
Paolo Gabriele condannato a 18 mesi. «La grazia del Papa? Verosimile»
Paolo Gabriele, il maggiordomo del Papa, è stato condannato a diciotto mesi di reclusione. Per la giustizia del Vaticano è colpevole di aver trafugato documenti riservati del Papa. Il promotore di giustizia Nicola Picardi aveva domandato tre anni di reclusione: la richiesta è stata accolta, ma la pena è stata diminuita perché i giudici gli hanno riconosciuto le attenuanti generiche dovute all’assenza di precedenti penali, alle risultate del suo stato di servizio antecedente ai fatti in questione, alla sopraggiunta convinzione del suo comportamento erroneo e alla dichiarazione del suo pentimento.
«NON MI SENTO UN LADRO». Prima della sentenza, Gabriele si era difeso così in aula. «La cosa che sento forte dentro di me è la convinzione di aver agito per esclusivo, direi viscerale, amore per la Chiesa di Cristo e per il suo capo visibile. E se lo devo ripetere non mi sento un ladro». Dopo la sentenza di condanna dell’ex-maggiordomo papale, Paolo Gabriele, il promotore di giustizia vaticano Nicola Picardi «ha emesso il provvedimento e Gabriele è tornato agli arresti domiciliari, la stessa condizione in cui si trovava finora». Lo ha spiegato il portavoce vaticano, p.Federico Lombardi. L’avvocato difensore di Gabriele, Cristiana Arru, ha ora tre giorni per annunciare la decisione di voler far appello o no, a cui poi dovranno seguire le motivazioni dell’appello stesso.
IL PAPA E LA GRAZIA. «L’eventualità che il Papa conceda la grazia è concreta e verosimile. Posso dirlo senza temere di essere smentito», ha aggiunto padre Lombardi. «Il Papa – ha spiegato – adesso che ha gli atti del processo, valuterà la sua posizione e se desidera prendere decisioni». «Dall’indagine istruttoria manca la prova di qualsiasi correità o complicità con Paolo Gabriele». Lo ha affermato il promotore di giustizia Nicola Picardi nel processo all’ex maggiordomo di Benedetto XVI. Picardi ha parlato di “persona suggestionabile”, ma «la suggestione non è prova della presenza di complici».
(Avvenire )
Articoli correlati
2 commenti
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
Quando a certi cattolici, come quelli che si riconoscono nella linea ideologica di questo sito, gli tocchi il papa, subito si inalberano e si adontano e non cessano di magnificare la grandezza dell’uomo, severo fustigatore di ogni deviazione dottrinale, difensore indefesso dei “principi non negoziabili”, nocchiero saldissimo della chiesa nella lotta contro nichilismo, relativismo, cultura della morte e chi più ne ha più ne metta.
Ma, come disse un tale di cui non ricordo il nome, se si va a chiedere chi sono veramente certi personaggi, esteriormente impeccabili, ai loro camerieri, allora ci si accorge di trovarsi davanti a facce ben diverse da quelle ufficiali.
Ora il maggiordomo del papa sarà anche un personaggio alquanto discutibile e psicologicamente fragile, e certamente questa immagine sarà pompata a dismisura dai potenti mezzi della propaganda vaticana, ma resta il fatto che non avrebbe raggiunto la posizione che occupava se fosse stato un mentecatto qualsiasi; ed era sicuramente in grado di valutare una persona con cui aveva una continua relazione quotidiana e di cui aveva una conoscenza infinitamente superiore a quella di giornalisti, prelati vari e tuttologi massmediatici.
Ebbene il maggiordomo ha detto che il papa è facilmente influenzabile ed è circondato da una cricca di maneggioni e trafficoni che si fanno i fatti loro e non il bene della chiesa. Più o meno.
E del resto, se si guarda spassionatamente al personaggio (il papa, intendo), non si può non coglierne il semplicismo, l’ingenuità , la propensione ad estraniarsi nel mondo a lui più congeniale degli studi teologici, e la tendenza a delegare la “gestione del potere” a figure potenti e dominanti, tipo Il cardinale Bertone, anche a causa della sua intrinseca omosessualità , testimoniata da un’ amica di gioventù, Uta Ranke Heinemann, vicina al papa (come il maggiordomo) in tempi non sospetti e aliena da celebrazioni agiografiche.
A dispetto di quello che pensano i frequentatori di questo sito, mi sembra evidente che la barca di Pietro è guidata da un incapace, un bambino messo nel suo box a trastullarsi con problemi come il rilancio della messa in latino, del canto gregoriano al posto delle chitarre, della comunione sulla lingua invece che sulla mano, dell’eliminazione delle “chierichette” – temi epocali per il rilancio della fede – mentre i “manovratori” si spartiscono potere, danaro, poltrone. Comunque adesso sappiamo che il colpevole è il maggiordomo. Per chi si accontenta di questa “verità ”…
Celso, lo sapevi che il maggiordomo adora ingollare panini omofobi in quantità ?
C’è gente senza vergogna !