Pacifista vs Scudo. Noi: meglio il mestiere di Bush
Gentile direttore, Le scrivo questa lettera sul sistema di sicurezza globale Usa e, ha scritto Carlo Pelanda su Tempi, sui «Tre motivi razionali che dovrebbero spingere gli europei ad aderire all’offerta statunitense di diventare partner di tale sistema». Dopo un’attenta riflessione credo di essere riuscita a trovare più di “Tre motivi razionali” che dovrebbero convincere gli europei a non cadere nel tranello dell’offerta statunitense. Durante l’estate 1999 mi trovavo in California, precisamente a Santa Barbara, a lavorare come coordinatrice e ricercatrice per un’organizzazione non governativa che si occupa dell’abolizione delle armi nucleari: la Nuclear Age Peace Foundation. Tra le varie attività di cui ci occupavamo in quell’estate ve n’era una di particolare importanza. Stavamo organizzando insieme con altre Ong tra cui la Global Network Against Weapons and Nuclear Power in Space, una dimostrazione non violenta per il 25 Settembre presso l’entrata principale della base militare di Vandenberg (Vandenberg Air Force Base) circa 90 Km a Nord di Santa Barbara. Quel giorno protestavamo contro il primo test in assoluto di una lunga serie d’altri esperimenti (ben 16) programmato per il 2 ottobre 1999 dall’organizzazione per la difesa antimissile balistico (Ballistic Missile Defense Organization: Bmdo). Questo test riguardava la difesa antimissile statunitense chiamata National Missile Defense (Nmd). Occorre qui ricordare che il sistema della Nmd è solo uno dei tre sistemi di difesa all’interno del programma per la difesa antimissile balistico degli Usa, in altre parole la Ballistic Missile Defense (Bmd). La Bmd si compone, infatti, della Nmd; della Tmd o Theater Missile Defense per proteggere gli alleati, i paesi amici e le truppe statunitensi; e dell’Abmdt o Advanced Ballistic Missile Defense Technologies cioè il sistema di tecnologie avanzate per la difesa antimissile balistico. Il giorno 2 ottobre ci ritrovammo nuovamente a Vandenberg per il grande evento. Di lì a poco avremmo potuto sapere se quel primo test della Nmd da $100.000.000 (ca. 220 miliardi di lire) si sarebbe trasformato in un successo oppure no. Al momento del count down eravamo tutti concentrati con il naso puntato verso l’alto come se stessimo assistendo alla finale dei mondiali per vedere se il test si sarebbe trasformato in un gol oppure in un clamoroso autogol. Il missile che partiva dalla base di Vandenberg avrebbe dovuto intercettare un “finto” missile nemico progettato dalla Raytheon Corporation che veniva lanciato dall’atollo di Kwajalein nel mezzo dell’oceano Pacifico e distruggerlo prima che quest’ultimo arrivasse sul suolo statunitense. Il “finto” missile nemico partì e subito dopo fu lanciato il missile intercettatore dalla nostra base. Il rumore era assordante e la terra incominciò a tremare sotto i nostri piedi, questa volta non a causa di uno dei soliti terremoti. Il missile intercettatore sparì dalla nostra vista dopo pochi secondi e solo grazie ai giornalisti lì presenti abbiamo potuto sapere che il test aveva avuto successo nonostante ci fosse stato un piccolo “errore di calcolo” e il “finto” missile nemico si fosse avvicinato troppo alla costa californiana creando una situazione d’allarme. Durante quest’esemplare dimostrazione il “gatto” era riuscito a prendere a fatica il “topo” e 220 miliardi di lire se n’erano andati in fumo poiché i due missili sono poi stati abilmente disintegrati. Il giorno dopo sui quotidiani di tutto il paese è comparsa la fotografia di una lunga scia di fumo (tossico) che il missile lanciato da Vandenberg aveva lasciato dietro di sé sui cieli della California e c’era scritto che i resti dei due missili erano ricaduti nell’oceano Pacifico a pochi km di distanza dalle bellissime coste californiane creando non pochi problemi al fragile ecosistema marino. […] Ciò che i giornali non riportarono in modo adeguato fu l’assurdità di questo primo test e di tutti i test che i potenti di Washington e i “fan” europei e non del sistema di sicurezza statunitense sostenevano e si ostinano a sostenere a spada tratta. La Bmd che il neo presidente Bush Jr. vorrebbe imporre ai suoi alleati, ai paesi amici e alle truppe Usa e alleate stanziate in tutto il mondo, è solo uno dei tanti modi per concepire la sicurezza. […] È giunta l’ora di elencare i “motivi razionali” per cui gli europei non devono assolutamente aderire al programma statunitense per la sicurezza globale e dovrebbero iniziare a cercare altre strade per rendere questo mondo più sicuro per tutta l’umanità. Lo sapevate che è possibile costruire una scuola in un paese in via di sviluppo per soli $2000 (ca. 4,4 milioni di Lire)? Lo sapevate che in uno di questi paesi, come dice Marc Kielburger (Presidente della Free The Children in Canada), è possibile educare a leggere e scrivere una classe di 40 bambini per soli $2000 