«Ok i blitz, ma con una tassazione sopra il 50% quando l’evasione diventa resistenza?»

Di Carlo Candiani
01 Febbraio 2012
Intervista a Mauro Toffetti, presidente di Confesercenti, in seguito al secondo blitz fiscale della Finanza a Milano: «Posto che chi non fa gli scontrini sbaglia sempre e comunque, la pressione fiscale arriva al 50% e forse oltre. Mi chiedo: è etica?».

Sabato 28 gennaio la Milano della movida è stata teatro di un altro blitz della Guardia di Finanza. Gli esercizi commerciali sono stati messi sotto torchio in “stile Cortina”, con lo stesso risultato: il volume del fatturato documentato è aumentato del 44 per cento. «Innanzitutto, fuori da qualsiasi altro contesto, dobbiamo dire che chi non batte lo scontrino fiscale sbaglia. Sbaglia sempre e comunque» esordisce a tempi.it Mauro Toffetti, presidente di Confesercenti. «In seconda battuta noi ci sentiamo liberi di stigmatizzare l’azione “mediatica” della Guardia di Finanza, anche perché alla fine risulta che il 70 per cento degli esercizi commerciali, come si evince dalle ultime elaborazioni, è in regola con le emissioni degli scontrini fiscali e siamo quindi alla presenza di un 30 per cento che, ripeto, sta sbagliando e le categorie dovrebbero prendere posizione su questo fenomeno».

Come giudica quindi questi blitz che fanno emergere l’evasione, se pur minoritaria?
In modo positivo, ma non dimentichiamo che in passato, parlando di Milano, c’è stata una certa tolleranza. Ad esempio verso la fiera degli “obei obei”, dove abbiamo registrato una gestione tollerante da parte delle amministrazioni, da parte di chi controlla, quindi anche la finanza, di tutta una serie di esercizi abusivi. Abusivi tollerati, quando il saldo negativo del commercio negli ultimi cinque anni a livello nazionale è di meno 101 mila aziende.

Effettivamente i piccoli commercianti sono quelli che soffrono di più.
Se vuole un dato, il fatturato di tutto il mondo del commercio è in calo del 21 per cento a fronte della crescita del 4 per cento della grande distribuzione.

In questi giorni l’Agenzia delle entrate è stata invitata a compiere “blitz fiscali” anche al sud. Non rischia di essere un blitz un po’ telefonato?
Sicuramente si organizzeranno per l’evento. Io però non voglio prendere posizione nella polemica nord-sud, posso solo dire che c’è una pressione fiscale che è al 43,5 per cento a livello nominale, che arriva al 50 per cento e forse oltre. Insomma, non è sbagliato il lavoro dell’Agenzia delle entrate, ma probabilmente dobbiamo rivolgerci al nostro legislatore e domandare: è etica una pressione fiscale sopra il 35 per cento, sopra il 40 per cento, sopra il 50 per cento? Quando l’evasione inizia a diventare resistenza?

Quali iniziative state prendendo?
Noi di fronte ai governi e alle amministrazioni locali abbiamo sempre denunciato la realtà dei 64 mila balzelli. Abbiamo sempre detto che una regolazione e semplificazione delle tasse sarebbe un’occasione di grande sviluppo. E poi bisognerebbe dare la possibilità di scaricare degli acquisti secondo il proprio fabbisogno e business. Oggi abbiamo delle tassazioni che ci ingessano: non possiamo scaricare l’Iva, lavoriamo in macchina dalla mattina alla sera ma non abbiamo uno sconto carburanti, non possiamo scaricare il costo degli abiti di lavoro. Allora, mettiamo in conflitto interessi diversi e vedrete che, come accade con la verifica degli scontrini, il gettito aumenterà dappertutto.

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