Oggi inizia la discussione sulla legge anti-omofobia. Nota alla luce del Magistero

Di Giancarlo Cerrelli
10 Settembre 2013
Oltre al fatto che ormai è chiaro che questa proposta mira a introdurre le nozze gay, è utile rileggere alcune indicazioni contenute in una lettera di Ratzinger del 1992

omofobia-tempi-taz-e-baoGiancarlo Cerrelli, autore di questo articolo, è vicepresidente dei Giuristi cattolici

L’11 settembre (data emblematica) inizierà alla Camera dei Deputati la discussione sulla proposta di legge Scalfarotto-Leone, avente ad oggetto: Modifiche alla legge 13 ottobre 1975, n. 654, e al decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205, per il contrasto dell’omofobia e della transfobia.

Tale proposta di legge, com’è noto, non è altro che l’estensione della legge Mancino – che prevede forti sanzioni penali di tipo detentivo e accessorio a chi diffonde, incita a commettere, o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi e che vieta, tra l’altro, ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per i motivi suddetti, – alla quale si è pensato di aggiungere altre due “categorie protette”: quelle afferenti all’omofobia e alla transofobia.

Tali termini hanno un’accezione incerta e comunque non prevista dal nostro ordinamento giuridico, il cui contenuto sarà determinato e non solo interpretato, dall’applicazione giurisprudenziale, con evidenti rischi di pronunce radicalmente difformi, a causa del significato discrezionale che di volta in volta l’autorità giudiziaria darà a tali termini.

Nonostante queste controindicazioni non si può non rilevare che una parte di cattolici sembra essere favorevole all’approvazione di questa proposta di legge, mitigata, tuttavia, dall’inserimento di qualche emendamento, che salvaguardi la libertà di opinione e di espressione.

omofobia-copertina-espressoEmergono, però, due dati importanti, che non possono essere trascurati da chi ha a cuore il bene comune e che fanno comprendere, che questa proposta di legge è del tutto dannosa e inopportuna per la convivenza sociale.

Il primo dato prende atto del progetto, che è sotteso all’approvazione della legge anti-omofobia e che ha di mira – per mezzo di fasi ormai ben chiare – il mutamento della struttura  sociale in un modo del tutto artificiale, che prevede, tra l’altro, l’abolizione dal nostro ordinamento giuridico dei termini padre, madre, marito e moglie, com’è già avvenuto ad esempio in Spagna e in Francia e di cui anche in Italia si avvertono i segnali.

Ho sostenuto tempo fa, a tal proposito, che la legge anti-omofobia sarebbe stata il primo step per giungere al matrimonio omosessuale.  Questa tesi è stata qualche giorno fa confermata, di fatto, dal relatore e ispiratore della legge, on. Ivan Scalfarotto. da L’Espresso scorso 26 agosto, Scalfarotto rivela che il dibattito sulla legge anti-omofobia «precede quello sui matrimoni gay, o sulle unioni». Perché tra queste due fattispecie – normativa sull’omofobia e introduzione del matrimonio omosessuale – «l’una viene logicamente prima dell’altra».

Le affermazioni di Scalfarotto, dunque, dissipano qualsiasi dubbio buonista sul fine della legge anti-omofobia, che, invece, ha un chiaro obbiettivo, che è quello di porre le basi pedagogiche e rieducative per decostruire i pilastri della convivenza sociale.

L’altro aspetto, assolutamente di primo piano, afferisce, invece, all’erronea convinzione di molti cattolici, che ritengono che il Magistero della Chiesa Cattolica non si sia ancora espresso sul contenuto della legge anti-omofobia e che, pertanto, sia indifferente per un cattolico assumere una posizione a favore, o contro la legge.

Le cose, invero, non stanno affatto così.

Il 23 luglio 1992, infatti, la Congregazione per la Dottrina della Fede presieduta dall’allora card. Joseph Ratzinger ha pubblicato – a integrazione della Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali del 1986, a cura del medesimo Dicastero – talune indicazioni applicative dal titolo: Alcune considerazioni concernenti la risposta a proposte di legge sulla non discriminazione delle persone omosessuali.

La Congregazione in tale importante e cogente documento afferma tre principi essenziali: a) che non esiste un diritto all’omosessualità; b) che non si può trattare l’omosessualità alla stregua di una questione razziale; c) che la condizione omosessuale non può essere la base di diritti.

Invito a leggere integralmente il documento che ritengo illuminante e pregno d’indicazioni dottrinali e applicative utili a tutti i cattolici e, tra questi, in special modo a quelli che si ritengono adulti.

Trascrivo, di seguito le parti del documento della Congregazione per la Dottrina della Fede, del 1992 che ritengo più rilevanti e utili per il dibattito in corso.

