
Papa e Isalm, non un vertice tra religioni ma un incontro fra stati
La convocazione degli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede e delle organizzazioni facenti parte della Consulta islamica presso il governo italiano indica chiaramente il modo con cui il Papa intende impostare il suo approccio al mondo islamico. è noto che il cardinale Ratzinger vedeva con preoccupazione gli incontri religiosi di Assisi. Essi avevano un senso nella concezione di Giovanni Paolo II, che vedeva uno spazio per l’alleanza delle religioni contro il secolarismo e il consumismo. L’impostazione di Benedetto XVI è differente: egli ritiene che l’Occidente secolarizzato abbia più rapporti con il cristianesimo che le religioni non cristiane. Prendendo sul serio il tema delle radici dell’Europa, egli ritiene che la civiltà nata dall’illuminismo porti in sé l’impronta della cristianità da cui deriva: e che anzi il massimo valore di essa sia l’uso della ragione, della funzione critica del sapere. Se il disincanto ha determinato la crisi del sentimento religioso in Occidente, esso ha però conservato i valori di libertà e di razionalità prodotti dalla concezione cristiana del Dio creatore incarnato. Il Papa non pone più l’accento sul dialogo delle religioni in quanto religioni, ma sull’incontro di Stati con Stati. È il segno che il Papa vuole porre l’accento sulla libertà dei cristiani nei paesi musulmani; questo è il vero oggetto di dialogo che gli interessa. è sul piano civile e non sul piano religioso che avviene il dialogo con i musulmani, ma non in quanto musulmani, con la Chiesa ma non con la Chiesa come confessione religiosa. è su questo filo sottile che si regge la diplomazia della Santa Sede: e gli Stati musulmani mantengono i rapporti con essa riconoscendone il ruolo storico nella società mondiale.
Certamente il Papa, citando l’imperatore bizantino, ha inteso ricordare il dramma dei cristiani a cui è negato di esistere non in forma subalterna nei paesi musulmani. Non è una citazione fatta a caso. Per interposto richiamo all’imperatore ha voluto ricordare le questioni civili che concernono l’esistenza delle comunità cristiane in quelle terre. La lotta dell’islam contro il cristianesimo ha assunto nel finale del secolo ventesimo una forte accelerazione, facendo sì che la presenza cristiana del Medio Oriente diminuisca e che i cristiani cerchino la libertà fuggendo. La simpatia del Papa per l’Occidente non è però ricambiata; e il presidente della Commissione Europea Manuel Barroso ha deplorato la sordità del Parlamento europeo nei confronti delle manifestazioni contro il Papa. Del resto Ratzinger aveva visto già da tempo la convergenza tra laicismo occidentale e fondamentalismo islamico. bagetbozzo@ragionpolitica.it
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