
Partito unitario alla tedesca
Sembrava che il partito unitario proposto da Berlusconi fosse un atto impossibile, anche se corrispondeva a un disegno politico che avrebbe dovuto attirare i partiti del centro- destra. Il fine era quello di dare una definizione del centro-destra che non fosse riconducibile alla sola iniziativa del presidente del Consiglio e permettesse all’attuale maggioranza di ridiventare tale alle prossime elezioni e di non disgregarsi in tronconi separati in caso di sconfitta. In realtà, essa era un tentativo di Berlusconi di lasciare una traccia della sua opera nella politica italiana, anche di fronte a una coalizione di tutte le forze politiche contro di lui indicata come maggioritaria nei sondaggi. Tuttavia, anche nell’azione di governo, i partiti della coalizione di centro-destra avevano mostrato, salvo Forza Italia, di essere attaccati più alla loro forma di partito che non alla Casa delle libertà, mentre l’attaccamento di Forza Italia alla Casa delle Libertà la disgregava come partito, la riconduceva al semplice supporto dell’azione di governo impersonata, come era, nel suo leader. Il partito più ostile appariva essere l’Udc, che però non chiariva il motivo della sua ostilità, lasciando intendere di giudicare il partito unitario come un messo per confermare Berlusconi presidente.
Ora Casini ha cambiato radicalmente linea politica e ha chiesto la costituzione immediata del partito unitario legata all’adozione di un modello proporzionale alla tedesca, con la medesima combinazione di uninominale e di proporzionale propria della Repubblica federale. Le ragioni del presidente della Camera sono nell’evidente fallimento del maggioritario all’italiana, che ha moltiplicato i partiti invece di ridurli, e rischia di frantumare il paese in aggregazioni spontanee locali patrocinate dai Ds. Consensi a questa linea potrebbero venire dall’Udeur e dalla Margherita, visto che il modello tedesco era stato il modello proposto dalla Dc come riforma costituzionale.
Forse l’iniziativa di Casini giunge un po’ tardi, nella stretta finale di un anno sovraccaricato di disegni di legge ed a rischio di tempi brevi. Però, ove l’iniziativa avesse consenso in tutto il centro-destra e in parte dell’opposizione, essa sarebbe una soluzione utile a un sistema maggioritario fallito, che fa dei Ds l’unica organizzazione politica veramente dominante nella sua coalizione. Pare che anche Alleanza Nazionale sia ora favorevole allo schema del partito unitario e che in esso trovi sbocco la stessa polemica che oppone, in questo momento, il presidente del partito, Gianfranco Fini, alle correnti interne. Difficilmente Forza Italia lascerà cadere la proposta fatta dal capo dell’Udc, che esce dal suo riserbo e gioca in proprio la carta del partito unitario. Il sistema tedesco eviterebbe quello che è stato il maggior difetto del bipolarismo italia, quello di concentrare l’identità della coalizione nella figura del leader. Nelle condizioni del nostro paese, ciò ha condotto a un livello molto intenso di contrapposizione politica.
Forse questa è la ragione che ha spinto l’Udc a una proposta che non fa della questione della leadership la questione dominante. E questo sembra un bene.
bagetbozzo@ragionpolitica.it
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