Certamente tale documento non è scaduto, come ad esempio scade il cibo e come qualcuno potrebbe eccepire, ma è parte integrante del Magistero della Chiesa, al quale bisogna dare pieno ossequio, perché vincolante su questioni di fede e di morale per un fedele cattolico:

4. Con riferimento al movimento degli omosessuali, la Lettera afferma: «Una delle tattiche usate è quella di affermare, con toni di protesta, che qualsiasi critica o riserva nei confronti delle persone omosessuali, delle loro attività e del loro stile di vita, è semplicemente una forma di ingiusta discriminazione» (n. 9).

5. «È pertanto in atto in alcune nazioni un vero e proprio tentativo di manipolare la Chiesa conquistandosi il sostegno, spesso in buona fede, dei suoi Pastori, nello sforzo volto a cambiare le norme della legislazione civile. Il fine di tale azione è conformare questa legislazione alla concezione propria di questi gruppi di pressione, secondo cui omosessualità è almeno una realtà perfettamente innocua, se non totalmente buona. Benché la pratica dell’omosessualità stia minacciando seriamente la vita e il benessere di un gran numero di persone, i fautori di questa tendenza non desistono dalla loro azione e rifiutano di prendere in considerazione le proporzioni del rischio, che vi è implicato» (n. 9

7. …la doverosa reazione alle ingiustizie commesse contro le persone omosessuali non può portare in nessun modo all’affermazione che la condizione omosessuale non sia disordinata. Quando tale affermazione viene accolta e di conseguenza l’attività omosessuale è accettata come buona, oppure quando viene introdotta una legislazione civile per proteggere un comportamento al quale nessuno può rivendicare un qualsiasi diritto, né la chiesa né la società nel suo complesso dovrebbero poi sorprendersi se anche altre opinioni e pratiche distorte guadagnano terreno e se i comportamenti irrazionali e violenti aumentano» (n. 10).

8. «Dev’essere comunque evitata la presunzione infondata e umiliante che il comportamento omosessuale delle persone omosessuali sia sempre e totalmente soggetto a coazione e pertanto senza colpa. In realtà anche nelle persone con tendenza omosessuale dev’essere riconosciuta quella libertà fondamentale che caratterizza la persona umana e le conferisce la sua particolare dignità» (n. 11).

9. «Nel valutare eventuali progetti legislativi, si dovrà porre in primo piano l’impegno a difendere e promuovere la vita della famiglia» (n. 17).

10. La «tendenza sessuale» non costituisce una qualità paragonabile alla razza, all’origine etnica, ecc. rispetto alla non discriminazione. Diversamente da queste, la tendenza omosessuale è un disordine oggettivo (cf. Lettera, n. 3) e richiama una preoccupazione morale.

11. Vi sono ambiti nei quali non è ingiusta discriminazione tener conto della tendenza sessuale: per esempio, nella collocazione di bambini per adozione o affido, nell’assunzione di insegnanti o allenatori di atletica, e nel servizio militare.

12. Le persone omosessuali, in quanto persone umane, hanno gli stessi diritti di tutte le altre persone incluso il diritto di non essere trattate in una maniera che offende la loro dignità personale (cf. n. 10). Fra gli altri diritti, tutte le persone hanno il diritto al lavoro, all’abitazione, ecc. Nondimeno questi diritti non sono assoluti. Essi possono essere legittimamente limitati a motivo di un comportamento esterno obiettivamente disordinato. Ciò è talvolta non solo lecito ma obbligatorio, e inoltre si imporrà non solo nel caso di comportamento colpevole ma anche nel caso di azioni di persone fisicamente o mentalmente malate. Così è accettato che lo stato possa restringere l’esercizio di diritti, per esempio, nel caso di persone contagiose o mentalmente malate, allo scopo di proteggere il bene comune.

13. Includere la «tendenza omosessuale» fra le considerazioni sulla base delle quali è illegale discriminare può facilmente portare a ritenere l’omosessualità quale fonte positiva di diritti umani, ad esempio, in riferimento alla cosiddetta «affirmative action» o trattamento preferenziale nelle pratiche di assunzione. Ciò è tanto più deleterio dal momento che non vi è un diritto all’omosessualità (cf n. 10) che pertanto non dovrebbe costituire la base per rivendicazioni giudiziali. Il passaggio dal riconoscimento dell’omosessualità come fattore in base al quale è illegale discriminare può portare facilmente, se non automaticamente, alla protezione legislativa e alla promozione dell’omosessualità. L’omosessualità di una persona sarebbe invocata in opposizione a un asserita discriminazione e così l’esercizio dei diritti sarebbe difeso precisamente attraverso l’affermazione della condizione omosessuale invece che nei termini di una violazione di diritti umani fondamentali.

