Raramente ho visto liturgie più curate e universali: in mezzo alla calca, tutti si fermano per non disturbare le “foto in corso”, precedute da lunghe preparazioni di pose, capelli, vestiti
Nel 1912 Émile Durkheim scrive un libro su un argomento quanto mai lontano da un suo personale afflato: Le forme elementari della vita religiosa. Il sistema totemico in Australia. Non era un uomo di fede né tantomeno un appassionato di tradizioni primitive. Il suo interesse partiva piuttosto dalla convinzione che quel tipo di espressività selvaggia fosse la più adatta «a far comprendere la natura religiosa dell’uomo, cioè a rivelarci un aspetto essenziale e permanente dell’umanità». Il suo interessante postulato sociologico era che un’istituzione umana non può fondarsi sull’errore e sulla menzogna: in tal caso non potrebbe durare. Perciò, la religiosità deve essere fondata nella natura delle cose.
Ho avuto modo di verificare la bizzarra verità di queste intuizioni qualche settimana fa, visitando la Grecia antica, quella dei miti, di Zeus, di Apollo, di Atena, scoprendo a Delfi “l’ombelico del mondo” in cui una giovane vergine, tra fumi allucinogeni, profetava le sorti di un popolo, che...