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Un paio di mesi fa Simonetta Matone, un magistrato che ha speso la vita per la tutela dei diritti, soprattutto dei più deboli e dei minori, riceve dalla Sapienza l’incarico di consigliera di fiducia dell’ateneo: in base al Codice di condotta nella lotta contro le molestie sessuali del gennaio 2021, questa figura fornisce consulenza e assistenza alle vittime. Le associazioni di area Lgbt chiedono pubblicamente il ritiro della nomina perché la Matone sarebbe «nota da sempre per le posizioni omofobe». Unica prova di tale crimine è la sua firma – fra circa 400 di giudici, avvocati, docenti – all’appello del gennaio 2016 del Centro studi Livatino, che era critico verso l’allora ddl Cirinnà, poi diventato legge nel maggio successivo.
Più o meno negli stessi giorni giunge il libreria un volume scritto a più mani con amici del Centro studi, da me curato, di commento al ddl Zan: il ddl, approvato alla Camera nell’autunno 2020, è attualmente all’es...
   
  
        
        
            
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