14. La «tendenza sessuale» di una persona non è paragonabile alla razza, al sesso, all’età, ecc. anche per un’altra ragione che merita attenzione, oltre quella sopramenzionata. La tendenza sessuale di un individuo non è in genere nota ad altri a meno che egli identifichi pubblicamente se stesso come avente questa tendenza o almeno qualche comportamento esterno lo manifesti. Di regola, la maggioranza delle persone a tendenza omosessuale che cercano di condurre una vita casta non rende pubblica la sua tendenza sessuale. Di conseguenza il problema della discriminazione in termini di impiego, alloggio, ecc. normalmente non si pone.

Le persone omosessuali che dichiarano la loro omosessualità sono in genere proprio quelle che ritengono il comportamento o lo stile di vita omosessuale essere «indifferente o addirittura buono» (cf. n. 3), e quindi degno di approvazione pubblica. È all’interno di questo gruppo di persone che si possono trovare più facilmente coloro che cercano dì «manipolare la Chiesa conquistandosi il sostegno, spesso in buona fede, dei suoi Pastori, nello sforzo volto a cambiare le norme della legislazione civile» (cf n. 9), coloro che usano la tattica di affermare con toni di protesta che «qualsiasi critica o riserva nei confronti delle persone omosessuali…è semplicemente una forma di ingiusta discriminazione» (cf. n. 9).

Inoltre, vi è il pericolo che una legislazione che faccia dell’omosessualità una base per avere dei diritti possa di fatto incoraggiare una persona con tendenza omosessuale a dichiarare la sua omosessualità o addirittura a cercare un partner allo scopo di sfruttare le disposizioni della legge.

15. Dal momento che nella valutazione di una proposta di legislazione la massima cura dovrebbe essere data alla responsabilità di difendere e di promuovere la vita della famiglia (cf. n. 17), grande attenzione dovrebbe essere prestata ai singoli provvedimenti degli interventi proposti. Come influenzeranno l’adozione o l’affido? Costituiranno una difesa degli atti omosessuali, pubblici o privati? Conferiranno uno stato equivalente a quello di una famiglia a unioni omosessuali, per esempio, a riguardo dell’edilizia pubblica o dando al partner omosessuale vantaggi contrattuali che potrebbero includere elementi come partecipazione della «famiglia» nelle indennità di salute prestate a chi lavora (cf. n. 9)?

16. Infine, laddove una questione di bene comune è in gioco, non è opportuno che le Autorità ecclesiali sostengano o rimangano neutrali davanti a una legislazione negativa anche se concede delle eccezioni alle organizzazioni e alle istituzioni della Chiesa. La Chiesa ha la responsabilità di promuovere la vita della famiglia e la moralità pubblica dell’intera società civile sulla base dei valori morali fondamentali, e non solo di proteggere se stessa dalle conseguenze di leggi perniciose (cf. n. 17).

A questo punto non servono molte parole per comprendere che la legge anti-omofobia che da domani verrà discussa in Parlamento è inaccettabile e non può per nessun motivo essere approvata da chi ha a cuore il bene comune.

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50 commenti

  1. Stefano

    La data dell’11 settembre é simbolica anche secondo me. Si festeggia l’evangelista Marco. Ed é proprio nel suo vangelo la famosa frase di Gesù: “I pubblicani e le prostitute vi precederanno nel regno di Dio”.
    Direi che è proprio profetico. Un’altra bella vittoria dello Spirito Santo contro l’ipocrisia dei farisei.

    1. Stefano

      Matteo. Scusa evangelista 😉

  2. mike

    gli omosessuali non si chiedono come mai l’Europa li fa sposare poi però fa entrare i musulmani? i quali fan molti figli e fra un po’ saranno il 51% o quasi. allora… sharja(morte prevista per gli omosessuali). in Inghilterra se sei omo ed inglese ti puoi sposare, ma se sei omo e musulmano meglio non dirlo: le comunità musulmane hanno ottenuto, in UK, che tra loro vige non il diritto inglese “moderno” ma la sharja. davvero l’europa dei diritti è pro-omosessuali? inoltre lo stato inglese dà ad ogni musulmano un assegno familiare per ogni moglie. per cui posso pensare che gli omosessuali europei cantano vittoria ma a torto? beh… si. è facile pensare che gli lgbt siano usati contro la religione cristiana. come non gli serviranno più… ciao. del resto la marcia anti musulmana in UK, cui avran preso parte anche omosessuali, è stata fermata. in UK contano più gli omosessuali o i musulmani per lo stato inglese?

