
«Obbligo del Pos anche a chi non serve. Perché? Per fare un favorino alle banche». E uno al fisco

Il 95 per cento dei commercianti, dei liberi professionisti e delle aziende è già dotato del Pos, la macchinetta per pagare con carta di debito, bancomat o prepagata. Eppure, il governo ha voluto renderlo obbligatorio per chiunque. Anche per chi non ne ha affatto bisogno, per le più svariate ragioni, come, per esempio, l’ambulante o il notaio. Categorie che ora dovranno adeguarsi, sborsando fino a 1.700 euro e più l’anno. Ma se per il notaio ciò non dovrebbe rappresentare una tragedia, così potrebbe non essere per l’ambulante o altri piccoli esercizi commerciali. A spiegare a tempi.it cosa comporta l’obbligo del Pos è Paolo Ferrè, incaricato accredito e finanza di Confcommercio nelle città e provincie di Milano, Lodi e Monza e Brianza. Secondo Ferrè, che nella vita gestisce una società di servizi alle imprese e non ha ancora adottato il Pos, si può tranquillamente parlare di «ingiustizia». Non per «timore» nei confronti della tecnologia e delle possibilità che essa offre, ma perché siamo di fronte a una misura che «penalizza solo alcuni». Oltretutto, per fare «un favorino alle banche». E uno al fisco.
Ferrè, perché è un’ingiustizia obbligare commercianti, professionisti e aziende ad adottare il Pos?
Ci sono pro e contro. Ma per prima cosa dobbiamo dire che la norma si fonda oggettivamente su un presupposto scorretto. Non prevede, infatti, nessun tipo di sanzione per chi non si adegua e ciò induce molti a pensare: “Allora ci penserò più avanti, finché non sono sanzionato non lo faccio”. Tutto ciò a discapito di chi, invece, si è già adeguato.
Ma quanti sono i soggetti che dovranno dotarsi del Pos?
A noi risulta che almeno il 90 per cento ne sia già in possesso, secondo me addirittura il 95 per cento. Del resto, provi a fare un giro per negozi e mi dica lei in quanti non hanno uno strumento per consentire il pagamento tramite carte di debito, bancomat o prepagate. Forse dovranno dotarsene soprattutto quei venditori ambulanti che ancora non l’hanno adottato. Ma anche se va al mercato, si renderà conto da sé che, ormai, sono già molti i venditori che ce ne hanno uno.
Qual è il problema, dunque?
Il problema è che installare e utilizzare il Pos prevede costi che non tutti possono tranquillamente permettersi in tempo di crisi. A maggior ragione quando si tratta di dover installare uno strumento che, in realtà, corre il rischio di non poter essere utilizzato. Non dimentichiamo, infatti, che, commissioni bancarie a parte, si tratta di uno strumento che per funzionare necessita di una linea e un abbonamento telefonici. Che, per chi è un ambulante, significa dover adottare una linea telefonica mobile, con il rischio di non poter utilizzarlo qualora non ci dovesse essere campo. E, magari, anche di perdere clienti. Almeno il governo si attivi per cablare quelle zone d’Italia che ancora sono scoperte.
Chi altri non ha il Pos e sarà obbligato a installarlo?
I professionisti, come, per esempio, gli avvocati, i commercialisti o i notai. Prendiamo quest’ultimo caso: un notaio, solitamente, non effettua pagamenti inferiori alle centinaia di euro. Difficile che qualcuno debba pagare con carta di debito (bancomat o prepagata). Non si capisce perché obbligare anche queste categorie a doversi dotare del Pos.
Poi ci sono i tabaccai, gli edicolanti e i benzinai, per i quali adottare il Pos potrebbe indubbiamente rappresentare un vantaggio, contribuendo a ridurre la moneta cartacea circolante e quindi anche il rischio delle rapine. Peccato, però, che stiamo parlando di particolari categorie che fanno affidamento su margini irrisori, dovendo corrispondere ingenti percentuali dei loro guadagni allo Stato. Sobbarcargli anche il costo delle transazioni sarebbe l’ennesimo balzello cui vengono regolarmente sottoposti.
Ma allora perché tutta questa necessità di voler introdurre il Pos obbligatorio?
Sicuramente si vuole rafforzare la tracciabilità dei pagamenti, per provare a scovare eventuali sacche di evasione totale o giri d’affari non dichiarati al fisco. E poi, anche se “a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina”, non si può non leggere tra le righe l’ennesimo favorino fatto alle banche, che ci guadagnano il 2-3 per cento minimo sulle transazioni.
Articoli correlati
18 commenti
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
… senza dimenticare che molti professionisti lamentano insolvenza da parte dei clienti. Se, al momento di lasciare lo Studio, il cliente venisse fatto accomodare davanti alla macchinetta per pagare la fattura, il problema non esisterebbe più.
Al mercato, non so tu quanto possa frequentare quel luogo, il pos non esiste e soprattutto credo che ci sia un’ evasione altissima visto che ancora lo scontrino è a richiesta. Non ho capito in forza di quale legge il dipendente debba dare metà dello stipendio in tasse e il furbo intascare. Fate una proposta intelligente invece che chi si mette in regola con il pos o già lo è paghi solo la linea. Punto e basta.
Il dipendente quando non ha scelta.
Quando è cliente in nero diventa evasore pure lui.
