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La preghiera del mattino

Come giudicare il nuovo Patto di stabilità

Di Lodovico Festa
21 Dicembre 2023
L'approccio realista di Meloni e quello isterico dei suoi detrattori torinesi e romani, le prese di posizione demagogiche dei leader progressisti e quelle preoccupate di Macron e Scholz. Rassegna ragionata dal web
Meloni Scholz Macron Patto di Stabilità
Giorgia Meloni, Olaf Scholz e Emmanuel Macron durante il trilaterale nel bar di uno storico albergo di Bruxelles nella tarda serata tra il 13 e il 14 dicembre in una foto pubblicata dal quotidiano La Stampa (Ansa)

Su Dagospia si scrive: «Alla fine, Meloni l’ha preso in quel posto – Dopo aver strepitato “Io non vendo l’Italia!” e minacciato il veto, una volta che è stata uccellata da Macron e Scholz, la ducetta coatta è rimasta col cerino acceso e ha dovuto accettare il nuovo patto di stabilità – Ma i rospi da ingoiare non sono finiti: ora la parolaia del Colle Oppio non avrà altra scelta che “tradire” le promesse fatte quando era all’opposizione e far approvare dal parlamento il Mes (e la Lega voterà contro)».

Il fronte isterico torino-centrico antimeloniano e quello caciaronico romanesco sono allineati sul commentare la sconfitta dell’Italia nella partita per il nuovo Patto di stabilità. I torino-centrici sono un po’ più eleganti e parlano di “resa” di Palazzo Chigi, i romaneschi non si smentiscono e scrivono che la Meloni “l’ha preso in quel posto”.
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Su Tgcom 24 Mediaset si scrive: «Secondo il leader del M5s, Giuseppe Conte, il premier Giorgia Meloni "sta rifilando all'Italia...

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