  3. mike

    se la vediamo da un punto di vista pratico gli omosessuali sono una possibilità in meno per ogni etero. e poi mi sa che su una cosa aveva ragione quell’ateo incallito di giordano bruno Guerri: gli italiani sono in grado solo di adattarsi agli eventi, mai di produrli. è inutile arrabbiarsi. chiediamoci perché siamo arrivati qui. mi pare assurdo che dopo 2000 anni la chiesa si trova di fronte la questione spinosa degli omosessuali. forse qualcosa è stato tralasciato. di certo la cosa che più mi infastidisce è che forse tra poco neanche si potrà dire che se su 10 donne libere 3 sono lesbiche un uomo etero libero (e aspirante ad una famiglia tradizionale) ha 3 possibilità in meno. tanto, gira gira, così è. molti si preoccupano di salvare la famiglia tradizionale. sacrosanto. ma in futuro ce ne saranno tante di famiglie tradizionali?

  4. Piero

    Uehh, questi troll non vedono l’ora di poter mandare in galera chi non
    si piega al loro “pensiero unico”, perchè di questo si tratta, impedire
    a chi ha opinioni diverse di esprimerle, poi parlano di Russia………

    1. omac

      Caro Piero le parole sono importanti,danno un senso alle cose, ti prego non usarle senza conoscerne il significato,un troll è utente che entra in un discorso disturbando e offendendo senza tenere conto del contesto per il gusto di farlo,non credo che sia il caso di Giovanni che invece era coerente e non offensivo

      1. Gmtubini

        Hai ragione, Omac, le parole sono importanti, ma a volte, hanno anche più di un significato.

        1. omac

          Proprio perché le parole possono essere “bifide” qualcuno meglio di me disse”che le vostre parole siano si/si no/no”

          1. Gmtubini

            Sul fatto che quel Qualcuno sia meglio di te (e, ovviamente, di me) non posso che essere d’accordo.

      2. Piero

        Caro Omac, il contesto del discorso qui è l’articolo sulla legge anti-omofobia, non definire cosa sia o non sia l’omosessualità. Quindi direi che fuori contesto sono i vari Giovanni, Fabio etc.
        E questa legge sarà usata come viene usata la legge anti-blasfemia nei paesi islamici, per
        intimidire e zittire chi ha opinioni diverse. Vediamo di svegliarci…….

        1. Giovanni

          Piero sei rimasto indietro. Se leggi l’articolo di Giancarlo Cerrelli prima di commentarlo vedi subito che non pone il problema della difesa delle opinioni cattoliche su matrimonio o adozione gay. Anzi dice espliditamente che la legge non va bene anche in presenza di una clausola di salvaguardia.

          Perchè questa norma leggittima socialmente una pratica contraria alla morale cattolica e alla Bibbia. Siccome l’autorità sociale delle Sacre Scritture è un attimino in ribasso negli ultimi due secoli, la Chiesa si appella ad una fantomatica “morale naturale” per giustificare le sue tesi. Mettendola su questo piano il didattito se l’omosessualità sia naturale mi pare centrale, no?

          Amesso che si possa chiamare dibattito un discorso dove tutte le prove scientifiche, sociali, culturali ed etnografiche stanno da una parte e dall’altra ci sono solo la Genesi e un uso distorto del senso comune, che se usato in altri campi porterebbe a concludere che il sole gira intorno alla terra, non lo vediamo forse muoversi nel cielo tutti i giorni?

          1. Giovanni

            Trascrivo testualmente all’articolo: “Il primo dato prende atto del progetto, che è sotteso all’approvazione della legge anti-omofobia e che ha di mira – per mezzo di fasi ormai ben chiare – il mutamento della struttura sociale in un modo del tutto artificiale….”
            “….Le affermazioni di Scalfarotto, dunque, dissipano qualsiasi dubbio buonista sul fine della legge anti-omofobia, che, invece, ha un chiaro obbiettivo, che è quello di porre le basi pedagogiche e rieducative per decostruire i pilastri della convivenza sociale….”

            Inoltre l’autore cita la Congregazione per la Dottrina della Fede chi in un documento del 1992 scrive : “Includere la «tendenza omosessuale» fra le considerazioni sulla base delle quali è illegale discriminare può facilmente portare a ritenere l’omosessualità quale fonte positiva di diritti umani, ad esempio, in riferimento alla cosiddetta «affirmative action» o trattamento preferenziale nelle pratiche di assunzione. Ciò è tanto più deleterio dal momento che non vi è un diritto all’omosessualità (cf n. 10) che pertanto non dovrebbe costituire la base per rivendicazioni giudiziali. Il passaggio dal riconoscimento dell’omosessualità come fattore in base al quale è illegale discriminare può portare facilmente, se non automaticamente, alla protezione legislativa e alla promozione dell’omosessualità. L’omosessualità di una persona sarebbe invocata in opposizione a un asserita discriminazione e così l’esercizio dei diritti sarebbe difeso precisamente attraverso l’affermazione della condizione omosessuale invece che nei termini di una violazione di diritti umani fondamentali”

            Prenditela con loro.

          2. Piero

            Non sapendo cosa dire continui a fare copia/incolla dall’articolo,
            senza entrare nel merito che una legge così è liberticida nei confronti
            di chi ha opinioni diverse, vedi Inghilterra, ma su quello è meglio glissare vero ?

