
Paradosso Trump: il suo ritorno sui social fa felici i democratici

Meta ha annunciato che permetterà all’ex presidente americano Donald Trump di tornare su Facebook e Instagram, da cui era stato bannato dopo l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Prevedibili le reazione pavloviane di diversi commentatori, che bacchettano Mark Zuckerberg e il presidente per gli Affari globali di Meta, Nick Clegg, per la scelta di ridare un palcoscenico mondiale («Non hanno imparato la lezione», sentenzia il Guardian) a un personaggio così pericoloso, che punta alla rielezione alla Casa Bianca nel 2024. «La gente dovrebbe poter ascoltare ciò che i loro politici dicono – il buono, il brutto e il cattivo – in modo da fare scelte informate alle urne», ha scritto Clegg .
Quando la sinistra chiese di cacciare Trump dai social
La messa al bando del presidente repubblicano, due anni fa, fu caldeggiata e poi applaudita dai progressisti, politici o giornalisti che fossero, preoccupati per la tenuta della democrazia (con il solito doppio standard per cui chi da sinistra inneggiava all’assalto della Corte suprema per la decisione sull’aborto lo faceva indisturbato) . L’argomento usato da Clegg per giustificare il ripristino degli account trumpiani è quello che i non liberal due anni fa usavano per chiedere di non sospenderlo.
In questi ventiquattro mesi Trump si è spostato su un social creato da lui stesso, Truth, dove ha continuato ad arringare i suoi sostenitori, controlla una fetta del partito – i “suoi” eletti stanno creando non pochi problemi al Gop – e ha serie possibilità di ricandidarsi davvero. Quello a cui si assiste in questi giorni, però, è un gigantesco paradosso, ben individuato da un perfido editoriale del Wall Street Journal: chi è più felice per il ritorno di Trump su Facebook e Instagram, lui o i Democratici? «La nostra ipotesi», scrive il quotidiano conservatore, è che i più contenti siano i Dem, «ansiosi di rivedere l’ex presidente al centro della politica repubblicana».
I Dem in crisi hanno “bisogno” del cattivo Trump
È probabile che Trump voglia tornare su Facebook per raggiungere piccoli donatori per sostenere la sua campagna elettorale, e Facebook è ben contento di riabbracciare The Donald soprattutto per questo, avendo perso grosse fette di mercato pubblicitario e di traffico per colpa di TikTok. È indubbio che i social abbiano contribuito alla sua elezione del 2016, ma come nota il Wsj «la novità del suo messaggio è scemata». Caduto il ban di Twitter, l’ex presidente non è comunque ancora tornato sul social di Elon Musk, là dove i suoi fan lo aspettano, ma non tanto quando i Democratici e Joe Biden, da tempo in difficoltà e senza un nemico su cui addossare tutti i mali del mondo.
È innegabile che la sinistra americana (e non solo) debba parte delle sue recenti fortune alla continua reductio ad hitlerum di Trump, unendo i propri elettori nella resistenza contro il cattivo di Mar-a-Lago. I Repubblicani dal canto loro sanno bene che riconquistare la Casa Bianca l’anno prossimo è possibile, purché il candidato non sia Trump, cosa che invece sperano fortemente a sinistra. Riaverlo su Facebook (e magari Twitter) vorrebbe dire avere la garanzia che i media tornino ad amplificare le sue sparate, che in questi anni sono diventate meno divertenti e sempre più rabbiose. Con Trump costantemente on the news come un tempo, ai Democratici basterà tornare ad additarlo come il male assoluto, e tornare a sperare in una vittoria fino a pochi mesi fa insperabile. Ecco perché, paradossalmente, chi non vede l’ora che Trump torni sui social mainstream sono proprio quelli che due anni fa lo fecero cacciare.
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