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Ieri è iniziata la fase transitoria del Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Cbam), il dazio doganale europeo sulle emissioni di CO2 prodotte all'estero per realizzare i beni importanti nell'Ue. La tassa ha l'obiettivo di evitare la perdita di competitività dell'industria europea e scoraggiare la delocalizzazione a fronte dei balzelli green sempre più onerosi da pagare in Europa.
L'ambizioso dazio doganale green dell'Ue
A partire dall'1 ottobre, chi importa in Europa beni di diversi settori (cemento, alluminio, fertilizzanti, produzione di energia elettrica, ferro e acciaio) dovrà compilare quintali di moduli per attestare, e pagare, le emissioni di CO2 prodotte per realizzarli.
L'obiettivo del Cbam è evitare che le aziende e le industrie europee sottoposte all'oneroso sistema Ets, che prevede il pagamento di una quota per ogni tonnellata di CO2 emessa durante il processo produttivo, non perdano in competitività rispetto a quelle straniere che non devon...
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