          3. Gmtubini

            “Amesso che si possa chiamare dibattito un discorso dove tutte le prove scientifiche, sociali, culturali ed etnografiche stanno da una parte e dall’altra ci sono solo la Genesi e un uso distorto del senso comune, che se usato in altri campi porterebbe a concludere che il sole gira intorno alla terra, non lo vediamo forse muoversi nel cielo tutti i giorni?”
            Ah, ah, ah!
            Oggi sei di una comicità incontenibile!

  5. Italo Sgrò

    Ordinata e naturale l’omosessualità? Un benemerito piffero! La normalità, nella sfera sessuale, è l’attrazione verso l’altro sesso. Il resto è deviazione e deformazione ideologica, come quella che ha portato alla modifica del DSM. Del resto, il National Institute of Mental Health, nel suo sito, afferma che la caratteristica del DSM è la sua “mancanza di validità” (lack of validity) e che i pazienti hanno bisogno di ben altro.

    1. Giovanni

      Italo a parlare senza sapere si collezionano magre figure.

      Il NIMH critica il DSM per quello che c’è dentro, non per quello che è stato tolto. La sua critica si basa sul fatto che è obiettivamente difficile distinguere un disordine psichico da una tendenza del carattere (magari molto accentuata). Così i bambini troppo vivaci diventano ipercinetici, le persone tristi dei depressi e quelli che hanno avuto brutte esperienze dei malati di sindrome post traumatica da stress. E’ un tema das specialisti e io non mi avventuro, ma le ragioni della critica sono di segno OPPOSTO a quella che fate voi. Per il NIMH i disordini psicologici compresi nel DSM sono troppi, non troppo pochi, E’ in fondo l’ applicazione in altri campi del procedimento che fu applicato all’omoisessualita’

      Sarebbe bene fare una volta per tutte la storia dell’omosessualità e del DSM, viste le fandonie che circolano:

      La convinzione che l’omosessualità fosse una malattia è stata messa in crisi da decenni di approfondite ricerche fatte da famosi scienziati come Evelyn Hooker e Judd Marmor. Altri si occupare di rivisitare gli studi di opinione contraria (che allora era la più diffusa) e li trovarono affetti da così tanti bias scientifici da demolirne la validità.

      Piano piano la maggioranza dei ricercatori che decise per l’eliminazione dell’ orientamento omosessuale dal DSM. Furono i contrari, quelli che non accettavano il risultato degli studi a chiedere il referendum, in cui votavano anche psicologi e psichiatri che non avevano effettuato nessuna ricerca. Si fidavano del pregiudizio, ma persero e da allora si lamentano ipocritamente.

      Del resto l’omosessualità era inserita tra i “disturbi sociopatici di personalità” cioè tra quei comportamenti che non danno disturbi al soggetto (cosa di solito richiesta per definire una “malattia”) ma agli altri. Se un discorso del genere è giusto e logico per pedofilie e necrofilia,(che stavano nello stesso capitolo del DSM) non si capiva a chi nuocessero i gay e quindi il discorso perdeva di fondamento.

      All’epoca molti, come oggi gli stregoni delle “terapie riparative”, pensavano che l’omosessualità fosse dovuta ad un trauma, una carenza, nel passato di una persona. Peccato che dei moltissimi psicoterapeuti gay che avevano completato l’analisi personale passando decenni sul lettino a fare i conti con i traumi della loro infanzia, quasi nessuno aveva cambiato orientamento. La mitica “ferita” non si trovava.

      Ma il discorso più logico e insieme banale è quello per cui la “normalità” in natura non coincide con il comportamento della maggioranza. Quasi tutti gli esseri umani hanno una statura compresa tra 1,50 e 1,95, i capelli di un colore che va dal biondo al bruno passando per le tonalità intermedie, usano di preferenza la mano destra e sono attratti dal sesso opposto. Gli individui di statura inferiore o superiore, con i capelli rossi, mancini o gay non sono malati o malformati o deviati. Sono semplicemente una minoranza . Punto.

      1. Gmtubini

        “Sono semplicemente una minoranza”
        Pertanto, statisticamente, sono “anormali”.

        1. Giovanni

          Anche i cattolici sono una minoranza al mondo

          1. Gmtubini

            Ah, ah, ah!
            Ma caro mio, noi cattolici, sappiamo benissimo di essere “anormali” e non ci teniamo affatto a conformarci al mondo!
            A proposito, fare, come hai fatto tu, un miscuglio tra cose concettualmente diverse come le caratteristiche somatiche degli individui e le loro perversioni (sì, hai letto bene, ho proprio scritto “perversioni”!) serve solo a dimostrare la mala fede e l’attitudine alla menzogna tua o di quelli che ti hanno istruito.

