The Passion, molto rumore per tutti

Di Lorenzo Albacete
11 Marzo 2004
Ho scoperto che la mia intervista per Il Foglio sul film di Mel Gibson “The Passion of the Christ”

Ho scoperto che la mia intervista per Il Foglio sul film di Mel Gibson “The Passion of the Christ” ha suscitato diverse polemiche tra i lettori e provocato addirittura l’attacco di un famoso personaggio televisivo. Sarà interessante vedere quali saranno le reazioni al film quando verrà proiettato in Italia.
Negli Stati Uniti, la reazione suscitata dal film è diventata una sorta di cartina di tornasole per stabilire da che parte si è schierati nell’attuale guerra culturale. Se il film ti è piaciuto, sei un conservatore (sia di tipo tradizionale sia di tipo neo-), un cristiano evangelico che sostiene un’interpretazione fondamentalista della Bibbia (o un cattolico che non approva le decisioni del Concilio Vaticano II), un fan di Bush, bianco, inconsapevolmente razzista e omofobico, nemico degli ebrei. Se invece il film non ti è piaciuto (anche soltanto in parte!), sei un ebreo, un cattolico liberal, un intellettuale che vive in una grande città, legge il New York Times, ascolta National Public Radio, sostiene i matrimoni omosessuali, è a favore delle Nazioni Unite e compra prodotti francesi. Nessuno ha la benché minima idea di cosa pensino le comunità ispaniche e afroamericane di questo film. Gli ispanici sono perplessi dalle polemiche, mentre gli afroamericani non sono affatto sorpresi dalla crudeltà dei linciaggi di cui può essere capace una folla (la Tv svizzera ha inviato un’intera squadra di reporter e operatori per farmi un’intervista live davanti alla parrocchia del quartiere ispanico dove celebro Messa la domenica, con grande stupore dei miei parrocchiani. Detto per inciso, la Tv svizzera ha speso più di 5mila dollari per questa intervista live via satellite. Avrebbe speso molto meno se mi avesse spedito un biglietto aereo in business class, e avrei fatto la stessa identica cosa nei loro studios).
Nel frattempo, la comunità ebraica è preoccupata. Alcuni hanno addirittura “assolto” Gibson dall’accusa di antisemitismo, mentre lo stesso Gibson ha pubblicamente “assolto” i suoi critici ebrei. Ad ogni modo, questa settimana il film ha battuto per incassi “Il Signore degli Anelli”.
Ancora una volta, mi domando come sarà accolto il film in un ambiente culturale diverso da quello dell’America di oggi. Sono davvero impaziente di scoprirlo. A proposito, mandatemi un biglietto aereo di prima classe e sarò felice di venire da voi per discuterne di persona. Gibson ha già accumulato una fortuna grazie alle polemiche. Posso provare a guadagnarci qualcosa anch’io. Non mi darebbe fastidio doverne discutere con la gente di Bali prima che qui finisca l’inverno.
Così è passata un’altra settimana a New York. O si parla di Gesù o di Martha Stewart.

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