
OPERAISTI O ANIMALISTI?
In questi giorni, per la festa del Sacrificio Islamico, Luino (Va) è rimbalzata alle cronache nazionali per la dinamica e forte protesta degli animalisti. Sotto accusa il rito dello sgozzamento degli animali (montoni) senza tramortimento. Il fotogramma dell’avvenimento è presto descritto: una folla di persone, le classiche scene da scontro urbano (senza scontri) e una coda di polemiche che ha coinvolto cittadini, partiti politici e istituzioni. Per onore del vero bisogna ricordare che la pratica dello sgozzamento è regolata da un decreto legislativo (n° 333 del 1998), quindi assolutamente legale. Nonostante questo, mossi da “autentica” indignazione morale, gli animalisti hanno deciso di far sentire la propria voce inscenando una protesta che Tv e giornali locali non si sono fatti sfuggire. La piazza della pubblica opinione, ovviamente attratta dal can-can, non ha lesinato commenti e rimbrotti al sindaco il quale, non potendo contravvenire alla legge, ha concesso l’autorizzazione del rito. Ora, tutto ciò potrà essere giudicato immorale, lontano dalla nostra tradizione ma l’unico modo per cambiare le carte in tavola è rappresentato dalla cancellazione della legge. Il consiglio che quindi ci sentiamo di dare agli animalisti è quello di raccogliere le firme necessarie per indire un referendum abrogativo. A tutti i cittadini e alle realtà sociali che si sono fatte sentire, ci sentiamo invece di consigliare più attenzione per quanto succede nel territorio. Proprio in queste settimane, infatti, l’allarme lanciato dal collettivo RedAzione inerente la preoccupante situazione di uno storico sito produttivo, sembra essere caduta nell’assoluto silenzio. Ancora una volta, un’abile operazione di smembramento-autofallimento sembra farsi strada nel già deprimente panorama industriale delle nostre valli. Centoventi famiglie si potrebbero trovare nel giro di poco tempo senza posto di lavoro. Eppure a sentir le voci della piazza sembra che tutto ciò sia un dettaglio ininfluente.
è vero, noi la nostra scelta l’abbiamo già fatta: tra animalisti e operaisti abbiamo optato per i secondi.
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