          2. Giovanni

            Usare la mano sinistra, che non è una caratteristica somatica, al posto della destra è una perversione? JimTubin sei desolante….

          3. Gmtubini

            “Quasi tutti gli esseri umani hanno una statura compresa tra 1,50 e 1,95, i capelli di un colore che va dal biondo al bruno passando per le tonalità intermedie, usano di preferenza la mano destra e sono attratti dal sesso opposto. Gli individui di statura inferiore o superiore, con i capelli rossi, mancini o gay non sono malati o malformati o deviati. Sono semplicemente una minoranza . Punto.”
            In questo tuo delirio chiunque può leggere chiaramente e inequivocabilmente il tuo specifico riferimento a quelli che si possono definire caratteri somatici e non solo all’uso della mano sinistra.
            Dunque “desolante” sei tu.
            Ciao caro.

          4. Giovanni

            “A proposito, fare, come hai fatto tu, un miscuglio tra cose concettualmente diverse come le caratteristiche somatiche degli individui e le loro perversioni (sì, hai letto bene, ho proprio scritto “perversioni”!) serve solo a dimostrare la mala fede e l’attitudine alla menzogna tua o di quelli che ti hanno istruito”

            Miscuglio = mescolanza confusa di cose o di sostanze diverse [anche in senso figurato]

            Somatico = che si riferisce al corpo degli organismi
            (definizioni del Devoto Oli)

            Visto che il mancinismo non è una caratteristica somatica nel mio miscuglio da una parte ci sarebbero quelli con i capelli rossi i troppo alti e i troppo bassi(epressione di normale variabilità e dall’altra i “perversi” mancini e gay.

            Quello che volevo dire è che per la natura (che non legge San Paolo) un individuo con i capelli rossi o gay, alto due metri e 10 o mancino è solo un’esprewssione della variabilità naturale dei membri di una specie.

          5. Italo Sgrò

            Anche la cecità è una variante presente in statistica, ma nessuno vada a dire a un non vedente che la sua condizione è “normale”. La sua dignità è identica a quella di chi vede, ma la sua condizione, spiacente dirlo, è “anormale”, anche se diffusa in una certa percentuale di popolazione. Che desolazione!

          6. Giovanni

            Ti appendi agli specchi. Un cieco ha una parte del corpo che non funziona. Ad un gay funziona tutto, nella maggior parte dei casi è anche perfettamente in grado di accoppiarsi con una persona del sesso opposto (tanto è vero che una percentuale non trascurabile di loro ha figli) semplicemente non desidera farlo.

          7. cornacchia

            Ma nessuno, nel caso della cecità, sostiene l’equazione anormalità = perversione = limitazione della libertà, anzi il cieco, in quanto anormale, viene favorito. STOP. Idem deve valere per l’omosessuale: se fosse malato, avrebbe più diritto di vivere la propria malattia di quanto il sano ha il diritto di vivere la sua salute.

          8. Gmtubini

            Ecco appunto, mescoli capre e cavoli, l’omosessualità è un’inclinazione non un tratto somatico o una caratteristica fisica o neurologica della persona.
            E tu sai benissimo (spero!) di barare se metti tutto nel solito calderone.
            Potresti dire, ad esempio, che ci sono persone che vanno pazzi per le cipolle ed altre alle quali le cipolle fanno schifo e che questa è una cosa naturale.
            Ci vuole tanto?

          9. cornacchia

            Guarda che le perversioni rientrano tra le caratteristiche personali.
            Ma comunque la differenza è che nessun c…e pretende di discriminare i cattolici perché non vogliono adeguarsi alla normalità, mentre taluni cattolici vorrebbero normalizzare i gay.

  6. fabio

    Ma figuriamoci se con la lobby cattolica (quella si che esiste davvero in Italia) possa mai passare una legge che ci farebbe sembrare, anche un po’, un paese civile ed europeo. Vorreste che fossimo come in Russia perchè siete di quella pasta.

  7. Paolo Molaioni

    Gentile sig. Giovanni, un cristiano non deve mai aver paura della verità. Questo significa che, alla sua esposizione sarebbe interessante rispondere punto per punto, smontando, con argomenti di umanità ancor prima che di dottrina, quanto da lei affermato. Tuttavia la lunga esposizione del dott. Cerrelli tendeva a mettere in evidenza le eventuali responsabilità dei parlamentari cattolici (e io aggiungo, per estensione, dei cittadini cattolici) che dichiarassero di approvare la legge in oggetto. Le ricordo infatti che :” Quantunque i singoli vescovi non godano della prerogativa dell’infallibilità, quando tuttavia, anche dispersi per il mondo, ma conservanti il vincolo della comunione tra loro e con il Successore di Pietro, nel loro insegnamento autentico circa materie di fede e morale, convergono su una sentenza da ritenersi come definitiva, enunziano infallibilmente la dottrina di Cristo” (Lumen Gentium 25).
    Ecco allora che chi si dice cristiano non può far finta di non aver sentito le parole enunciate dalla Congregazione in questo e in tanti altri documenti di pari argomento.

