Papa Francesco diserta il concerto Rai? Non è una questione di “stile” ma una scelta radicale

Di Pippo Corigliano
30 Giugno 2013
La sedia lasciata vuota dal Pontefice in aula Nervi ha una spiegazione molto semplice. Come Gesù negli Atti degli Apostoli, Bergoglio si dedica tutto a «facere et docere»

Sabato 22 giugno papa Francesco non ha partecipato al concerto dell’orchestra Rai nell’aula Nervi. La sedia allestita in posizione preminente è rimasta vuota. Cos’ha voluto dirci il Papa con quell’assenza imprevista che ha provocato qualche dispiacere? Gli analisti ricameranno sulla differenza tra lo stile del Papa e quello della curia pontificia, ma la risposta va cercata nella semplicità. Papa Francesco sta dimostrando di avvertire l’urgenza, anzi l’emergenza, di un cambio di prospettiva. Basta con la tiepidezza. Occorrono scelte radicali.

Da una parte la forza di dedicare tempo quotidiano alle porte d’ingresso della grazia di Dio: la comunione frequente, la lettura del Vangelo, la confessione, la preghiera silenziosa davanti al Tabernacolo. Dall’altra la necessità di uscire da noi stessi e andare nelle “periferie”, intendendo sia le periferie delle grandi città dove vivono gli emarginati sia le periferie di coloro che conducono un’esistenza lontana da Dio. Francesco sta dedicando energie infinite a questo compito. Predica più volte al giorno, nelle udienze si sottopone a fatiche massacranti per riuscire a salutare anche il pellegrino più “periferico”, ogni giorno incontra un’infinità di persone. Raccontano gli Atti degli Apostoli (1,1) che Gesù cominciò a «facere et docere», a fare e insegnare. Ecco la chiave per capire. Francesco non giudica sbagliata la partecipazione a un concerto, ma dimostra coi fatti che c’è urgenza di darsi agli altri. Dà l’esempio: non c’è tempo per altro.

@PippoCorigliano

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