
Onu: 5 mila morti in Siria. Il regime: «Affermazioni incredibili»
[internal_video style=”height: 200px; width: 300px; float: left; margin-right: 10px; margin-top: 5px;” vid=24323]L’Onu ha denunciato 5 mila morti in Siria dall’inizio delle rivolte contro il regime di Assad nove mesi fa, aggiornando di 1.000 i morti in appena una settimana. Ha chiesto anche che Damasco risponda di «crimini contro l’umanità» davanti alla Corte penale internazionale dell’Aja. La richiesta è stata presentata nel corso di una sessione del Consiglio di sicurezza del Palazzo di vetro dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navy Pillay. «La diffusione e la natura sistematica delle uccisioni, delle detenzioni, degli arresti e delle torture» in Siria inducono a ritenere tali atti dei veri e propri «crimini contro l’umanità» ha affermato Pillay, aggiungendo che da marzo anche 300 bambini sono morti a causa della repressione.
Il suo intervento è stato duramente criticato dall’ambasciatore siriano all’Onu, Bashar Jaafari, che ha accusato l’Alto commissario di «fuorviare l’opinione pubblica» fidandosi delle informazioni diffuse dai disertori e diffondendo «affermazioni incredibili». Critico anche l’ambasciatore russo, Vitaly Churkin, secondo cui i paesi occidentali sono ormai orientati «verso un cambio di regime» in Siria e «ostacolano il dialogo all’interno del paese e tra la Siria e la Lega Araba»: un atteggiamento che il diplomatico russo ha definito «molto pericoloso».
Intanto, sul terreno la situazione rimane critica. L’opposizione insiste con lo sciopero generale, giunto al secondo giorno, mentre i morti registrati ieri sono stati, secondo gli attivisti, 15. Sempre ieri nel paese di Bashar al-Assad si sono tenute le elezioni municipali, bollate come una «farsa» dalle opposizioni. Il capo della Commissione elettorale, Khalaf al-Ezzawi, ha fatto sapere che il voto «procedeva in uno spirito democratico e che l’affluenza era buona».
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