    Se pertanto lei si professa cristiano le parole della lettera di Ratzinger possono essere un valido stimolo di approfondimento e riflessione. Se invece lei non è cristiano, tutto quanto sostenuto è, in questo caso, totalmente inutile in quanto fuori tema.

    1. Giovanni

      Caro Paolo

      Graziaddio non sono credente 🙂 , ma il mio intervento è tutt’altro che fuori tema.

      Ogni posizione culturale e ideale ha il dovere morale di esprimere le proprie posizioni in una maniera che rispetti almeno la logica elementare, Dire che “è così perchè per noi è così” non è molto intelligente. Non è vietato, ci mancherebbe, ma non ci fate bella figura. E vi esponete a critiche, come le mie.

      Dire che l’omosessualità, la sua pubblica manifestazione, la conquista della sua approvazione sociale (che non sarebbe affatto una novità per il mondo) siano dannosi per la società è una sciocchezza patente, che solo il pregiudizio può giustificare. Come il razzismo, come l’inferiorità della donna, come i privilegi della nobiltà. Tutti istituti che in passato sembravano ovvi e naturali e che ora sono respinti con altrettanta naturalezza

      Anche il primo DSM metteva l’omosessualità tra le sociopatie, cioè tra quei disturbi che non danno problemi al soggetto che ne è affetto (come di solito succede con le malattie), ma agli altri. Uno dei principali motivi per cui è stata tolta è che proprio non si riusciva a capire quali danni patisse la società dal fatto che, nell’uomo come nei pinguini, una minoranza preferisca accoppiarsi con soggetti appartenenti allo stesso sesso invece che a quello opposto.

      Ma la cosa è più seria quando si parla di una legge, che vale per tutti e non solo per quella minoranza di cattolici disposti a seguire le loro gerarchie nella difesa di una concezione cervellotica e irrealistica della “natura”. Sarebbe come permettere ai musulmani di vietare a tutti il consumo di alcool e maiale, cosa che questi, per giunta, generalmente non fanno neppure dove sono in maggioranza.Nella maggior parte dei paesi islamici in cui sono stato i cristiani possono vendere e consumare alcool e maiale.

      In ogni caso quello che i vescovi o Cerelli chiedono ai parlamentari cattolici non è di difendere la democrazia, ma di difendere il pregiudizio e la discriminazione. Si arrampicano sugli specchi per trovare una differenza tra la chi è discriminato per l’orientamento sessuale e chi lo è per il colore della pelle. Ma invano, entrambe sono caratteristiche che il soggetto non ha scelto e che non recano danno a nessuno, tantomeno a chi le possiede (se non a causa dello stigma sociale) .

      Diversamente la religione è una carattersitica che prevede una adesione e che ha storicamente prodotto danni e lutti in quantità. Vorrei vedere se, sbagliando ovviamente, ma con migliori ragioni di quelle dei nostri alti prelati , la persecuzione per causa di religione fosse tolta dalla legge Mancino. O se l’esrcizio del cristianesimo fosse ammesso solo se non pubblicamente dichiarato, come richiedono i vescovi ai gay.

      1. Gmtubini

        “Ogni posizione culturale e ideale ha il dovere morale di esprimere le proprie posizioni in una maniera che rispetti almeno la logica elementare”
        E da quale applicazione della logica elementare discende che è perfettamente normale desiderare di accoppiarsi con un individuo del proprio stesso sesso?!
        Ah, ah, ah!

        1. cornacchia

          E da quale applicazione della logica elementare discende che non sia perfettamente lecito vivere in maniera anormale, tanto più se la normalità non è una condizione universale?!

      2. Edo

        Non ci credo: Giovanni parla di logica elementare e non si ricorda che l’organo genitale di un sesso richiede l’organo genitale complementare dell’altro sesso. Questa sì che è logica elementare, mio caro Watson, o no?
        Quando qualcuno mi dimostrerà che l’organo genitale di un sesso non richiede l’organo genitale complementare dell’altro sesso, allora smetterò di credere che l’omosessualità sia una devianza.

        1. Giovanni

          Non è logica elementare è una sciocchezza. Nessuno si è mai sognato di considerare “devianti” o mettere nel DSM gli eterosessuali che praticano con i loro partner “strategie alternative” all’uso complementare degli organi genitali. La sessualità è qualcosa di più complesso della penetrazione della vagina con il pene.

          1. H.Hesse

            Certo, come no, anche la pedofilia, la coprofagia, la zoofilia eccetera son tutti modi sani di intendere il sesso!

