Obama piange per le armi da fuoco, ma le sue “sparate” sono a salve

Di Redazione
08 Gennaio 2016
I maggiori controlli annunciati dal presidente Usa sono nella maggior parte dei casi già previsti. Il problema, al massimo, è farli rispettare sempre
President Barack Obama wipes away tears from his eyes as he speaks in the East Room of the White House in Washington, Tuesday, Jan. 5, 2016, about steps his administration is taking to reduce gun violence. Also on stage are stakeholders, and individuals whose lives have been impacted by the gun violence. (AP Photo/Carolyn Kaster)

Barack Obama ha inaugurato con un pianto e una decisione che farà discutere il paese il suo ultimo anno alla presidenza degli Stati Uniti. Scavalcando il Congresso, il 5 gennaio ha annunciato nuove azioni esecutive per aumentare i controlli sulla vendita delle armi da fuoco. Queste, ha detto, «fanno più di 30 mila vittime all’anno in America. Non possiamo più aspettare». Ecco perché Obama ha promesso, oltre a più verifiche sulla storia giudiziaria e sanitaria degli acquirenti, anche l’assunzione di 230 nuovi agenti esaminatori.

CAMBIERÀ POCO. Il tema è molto complesso e sentito negli Stati Uniti, visto che il secondo emendamento, quello sulla libertà di difesa, autorizza i cittadini americani a possedere armi. Come spiega un rapporto dell’Associated Press, però, gli annunci di Obama sono meno importanti di quanto sembrino visto che cambieranno poco dal punto di vista pratico.

CONTROLLI E LICENZE. Il presidente Usa si è scagliato contro i venditori di armi online, colpevoli di non controllare le persone a cui vendono pistole e fucili, tanto che «un pregiudicato può comprare su internet senza controlli». In realtà, spiega l’Ap, la legge prevede già che i venditori dotati di licenza federale controllino gli acquirenti, a prescindere dal mezzo usato per comprare le armi (negozio, internet, fiera). Anche quando la compravendita viene effettuata su internet tra privati di Stati diversi i venditori dotati di licenza devono intervenire. Un pregiudicato, inoltre, contrariamente a quanto dichiarato da Obama, non può comprare armi in nessun caso. Il problema è che la legge spesso viene evasa, ma per risolvere questo problema ribadire le regole non è sufficiente.

RAPIDA DENUNCIA. Anche quando Obama promette che «i fornitori di armi saranno obbligati a comunicare prontamente quando un’arma viene persa o rubata», resta volutamente sul vago. Oggi i fornitori sono già obbligati dalla legge a riportare un furto o smarrimento di arma entro un massimo di 48 ore. Il presidente non ha specificato se e quanto vuole ridurre questo periodo di avviso e come intende raggiungere un miglioramento in questo senso.

DEFINIZIONI VAGHE. Sul banco degli imputati sono stati messi soprattutto gli acquisti tramite internet. Obama, infatti, ha ripetuto più volte che «chiunque si trovi nel business della vendita di armi deve avere una licenza, sia che venda su internet o a una fiera». Questa definizione è vaga perché la legge permette ai privati di vendere occasionalmente armi appartenenti alla propria collezione, mentre richiede la licenza per chi è nel “business” della compravendita, ovvero chi lo fa «ripetutamente» per «trarne un profitto». La legge però non specifica quante armi bisogna vendere per essere considerati nel “business”. Neanche Obama l’ha fatto, salvo aggiungere che devono essere considerati venditori tutti coloro che lo fanno principalmente «per profitto».

DIRITTI COSTITUZIONALI. Infine, fa notare l’Ap, il presidente Usa punta sull’emotività per sostenere la sua decisione, affermando che «anche dopo la strage di San Bernardino (14 vittime, ndr) il Congresso si è rifiutato di rendere più difficile comprare armi semi automatiche a chi non può neanche salire su un aereo perché è sospettato di essere un terrorista». Come fa notare l’agenzia di stampa americana, è normale che sia più difficile impedire di comprare un’arma che impedire di salire su un aereo, perché nel primo caso si tratta di un diritto garantito dalla Costituzione, nel secondo no. Quello di Obama, dunque, rischia di essere un annuncio che fa molto bene alla sua immagine (e alla sua legacy) e poco al resto del paese.

