riservati, le persone da uccidere con i droni vengono individuate sulla base di informazioni di intelligence poco solide, che consistono soprattutto in intercettazioni telefoniche, spesso inattendibili. Così, ad esempio, tra il gennaio 2012 e il febbraio 2013, nel nord dell’Afghanistan, i droni americani hanno ucciso più di 200 persone. Ma di queste, solo 35 erano veri obiettivi. Gli altri, chiamati ufficialmente Ekia (“nemico ucciso in azione”), erano in realtà civili o comunque persone colpite per sbaglio.

LA GUERRA PACIFICA. Questo modo di combattere una guerra è ottimo dal punto di vista della politica interna: i droni costano meno e sono senza pilota, quindi non causano vittime al popolo americano. Al limite, vengono abbattuti: ma distrutto un drone, se ne può costruire un altro, senza che gli elettori si lamentino. Non bisogna essere ingenui: la guerra uccide, in qualunque modo venga condotta, e quella al terrorismo è ancora più difficile. Ma la guerra incruenta e pacifica di Obama ha una controindicazione, come spiega la fonte che ha fornito i documenti e che lavora all’interno del programma: finisce per essere molto più ingiusta della guerra tradizionale, combattuta con i soldati sul terreno. «Così si emettono sentenze di morte senza neanche notificarle», senza neanche verificare se stai uccidendo la persona giusta o no, senza valutare «se può essere catturata», «su un campo di battaglia grande come il mondo: questo scandalosa esplosione di elenchi di ricercati è sempre stata sbagliata».

RITIRO RIMANDATO. Per fortuna, ci ha pensato la realtà a porre un freno alla utopistica campagna obamiana di disimpegno: davanti alla recrudescenza degli attacchi talebani in Afghanistan, il presidente americano ha deciso di fare un passo indietro rispetto al ritiro delle truppe Usa dal paese, più volte annunciato. Anche dopo il 2016, circa 5.000 soldati resteranno sul terreno, per impedire che il paese scivoli definitivamente nel caos: finora, è questo il contributo alla pace più grande che Obama abbia dato.

@LeoneGrotti

Foto Obama: Pete Souza

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4 commenti

  1. Raider

    Le fonti sono sempre le stesse, le opinioni riflettono un’idea ludica delle relazioni internazionali e della politica di potenza – “le armi dei nostri alleati sono più potenti e distruttive delle vostre”: così è più chiaro quale uso faranno gli iraniani del nucleare civile: e a che serve l’aiuto russo al cugino Assad e ai compari iraniani e ai loro fiduciari nell’area.
    Come hamas – be’, agenti del sionismo, secondo le sacre fonti cui il nazi-islamico attinge -: che ritiene giusto, doveroso e umano colpire di proposito i civili, con l’avallo – fra gli altri sommi vertici del sapere coranico – della massima autorità culturale islamica, l’Università al Azhar del Cairo: “Le operazioni di martirio” – le chiamano così – “contro qualsiasi israeliano, inclusi i bambini, le donne e i giovani, sono legittime dal punto di vista della legge islamica.” Era parso, infatti.

    ,huiniumuninimiuh,

  2. Fabio G

    hanno appena ritirato la portaerei USS Theodore Roosevelt dal Golfo Persico
    con 65 aerei impegnati nel bombardamento dell’ISIS.

    Che abbiano considerato già persa la loro partita in Siria e
    stiano per rafforzare le forze in Afganistan, per contrastare anche
    un afflusso di combattenti ISIS in fuga dalla Siria?

  3. Babbaluciu

    “La storia potrebbe stabilire che il “nuovo ordine mondiale” è iniziato il 28 di settembre, quando il Presidente russo Vladimir Putin e il Presidente degli USA Barack Obama hanno intrattenuto un faccia a faccia di 90 minuti all’ONU a New York.
    Senza essere fedeli alle dichiarazioni ufficiali – “produttivo” secondo la Casa Bianca, “teso” secondo una fonte vicina al Cremlino – i racconti degli eventi si sono accumulati molto velocemente.
    Putin ha fatto pressioni su Obama affinchè gli USA si uniscano alla Russia in una vera grande coalizione per distruggere l’ISIS/ISIL/Daesh. L’amministrazione Obama, ancora una volta, ha nicchiato. Ho spiegato dettagliatamente qui cosa è successo in seguito: una scossa tellurica che ha sparigliato le carte in tavola nel “Nuovo Grande Gioco” in Eurasia, proprio vicino al Mar Caspio, che ha colto la miriade di sigle dell’intelligence statunitense – per non menzionare il Pentagono – con la guardia completamente abbassata.
    Questo è stato il primo messaggio di Putin a Washington, e alla combo NATO/Pentagono in particolare: le vostre divertenti idee di posizionare armi tattiche nucleari e di estendere la difesa missilistica all’Europa dell’est, o addirittura alla zona dell’Asia Pacifica, sono solo un miraggio. I nostri missili sono in grado di fare davvero dei grossi danni e presto, come spiega questo pezzo, ci saranno nuovo missili ipersonici, ad alta precisione e lungo raggio da aggiungere all’arsenale.
    Le vecchie abitudini non sono dure a morire – restano in coma irreversibile. La risposta del Pentagono alle mosse del Mar Caspio è stata un lancio di rifornimenti di armi leggere ad “un selezionato gruppo di leader addestrati e alle loro unità” ovvero quei famosi ed inesistenti “ribelli moderati”. Le armi finiranno inevitabilmente nelle mani di jihadisti Salafiti in men che non si dica.
    Successivamente il governo Inglese è stato obbligato a smentire un “report” del Sunday Times voluto da Murdoch che diceva che i Tornado britannici in Siria sono stati armati con missili aria-aria per contrastare potenziali “attacchi aerei” russi.” (Fonte – Pepe Escobar)

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