Contenuto riservato agli abbonati

Occupazioni pro Palestina in università. Non è un nuovo Sessantotto

Di Caterina Giojelli
08 Luglio 2024
Parla il prof. Lancellotti (New York): «Le rivolte sono partite negli atenei dell’élite, ma sono già finite. Questo idealismo astratto non genera alcun cambiamento»
Occupazioni e Proteste davanti alla George Washington University a Washington, Stati Uniti, 6 maggio 2024
Proteste davanti alla George Washington University a Washington, Stati Uniti, 6 maggio 2024 (foto Ansa)

Le immagini degli attivisti della Ivy League, armati di caramelle gommose alla melatonina, pane senza glutine e braccialetti dell’amicizia, accampati nel prato della Columbia per opporsi alla «violenta entità dei coloni sionisti» hanno fatto il giro del mondo. Così come quelle degli agenti che facevano irruzione nella Hamilton Hall, arrestando e caricando sulle camionette un centinaio di manifestanti.

Abbiamo visto, poche ore dopo l’eccidio del 7 ottobre, i rappresentanti di 31 associazioni studentesche di Harvard proclamare: «Riteniamo il regime israeliano interamente responsabile di tutta la violenza in corso». E, diverse settimane dopo, studenti atei e gender fluid dal Massachusetts alla California pregare in ginocchio verso la Mecca unendosi ai compagni islamici. Abbiamo visto i violenti scontri tra manifestanti pro Palestina e pro Israele dell’Ucla e le proteste studentesche agitare il paese più del processo a Trump – o almeno questo si evince...

Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno

Articoli correlati