          2. Giovanni

            Ciao Hesse Hesse
            direi che c’è una bella differenza tra quello che succede tra adulti consenzienti e pratiche che coinvolgano bambini o animali

          3. H.Hesse

            Insomma, basta che la roba sia tra adulti e consenzienti e tutto fa brodo!
            Compreso un bell’amplesso tra nonno e nipote?
            Oppure tra fratello e sorella?
            Senza contare tutte le altre perversioni che non nomino per decenza ma che si attuano tra adulti e consenzienti.
            Mi sa tanto che su questa tua convinzione ti dovrai ricredere, sai?
            P.S.: ma veramente non sai che Hesse si chiamava Hermann?

  8. Giovanni

    Finalmente le ragioni vere vengono fuori.

    Diciamo le cose come sono: “comportamento oggettivamente disordinato” un paio di ciufoli. L’omosessualità è assolutamente ordinata e naturale. Tanto è vero che è diffusa da sempre in tutte le culture e anche nel regno animale. E’ ordinata e naturale quanto il celibato, anche esso diffuso in natura (nei branchi di lupi è il maschio alfa ad accoppiarsi con tutte le femmine e gli altri maschi sono psicologicamente castrati) e in molte culture umane (buddismo). Il fatto che una pratica sia proibita e l’altra esaltata è una specificità culturale del cattolicesimo, come non mangiare maiale lo è dell’islamismo.
    LA NATURA (qualunque cosa significhi) NON C’ENTRA NULLA.

    Quindi se c’è una questione di demcorazia in ballo è a carico di chi vuol imporre agli altri quello che è un portato della sua religione.

    Ho riletto due volte la data del documento citato nell’articolo, avrei giurato che era del 1898. Il punto 14 che ritiene che una legge di tutela possa incentivare l’affermazione pubblica della condizione omosessuale (come se fosse un male) e che i gay possono evitare discriminazioni semplicemente non dicendo di esserlo è agghiacciante. Anche la condizione di cristiano non è immediatamente evidente, vogliamo affermare che ogni comportameto pubblico che rivendichi questa appartenenza non deve essere protetto?

    Come diceva mia nonna uno si tocca per vedere se c’è.

    1. Piero

      “L’omosessualità è assolutamente ordinata e naturale.”
      Certo, come l’erba è viola, il sole è marrone e il mare è giallo…
      L’importante è crederci ……..

      1. Paolo

        Esatto Sig.Piero l’importante è crederci….le comunicò però che il fatto sia assolutamente normale e naturale si posa su solide ed inequivocabili basi scientifiche. La tesi contraria invece solo su fantasticherie confessionali. Poi lei continui a crederci pure se le fa piacere e la fa tare tranquillo (così come può credere che l’era sia viola)

        1. Piero

          Continui a ripetere il suo mantra

          “solide e inequivocabili basi scientifiche”……..

          Da sbellicarsi …………..

    2. Gmtubini

      E’ a forza di toccarti che sei diventato così?

    3. Italo Sgrò

      Ti sembrava che fosse del 1898? Curioso, a me sembrava che i tuoi commenti fossero del 1860, quando un certo Karl Heinrich Ulrichs sproloquiava sull’esistenza di un “terzo sesso”, quello omosessuale appunto, che auspicava venisse finalmente riconosciuto da tutti. Roba vecchia, polverosa, bleah, ma ogni tanto riemerge dalle ceneri e viene riproposta come se fosse seria.

  9. Giovanni

    Finalmente le ragioni vere vengono fuori.

    Diciamo le cose come sono: “comportamento oggettivamente disordinato” un paio di ciufoli. L’omosessualità è assolutamente ordinata e anturale. Tanto è vero che è diffusa da sempre inn tutte le culture e anche nel regno animale. E’ ordinata e naturale quanto il celibato, anche esso diffuso in natura (nei branchi di lupi è il maschio alfa ad accoppiarsi con tutte le femmine e gli altri maschi sono psicologicamente castrati) e in molte culture umane (buddismo). Il fatto che una pratica sia proibita e l’altra esaltata è una specificità culturale del cattolicesimo, come non mangiare maiale lo è dell’islamismo.
    LA NATURA (qualunque cosa significhi)

  10. Cisco

    Il punto più importante è proprio l’ultimo: laddove una questione di bene comune è in gioco, non è opportuno che le Autorità ecclesiali sostengano o rimangano neutrali davanti a una legislazione negativa anche se concede delle eccezioni alle organizzazioni e alle istituzioni della Chiesa.
    Ebbene, sarà in grado la nostra Conferenza Episcopale di uscire dalla naftalina e mandare esplicitamente a quel paese i cattolici che dovessero votare a favore di questa legge? Perché se è vero che il Magistero non scade, dal 23 luglio 1992 ne è passato di tempo, e molti cattolici sono diventati “adulti”…

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