Ora i fatti ,Presidente

Di Zottarelli Maurizio
02 Giugno 1999
Il discorso di insediamento di Ciampi ha riscosso il plauso generale dei partiti e suscitato molte speranze nei rappresentanti del mondo sociale, imprenditoriale e associazionistico. I quali ora chiedono al nuovo Capo dello stato che eserciti appieno il suo potere di indirizzo politico sul Parlamento

Dopo sette anni di culto della dea Giustizia e celebrazioni della magistratura con la benedizione dell’ex primo magistrato d’Italia Oscar Luigi Scalfaro, il discorso del neo presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che ha concesso un solo passaggio ai giudici (e per parlare della “certezza del diritto al giusto processo” bene pubblico non sacrificabile “a nessuna altra esigenza”) e si è invece dedicato al tema delle riforme, del lavoro, dell’occupazione, della scuola, della famiglia, ha avuto il sapore di una insperata sorpresa. E, incassati gli applausi di Montecitorio, ha fatto risorgere la speranza che finalmente, dopo un settennato di processi tra prima e seconda repubblica, si torni a far politica e ad affrontare i problemi reali di imprese, associazioni, famiglie, giovani… Di tutto ciò che, insomma, costituisce una società e che in questi sette anni di latitanza della politica ha continuato a farsi carico del Paese a dispetto della furia iconoclasta che lo percorreva.

Don Virginio Colmegna, direttore della Caritas ambrosiana, parte innanzitutto dalla pace: “È stato un richiamo forte ad uscire dalla guerra, pur nel rispetto degli equilibri tra le culture e le socialità politiche diverse che lo hanno eletto. Quanto ai richiami ai dettati costituzionali sul principio di sussidiarietà, famiglia e volontariato, si tratta di vedere in cosa si traducono concretamente. Si sa che sull’argomento si confrontano anime e concezioni diverse, d’altra parte il principio di sussidiarietà pone il bene della solidarietà nel progetto di costruzione della cosa pubblica e perciò non in alternativa allo Stato, ma come rafforzamento dei diritti di cittadinanza. Mi aspetto quindi che il presidente della Repubblica sia vero garante di grandi riforme che realizzino fino in fondo quei principi costituzionali non ancora attuati fino in fondo”.

Sul richiamo agli articoli 29,30, 31 della Costituzione concentra la sua attenzione anche Giorgio Vittadini che come presidente della Compagnia delle Opere pochi mesi fa ha presentato due petizioni popolari con oltre un milione di firme per il rispetto del principio di sussidiarietà e della libertà di educazione: “L’appello del neo presidente in favore di articoli non ancora compiuti conferisce una rinnovata centralità al ruolo della famiglia e delle formazioni sociali. Per questo mi sembra che si sia trattato di un intervento di altissimo profilo istituzionale e politico”.

Stefano Versari, presidente dell’Associazione genitori delle scuole cattoliche rincara la dose: “Oltre agli articoli 29, 30 e 31 cui si è riferito Ciampi ci sarebbe da aggiungere anche l’articolo 33 che sancisce il diritto alla libertà di scelta educativa e l’equipollenza di trattamento tra studenti delle scuole statali e non statali e che con gli altri tre stabilisce il diritto alla parità scolastica. Speriamo che il richiamo del neo presidente non si fermi ai termini notarili, ma sia un pungolo costante per governo e parlamento. “Equipollenza di trattamento” significa evidentemente equipollenza di trattamento economico e ci auguriamo che i riferimenti alla famiglia si traducano in scelte concrete e dirette per la realizzazione di una libertà di scelta educativa che in Italia non esiste ancora”.

Applausi dunque, in attesa però dei fatti. E su questa linea troviamo anche monsignor Cosmo Francesco Ruppi, arcivescovo di Lecce da anni in prima linea nell’affrontare l’emergenza clandestini e profughi che porta ogni notte allo sbarco di decine e centinaia di persone sulle coste pugliesi: “Speriamo che la sensibilità dimostrata dal nuovo presidente della Repubblica nei confronti della famiglia trovi presto concreto sostegno nelle iniziative politiche parlamentari. Se la famiglia diventa il centro dell’interesse politico dei partiti e riceve adeguate provvidenze e sostegni ne sarà certamente irrobustita la società e lo stesso stato. Anche l’attenzione del presidente Ciampi al volontariato è un elemento pregevole del suo discorso di insediamento, ma anche su questo punto è necessario che governo e parlamento facciano la loro parte concretamente”.

Sul fronte delle regioni il discorso presidenziale ha riacceso il dibattito sul federalismo, particolarmente sentito al nord: “Mi sembra che sia la prima volta che un presidente della Repubblica sottolinea così chiaramente il tema del federalismo – spiega Giancarlo Galan, presidente della Regione Veneto, che si unisce al coro di consensi -. Ciampi ha recepito la necessità di una riforma in tempi rapidi e ora mi aspetto, come primo atto concreto, che il presidente inviti i rappresentanti delle regioni a un incontro con lui. Anzi, quanto prima saremo noi presidenti regionali a chiedere di incontrarlo. Naturalmente, pzer federalismo intendiamo federalismo fiscale: sarà poco elegante, ma si deve partire dai soldi, cioè da chi mette le tasse e da chi decide del loro utilizzo. Esattamente quello che i falsi federalisti che spacciano per federalista la riforma Bassanini non accettano”.

Per il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni si tratta di “un discorso confortante per tutti coloro che hanno a cuore una riforma dello Stato italiano in direzione del federalismo, soprattutto perché il neo capo dello Stato non si è limitato ad auspicare un decentramento di poteri, ma ha parlato apertamente di sussidiarietà”. Ciampi sembra voler “autorevolmente avallare un’impostazione politica e culturale ben precisa, quella che afferma il primato della società sullo Stato e quindi riconosce ai soggetti sociali e alle istituzioni del territorio il pieno diritto all’autonomia e al protagonismo civile, che non sono più una concessione del potere centrale, ma diritti originari”. E più che incoraggiante per il presidente lombardo è “il passaggio in cui Ciampi afferma che la Costituzione italiana deve diventare federalista “prima delle elezioni regionali del 2000””.

In realtà l’ottimismo di Formigoni finisce qui “perché non è affatto detto che le forze politiche della maggioranza vogliano muoversi nella direzione indicata dal Capo dello Stato”. “La stagione delle riforme” comunque non può più attendere come sottolinea da Totino il presidente della Regione Piemonte Enzo Ghigo, il quale si sbilancia: “Sono certo che il nuovo capo dello Stato sarà in grado di proseguire nel percorso federalista avviato nel Paese”, augurandosi l’introduzione dell’elezione diretta dei presidenti delle Regioni e del presidente della Repubblica. Ghigo torna sul problema dello sviluppo: “Il tema delle riforme è prioritario per rendere l’Italia competitiva nello scenario internazionale e per consentire al mondo della pubblica amministrazione di marciare allo stesso passo del mondo delle imprese, fornendo servizi adeguati ai cittadini e favorendo condizioni di sviluppo sociale ed economico”. In effetti, dati Istat alla mano, la questione si fa stringente ed è quella che sta più a cuore al presidente di Confcommercio Sergio Billè: “L’elezione di Ciampi è positiva proprio perché, oltre ad essere un economista di provata esperienza, è pienamente cosciente dell’esigenza di far uscire la nostra economia e il nostro mercato da quella fase di stagnazione in cui si trova da troppo tempo. Infine è anche una garanzia per quelle riforme che l’Italia dovrà realizzare al più presto per diventare in Europa un paese più moderno e competitivo”.

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