l’anno? Provate a confrontare queste cifre con i $589.802 (ca. 1,3 miliardi di lire) che i sistemi militari Usa (solo Usa) spendono ogni minuto, oppure con i $849.314.880 (ca. 1900 miliardi di lire) che questi spendono ogni giorno. […] Ogni volta che il sistema di difesa antimissile americano sbaglia il bersaglio in uno dei suoi test $100.000.000 (ca. 220 miliardi di lire) vanno in fumo in pochi secondi. Questo è l’equivalente di 50.000 scuole. C’è da ricordare, inoltre, che i preventivi per il nuovo programma della Nmd, di cui il presidente Bush Jr. è così entusiasta, superano anche i $100.000.000.000 (ca. 220mila miliardi di lire). Questo è l’equivalente di 50 milioni di scuole! Concluderei citando quello che Michael Gorbaciov ha detto riguardo al progetto provocatorio di sicurezza globale che Bush Jr. ha lanciato durante la sua campagna elettorale nell’autunno del 2000: «Spero, Mr. Bush, che Lei possa rinunciare all’illusione che il XXI secolo possa o potrebbe essere il secolo degli Stati Uniti. La globalizzazione è un fenomeno dato, ma la “globalizzazione statunitense” sarebbe un grave errore. Il mondo è complicato, esso contiene ed esprime una varietà d’interessi e di culture. Prima o poi la politica internazionale, compresa quella degli Usa, dovrà fare i conti con queste molteplicità». Bush Jr. ha detto nel suo ormai tristemente famoso discorso del 1° Maggio 2001 sulla sicurezza globale: «Il nostro ideale più grande era e rimane la libertà individuale». Speriamo che queste parole non rimangano solo una scia di fumo come quelle che lasciano i suoi tanto amati missili.
Stefania Capodaglio, Bolzano
IL DIRETTORE RISPONDE
La nostra gentile amica ha molta pratica con la propaganda pacifista. Lo sapevate che con ogni sigaretta che fumate potreste pagare il piatto di riso al bimbo indiano che muore di fame? Lo sapevate che con un giorno delle vostre ferie a Malindi ci paghereste un programma di vaccinazione per una scolaresca del Malawi? Lo sapevate, dicevamo nel 1971, che «per ogni Coca Cola che berrai è una pallottola all’amerikano che darai e se l’amerikano non fallisce è un compagno vietnamita che perisce?» Tutte balle. Nel senso che sono ovvietà che stanno nell’iperuranio mondo delle idee di Platone. I pacifisti vogliono giustizia. Giusto. Se non fosse che con il pacifismo è stato inventato il più bell’alibi per lasciare tutte le cose come stanno e curare l’ansia di buone azioni di cui sono piene tutte le finanziatissime organizzazioni di bontà istituzionale di questo mondo. È prevedibile che la prossima guerra sarà fatta per imporre al mondo la bontà e la pace universali. Forse ci saranno ministeri per le “migliori intenzioni” e Costituzioni dell’acqua calda. Francamente ci sembra più serio il vecchio detto evangelico: «date a Cesare quel che è di Cesare». Conosce un Cesare nella storia che sia stato Cesare senza possedere un apparato bellico-militare? Brutta cosa la guerra, ma fa parte di quella storia che i cristiani chiamano peccato originale e che, volenti o nolenti, ci seguirà fino alla fine del mondo. Veniamo alle questioni connesse al problema della sicurezza, lasciando a Pelanda il compito prossimo venturo di dettagliare le questioni tecniche sullo scudo spaziale. Lungi da noi – non siamo l’ufficio stampa della Us Army – sposare tesi dell’industria militare americana. Ma il fatto è – abbastanza accertabile se si studia un po’ la storia recente e ci si guarda intorno senza effusioni sentimentali – che la deterrenza militare, bellica, nucleare è ciò che ad esempio ha consentito l’implosione dell’impero concentrazionario sovietico, ciò che dissuade certi paesi a non dichiarare guerra agli “infedeli”, quello che permette la pura e semplice sopravvivenza di popoli come quello israeliano. Senza la deterrenza dei missili Pershing piazzati dalla Nato in Europa in risposta agli SS20 sovietici, i miliardi spesi dall’Urss per suscitare il movimento pacifista europeo che gridava «meglio rossi che morti», sarebbero stati soldi ben spesi. Senza il grande Reagan e la sua corsa al riarmo che ridusse l’Urss a più miti consigli e, alla fine, a quel collasso che sciolse le catene dei popoli e dimostrò al mondo che l’unica attività rivoluzionaria del comunismo era quella di costruire armi, fomentare guerre e gulag per i nemici del popolo (cioè l’oligarchia comunista), noi oggi non vedremmo che dovunque sia passato il comunismo è stato annientato ogni diritto umano, civile, politico. Purtroppo, in quella parte del mondo dove il comunismo è passato (o è ancora ben in salute) nello scempio di ogni risorsa economica e ambientale, pacifisti ed ecologisti scarseggiano. Tutto ciò non per accampare scuse. Ma per invitare a uno sguardo più rilassato e comprensivo della realtà di questo mondo. È il mestiere delle armi. E non ci puoi fare niente, bellezza. Mi voglia bene, quando sarò morto.
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