
Obama si prenderà cura degli americani dalla culla alla tomba
Barack Obama ha fatto outing. Diventando così il primo presidente nella storia a prendere posizione pubblicamente a favore del matrimonio omosessuale. Di più, lo ha fatto in piena campagna elettorale facendo diventare il tema una bandiera del suo futuro mandato. Se il tabù dell’aborto era già stato infranto, quello dei diritti gay ancora non del tutto. Ora, però, dopo quattro anni di campagna gender l’opinione pubblica è pronta. E Obama lo sa: secondo gli ultimi sondaggi, infatti, molti Americani quattro anni fa contrari alle nozze gay sono ora disposti a farsene una ragione.
Finora la corsa presidenziale non aveva messo al centro i temi etici, se non indirettamente tramite alcune decisioni operative, come quella del presidente di vietare l’obiezione di coscienza alle istituzioni private, che ora dovranno pagare le spese contraccettive e abortive dei propri dipendenti. Tutta la retorica obamiana verteva da tempo altrove. Sulla questione economica. Evidentemente, però, il recupero nei sondaggi dello sfidante repubblicano Mitt Romney ha spinto il presidente agli estremi, per assicurarsi il voto dei liberal più radicali delusi. Obama ha deciso di giocare allo scoperto, ma solo in parte. C’è ancora qualcosa che appoggia senza dirlo a voce troppo alta. È un tema su cui la maggioranza dell’opinione pubblica deve ancora essere convinta. E per capire di che si tratta basta guardare “The life of Julia”, “La vita di Julia”, la storia animata di cui tutta America parla da una settimana. Julia è un cartone lanciato dallo staff di Obama per dire alle donne quanto la sua politica, al contrario di quella dello sfidante repubblicano, sia destinata a segnare positivamente la loro esistenza.
Tutto ha inizio quando la piccola ha tre anni. Julia frequenta l’asilo che la preparerà per la scuola grazie ai fondi statali che il governo democratico riserverà ai programmi dell’infanzia. Al contrario di quanto previsto da Romney, che invece non ha fissato un budget sufficiente per pagare la scuola materna a tutta l’America. Obama, poi, promette alla ormai diciassettenne Julia il pagamento dei migliori corsi liceali, cosa che il repubblicano non fa, «preferendo non tassare i milionari». Naturalmente durante gli anni dell’università alla ragazza sono garantite cure gratuite e borse di studio. A 27 Julia «potrà concentrarsi sul suo lavoro» grazie «alla copertura del programma di controllo delle nascite e contraccettiva» prevista dalla futura amministrazione democratica. Mentre i repubblicani lascerebbero «il destino delle donne in mano ai loro datori di lavoro». Julia a 31 anni «decide di avere una figlia». E anche qui tutte le coperture sanitarie del caso sono gratuite. Non importa se Julia costa di più, probabilmente perché sola e senza partner. La bimba, infatti, è sempre rappresentata come fosse un’orfana. Non esiste famiglia che la sostenga, non esiste partner con cui ha concepito il figlio. D’altronde a che serve se c’è lo Stato a farne le veci? Ovviamente, poi, quando Julia diventa mamma, siccome è sola, deve continuare a lavorare. Ma neppure questo conta, perché al figlio ci penserà la scuola pubblica, «che sarà la migliore», visto quanto «l’amministrazione di Obama investirà in essa». Insomma, la mamma non dovrà preoccuparsi nemmeno di crescere suo figlio. Così Julia potrà continuare a essere produttiva e lavorare fino a 67 anni.
Che cosa succederà poi alla donna non è dato sapere. La vita di Julia per lo Stato va solo dai 3 ai 67 anni. Età in cui la donna ha a che fare con esso. E prima? E dopo? E quando non è produttiva, chi si occupa di Julia? Chi tutelerà i suoi diritti? Non si sa. Ma chissà, se sarà rieletto forse tra quattro anni Obama avrà convinto gli americani. E allora potrà fare un nuovo outing.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!