Padre Pio oggi sarebbe antipacifista

Di Gianni Baget Bozzo
26 Settembre 2002
Per la prima volta la Chiesa ha celebrato quest’anno la festa di Pio da Pietrelcina

Per la prima volta la Chiesa ha celebrato quest’anno la festa di Pio da Pietrelcina; Padre Pio era un uomo di destra; aveva sue opinioni politiche molto nette. Non era uno spiritualista il Forgione, uomo santamente carnale come il popolo meridionale e sulla carne si era impresso il segno della croce. Io lo conobbi nei giorni in cui non lo si poteva vedere per la proibizione vaticana. Lo potei vedere trasgredendo l’ordine perché allora ero tambroniano, combattevo il centro sinistra. Ed un parlamentare democristiano di destra, De Caro, mi procurò l’udienza: una udienza di profezia apocalittica. E verificata, trent’anni dopo, alla lettera. San Pio da Pietrelcina era anticomunista nel medesimo modo in cui lo era Pio XII. Oggi sarebbe antipacifista. Sarebbe ben lontano dal cristianesimo senza Incarnazione che unisce nei sogni utopici i gruppi cattolici. Tra breve il nostro Paese sarà in guerra: perché non vi è dubbio che gli angloamericani attaccheranno l’Irak. L’Italia non sarà della partita bellica solo perché non ne abbiamo i mezzi, ma saremo nella partita politica perché mille soldati italiani andranno in Afghanistan a sostituire gli americani nel peace enforcing. Cosa faranno i cattolici di fronte alla guerra, resa ormai inevitabile dalla “dottrina Bush” del preemptive stroke che è in sostanza la liquidazione dell’Onu? Torneremo necessariamente alla posizione di Pio XI, contrario alla Società delle Nazioni: l’Onu ha fallito come ha fallito la società ginevrina. La guerra difensiva, che la dottrina cattolica ha sempre accettato perché crede nel peccato originale, torna ad essere competenza dei singoli Stati: è sempre stato così di fatto, anche nei giorni dell’Onulatria; la”guerra fredda” e la decolonizzazione furono gestite fuori dell’Onu. Pio XI fu anche autore della dottrina del Cristo Re in un’enciclica del 1925; e di una festa liturgica del medesimo nome, situata all’interno dell’anno liturgico, l’ultima domenica di ottobre, perché voleva sottolineare il ruolo del cristiano nella politica e nello Stato. Fu poi eliminata da quella posizione dalla riforma di Paolo VI e collocata alla fine dell’anno liturgico, per significare non la presenza cristiana nella storia, ma la fine della storia. Da quella dottrina nacquero i martiri cristiani degli anni Venti in Messico contro i laicisti, contro i rossi in Spagna negli anni ’30, la partecipazione cattolica al movimento di Resistenza in Europa, le democrazie cristiane in Europa (e non erano allora di sinistra). La Dc è finita, anche a causa dello spiritualismo di Maritain, ricco di venatura utopiche come quella della “nuova Cristianità”, fuori dalla dottrina del Cristo Re; e terminò in Tangentopoli. Perdere il Cristo Re vuol dire perdere la dimensione carnale dello spirito, così viva in san Pio da Pietrelcina. Io credo che l’impegno contro i terroristi farà sentire il valore della cristianità, cioè della connessione tra spirituale e civile. Purtroppo, dopo il Vaticano II, i cristiani hanno abbandonato i duri problemi dello Stato per darsi al pacifismo ed all’assistenza. Vale così per loro la parabola del sale insipido che a nulla serve se non ad essere calpestato dagli uomini. Come oggi accade. Speriamo che in Italia ci sia tra cattolici il giusto atteggiamento a sostegno della guerra antiterrorista e la rottura definitiva con tutte le complicità con la sinistra. Speriamo che Pio da Pietrelcina, che aveva il medesimo spirito del francescano San Giovanni di Capistrano, vincitore con il crocifisso in mano della battaglia di Belgrado contro Maometto secondo, vinca l’utopia pacifista, segno della eresia gnostica, che domina oggi nel mondo cattolico.

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