L’ondata di antisemitismo islamista che spaventa la Francia

Da quando Hamas ha lanciato la sua offensiva terroristica contro Israele, sono stati 1.040 gli attacchi agli ebrei, quasi il triplo degli episodi registrati in tutto il 2022

Manifestazione pro Palestina in place de la République, Parigi, 19 ottobre 2023 (foto Ansa)

Parigi. Sabato scorso, a Lione, una giovane donna di trent’anni di confessione ebraica è stata accoltellata nella sua abitazione da un uomo vestito di nero. L’aggressore, dopo aver assalito la vittima, ha inciso una svastica sulla sua porta ed è fuggito. Non ci sono dubbi sul carattere antisemita dell’attacco e tutto lascia immaginare che l’autore, non ancora intercettato dalle forze dell’ordine francesi, provenga dagli ambienti della destra radicale.

Delinquenti e jihadisti in missione

Un episodio gravissimo, che tuttavia non deve distogliere l’attenzione da quella è oggi la forma di antisemitismo maggioritaria nella società francese, e più in generale occidentale: l’antisemitismo islamista. Il primo ad allertare l’opinione pubblica francese sulla diffusione di una nuova forma di odio antiebraico è stato lo storico delle idee Pierre-André Taguieff nel suo saggio La nouvelle judéophobie (2002), riflessione aggiornata vent’anni dopo del suo Sortir de l’antisemitisme? Et comment?.

Tra l’affaire Dreyfus e la tragica morte di Sarah Halimi, ex insegnante in pensione uccisa e defenestrata nel 2017 al grido di “Allah Akbar” dal suo vicino di casa islamico Kobili Traoré, «la grande trasformazione risiede nella crescente islamizzazione della giudeofobia», secondo Taguieff, «attraverso lo spazio occupato dalla fine degli anni Sessanta in poi dalla “causa palestinese”, eretta a “causa universale”».

«Dall’inizio degli anni Duemila», sottolinea Taguieff, «le uccisioni di ebrei francesi in quanto ebrei non sono commesse da estremisti di sinistra o di destra, ma da giovani musulmani, spesso delinquenti o ex delinquenti, e che possono essere o meno jihadisti in missione – come Mohammed Merah [l’autore degli attentati di Tolosa e Montauban nel 2012, durante i quali persero la vita quattro civili di confessione ebraica, ndr] e Amedy Coulibaly [responsabile dell’attacco al supermercato kosher Hyper Cacher, ndr]. Dal 2003, tutti quelli che in Francia hanno assassinato degli ebrei perché ebrei lo hanno fatto in nome dell’islam».

“Allah Akbar” otto anni dopo “je suis Charlie”

L’antisemitismo islamista è una piaga che la sinistra francese, e non solo, si è ostinata a non vedere e a non condannare per ragioni elettorali, ideologiche e per paura di essere tacciata di islamofobia, e che oggi, sullo sfondo del conflitto tra Israele e Hamas, esplode in tutta la sua violenza sui social e nelle piazze. Uno degli episodi più emblematici è accaduto due settimane fa, a place de la République, dove una manifestazione pro palestinese si è trasformata in un raduno antisemita a cielo aperto. Nella stessa piazza dove i francesi nel 2015 si raccolsero in memoria dei vignettisti di Charlie Hebdo assassinati dai fratelli Kouachi e in difesa della libertà d’espressione, lo scorso 19 ottobre i “Je suis Charlie” sono stati sostituiti dalle grida “Allah Akbar” e “Israele assassino”.

Ha commentato sul Figaro Vincent Trémolet de Villers.

«Centinaia di manifestanti riprendevano il grido dell’islam conquistatore “Allah Akbar!”, quello che aveva lanciato prima del suo crimine l’assassino di Dominique Bernard [il professore sgozzato a Arras il mese scorso da un islamista ceceno, ndr]. Eravamo forse a Beirut? A Tunisi? No, a place de la République, la stessa dove milioni di francesi erano venuti a manifestare il loro attaccamento al paese della libertà. “Allah Akbar” otto anni dopo “je suis Charlie”»

Episodi e numeri spaventosi

Il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, ha diramato domenica i numeri spaventosi degli atti antisemiti in Francia da quando Hamas ha lanciato la sua offensiva terroristica contro Israele: 1.040, quasi il triplo degli episodi di antisemitismo registrati in tutto il 2022. Il numero delle persone fermate è di 486 e, tra queste, 102 sono stranieri a cui verrà «ritirato il permesso di soggiorno», ha assicurato Darmanin.

Tra gli episodi riportati dalla stampa francese, il caso di una donna di confessione ebraica residente a Bondy, nel dipartimento della Seine-Saint-Denis, che ha ricevuto diversi Sms di minacce di decapitazione in nome di Allah da un numero sconosciuto. A Nizza, un 47enne marocchino in situazione irregolare e noto alla polizia è stato posto in stato di fermo dopo aver gridato in mezzo alla strada «Allah Akbar» e «a morte i coloni».

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