Foto Ansa/Ap

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6 commenti

  1. Menelik

    Comunque non è solamente Obama, è che un po’ tutti gli Americani per le armi sono matti.
    Ma, scusate, se un cittadino qualunque può acquistare liberamente un fucile d’assalto di tipo militare che spara a raffica come un mitra, ed un caricatore da 30 pallottole, che cosa ci si aspetta di buono?
    Un’arma del genere ha uno ed un solo uso: ammazzare gente il più rapidamente possibile e tirando da lontano.
    NON è un’arma da difesa, ma da attacco e basta.
    Per la difesa privata si usano le pistole, che sono maneggevoli e adatte ad un tiro ravvicinato come serve nel 99,999999% dei casi di difesa personale.
    Poi per le abitazioni isolate come in campagna può essere utile un’arma da caccia o meglio una carabina a ripetizione NON AUTOMATICA, con cui ti puoi difendere sia da persone che da bestie grosse tirando con relativa precisione e a distanza utile.
    Per me chi entra in possesso di un fucile d’assalto, automatico e che tira a raffica, è un matto.
    Sarebbe come tenere delle bombe a mano a casa per “legittima difesa”….è un’assurdità, considerato il tipo di ordigno.
    Hai quel tipo di armi libere, è chiaro che finiscono anche nelle mani dei matti.
    Ed il ritorno sulla società è anche quello lì.

    1. Giannino Stoppani

      Certo che da una parte fa amaramente sorridere il proibizionismo sulle armi da parte degli antiproibizionisti sulla droga (che probabilmente fa anche più morti dei fucili d’assalto) e viceversa.
      Eh l’ideologia…

      1. Menelik

        Se è per quello, anche l’aborto libero e a totale discrezione di quella che dovrebbe essere la mamma ne uccide di più delle pallottole.
        Comunque penso che per avere fucili automatici di tipo militare in libera vendita dietro esibizione di un semplice documento d’identità, bisogna essere suonati nel cervello davvero, in quanto che, checché se ne dica, NON SONO ARMI DA DIFESA. Sono armi da attacco.
        Roba del genere dovrebbero potarla avere solo le forse dell’ordine (oltre che l’esercito, naturalmente), e non da portare a casa, ma solo da tenere nell’armeria della caserma.
        A casa solo la pistola.
        E per chi sta in luoghi isolati (contadini e montagnari) al massimo carabine non automatiche.
        Mi sembra una cosa molto logica.
        Sarebbe come avere l’eroina totalmente libera, e lamentarsi per la valanga di overdose.
        Verrebbe da dire: hai quello che hai seminato, né più né meno.

        1. Giannino Stoppani

          L’aborto libero fino al nono mese e perfino al momento della nascita non li ha mai fatti piangere il radical chic. Tutti i bambini non sono uguali.
          Sul discorso delle armi automatiche, hai parzialmente ragione.
          La distinzione tra arma d’attacco e arma da difesa però tecnicamente è opinabile.
          Secondo me la discriminante, piuttosto che il tipo d’arma dovrebbe essere la capacità tecnico-giuridica-sanitaria di chi la maneggia.
          Ciò perché classificare le armi è difficile persino per chi se ne intende, figuriamoci per i politici che non ne capiscono nulla.
          Ad esempio, secondo la norma vigente io posso detenere al massimo duecento cartucce calibro 22 LR da tiro a segno e fino a millecinquecento ben più micidiali cartucce di Kalashnikov demilitarizzato, ovvero a colpo singolo, perché si tratta di un’arma classificata da caccia.
          Armi da guerra, come il Garand, il Novantuno, l’SKS e il Nagant, sono anch’esse armi da caccia.
          Di che parliamo?

  2. Menelik

    Spero sia una diceria, o che se fosse vero, non ce la faccia.
    Perché sarebbe la più grande vittoria della jihad.

  3. mamifacciailpiacere

    Le sparate sulle armi in Usa (forse) sono a salve, le sue ca…te nel resto del mondo direi proprio di no.

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