Il fatto è che le tasse nel nostro amato Paese sono ESOSE.
Einaudi, il grande economista, diceva che il cittadino che viene tassato oltre un terzo dei suoi guadagni ha diritto ad evadere.
Questa dello scontrino a richiesta è la prima volta che la sento. Quando compro un po’ di frutta e/o di verdura al mercato lo scontrino me lo danno sempre.
Non mi dirai che non hai mai sentito parlate di idraulici, dentisti, parrucchieri, ristoratori, tassisti e poter continuare che ti dicono se vuoi la ricevuta il prezzo aumenta?
L’IVA esiste dal 1974 (o giù di lì) e gli italiani non hanno ancora capito un cappero di come funziona.
Se il povero idraulico (non ne conosco manco uno con la villa alle Caiman!) non ti fa la fattura in sostanza omette di fare l’esattore per conto dell’Erario, e l’evasore, in prima istanza, sei proprio tu.
Il problema è che non dovrebbero esserci due prezzi, con o senza ricevuta. Il prezzo deve essere uno comprensivo di iva. E credimi agli idraulici che “ufficialmente” guadagnano meno di un impiegato non ci crede nessuno tranne i polli.
In un certo senso lo diceva anche Trilussa che le statistiche sono roba da polli. Specialmente quelle fatte uscire a orologeria da quei simpaticoni dei dirigenti dell’agenzia delle entrate (i dipendenti, in genere, sono comprensivi e cercano di aiutare il tartassato di turno).
Giusto comunque precisare che l’imprenditore il quale non emette fattura o ricevuta fiscale praticando al cliente il prezzo comprensivo dell’IVA tecnicamente è un ladro, visto che si appropria dell”IVA pagata dal cliente suddetto.
In ogni caso è bene ricordare agli italiani che l’IVA non grava sull’imprenditore, ma sul consumatore finale, dunque, se costui accetta il nero, l’evasore (in prima istanza) è lui.
Il problema è che le aliquote sono troppo alte e spingono all’evasione.
L’IVA al tre per cento non la pagherebbero solo i delinquenti incalliti.
Siamo più precisi, se a fronte di un conto da 100 euro di un idraulico (conto che per semplicità supponiamo sia di sola mano d’opera) e che IVA compresa vale 121 euro, noi accettiamo di pagare 100 in nero, stiamo evitando noi di pagare 21 euro allo stato (quindi l’idraulico in teoria ci fa risparmiare/evadere l’IVA, essendo un mero “esattore”), e stiamo facendo risparmiare all’idraulico almeno altrettanto (ad essere ottimisti) in quanto quei 100 euro che lui incassa sono in nero e quindi su quelli lui non paga le tasse, ovvero altri 21 euro. Se noi utenti finali avessimo delle detrazioni (un po’ come succede per le spese mediche) del 19% la differenza con il 21% di IVA sarebbe così piccola da disincentivare il pagamento in nero, e questo obbligherebbe l’idraulico (ma anche il professionista) a dichiarare il vero. In tutto questo l’uso del POS aiuta, ma soprattutto aiuterebbe l’obbligo di pagare con strumenti elettronici o assegni (quindi non in contante) tutto ciò che costa più di 100 euro con multa se uno aggira il divieto
E il regalino al fisco quale sarebbe? Le tasse dovute che spesso gli esercenti evadono?
Secondo te non si pagano tasse per avere in tasca un bancomat o una carta di credito?
nel mio conto in banca (on line) bancomat e carta di credito sono gratuite. E’ vero che non mi dà interessi, ma non avendo risparmi mi va bene così
Stavo parlando di tasse.
Una è quella che grava sugli interessi dei conti correnti, che il nostro solerte governo ha appena portato dal 20 al 26%.
Un’altra è quella cosiddetta di bollo sui conti correnti e sui depositi bancari.
Credevi di non pagare, ma ti sei sbagliato.
ti sbagli, non pago il bollo sul mio conto corrente, lo assorbe la mia banca perchè accedito lo stipendio. E per quanto riguarda gli interessi, il 26% di 0 continua ad essere 0
Le strategie di marketing della tua cavolo di banca non c’entrano una benemerita mazza col fatto che tali imposte siano vigenti.
Le banche, inoltre, notoriamente non sono enti benefici, e se pagano il bollo al posto tuo stai pur tranquillo che stanno spalmandoti la vaselina da un’altra parte.
Quando sentirai frizzare sarà troppo tardi.
la solita classe alla Giamburrasca. Il vantaggio della banca è che facendomi accreditare lo stipendio e spendendolo (ahimè …) durante il mese garantisco loro in media metà stipendio sul conto corrente senza avere in cambio nessun interesse (infatti il conto è ad interessi zero). Tutto qui. Avendolo ormai da diversi anni, non temo sorprese
E il bello è che ti sembra pure di fare un affare.
Le banche mi stanno antipatiche, ma questo sport nazionale dello sputtanamento continuo degli istituti di credito – le cui sofferenze sono in aumento, data l’incapacità delle imprese italiane di rilanciarsi per far fronte alla crisi – mi sembra eccessivo. Forse non tutti hanno capito che senza banche un sistema economico non esisterebbe e che le stesse banche sono imprese. Ritengo giusto esentare gli ambulanti, ma se il 95% dei commercianti già lo usa di cosa stiamo parlando?