
Per i giudici di Torino un bambino può avere una «madre A» e una «madre B»

La Corte d’Appello di Torino ha riconosciuto, ribaltando il verdetto di primo grado che lo aveva negato, a due donne eguali diritti come mamme di un bambino nato in Spagna da inseminazione eterologa. La corte ha ritenuto che fosse questo il modo di affermare «l’interesse del bambino» e per «garantire la copertura giuridica ad una situazione di fatto in essere da anni, nell’esclusivo interesse del bambino cresciuto da due donne che la legge spagnola riconosce entrambe come madri».
A Barcellona, dove le due si erano “sposate”, il Comune spagnolo ha indicato le due donne (che tra l’altro, nel 2014, hanno divorziato) nello stato civile come «madre A» e «madre B», mentre loro hanno scelto nel 2013 la condivisione della responsabilità genitoriale. Si tratta, quindi, anche se l’utilizzo mediatico della sentenza non è minore, di una situazione molto diversa dal riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso contratte all’estero e registrate in alcuni Comuni italiani (Roma su tutti).
Con la trascrizione dell’atto di nascita del bimbo in Italia, autorizzato dalla Corte d’appello torinese (la presidente Silvia Daniela, la relatrice Daniela Giannone e la giudice Federica Lanza), sarà permessa anche la libera circolazione del minore anche con l’ex-compagna non partoriente.
Il Comune di Torino ha inviato alla Prefettura gli atti con cui la Corte d’appello ha disposto di trascrivere l’atto di nascita del bambino. L’Anagrafe si è pone in attesa e chiesto delucidazioni alla Prefetto trattandosi di un caso mai verificatesi.
LE REAZIONI. L’assessore alle Pari Opportunità della Città, Ilda Curti non perde l’occasione di “buttarla in politica”. Commentando la sentenza sostiene che «conferma come sia urgente un intervento legislativo che consenta a tutti i cittadini – qualsiasi sia il loro orientamento sessuale, la loro razza, la loro religione, la loro identità di genere – di godere degli stessi diritti e adempiere agli stessi doveri. Questo bambino ha diritto di avere riconosciute le due figure genitoriali di riferimento, in questo caso due madri, che lo tutelino e abbiano nei suoi confronti gli stessi diritti e gli stessi doveri di un qualsiasi altro genitore. È evidente che urge un impianto legislativo che prenda atto dei cambiamenti sociali e civili e riconosca finalmente pari opportunità e medesimi diritti/doveri a tutti i cittadini, senza discriminazione alcuna». Sulla stessa linea il Comitato Torino Pride: «La notizia è di quelle che fanno la storia. Torino e la sua Corte d’Appello si pongono nuovamente all’avanguardia su una questione di eccezionale importanza».
La pensa (per fortuna!) diversamente monsignor Bruno Forte, vescovo di Chieti, teologo e segretario speciale del Sinodo sulla famiglia: «Un bambino ha il diritto di crescere con un padre ed una madre e la decisione della Corte d’appello di Torino non tutela questo diritto. Mi auguro che non ci sia emulazione ma riflessione».
Articoli correlati
84 commenti
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
Io sono una donna single che, grazie alla fecondazione eterologa è diventata mamma. Prima di imbarcarmi in questo percorso mi sono letta moltissime ricerche effettuate in altri paesi (da noi non ce ne sono). Tutte le ricerche hanno chiaramente evidenziato quanto sia necessario che un bambino abbia contatti frequenti con membri dei due sessi, ma in definitiva la conformazione della famiglia conta poco o nulla rispetto alla crescita sana di un individuo. La cosa più importante nel crescere è la stabilità, l’affetto e il sentirsi apprezzato (io posso amare profondamente un figlio, ma non accettare come è). Questo lo può garantire sia una famiglia tradizionale che le ‘nuove’ tipologie di famiglia: omosessuali, monogenitoriali, nonni con incarichi da genitori, affidatarie. Io sono stata tanto egoista quanto la mia amica che ha deciso di adottare un bimbo russo. Entrambe abbiamo voluto un figlio perché avere figli è bello, non per il bene dell’umanità. Mio figlio, ad oggi, è un ragazzino come tutti gli altri. Non sente la mancanza di una figura che non ha mai avuto, ma passa un sacco di tempo con il nonno e con gli zii, che gli insegnano cosa è un uomo. Nessuna insegnante mi ha mai fatto presente di un qualsiasi problema psicologico. L’anno prossimo andrà al liceo e probabilmente le cose si faranno più difficili, ma nella sua ancor breve avventura nella vita di situazioni famigliari ben peggiori della sua ne abbiamo incontrate molte: genitori separati litigiosi, padri violenti, padri menefreghisti (la maggior parte, devo dire)… Almeno mio figlio non si è mai sentito di troppo. Ho un unico rammarico: aver ceduto alla paura e non avergli dato un fratello.
Cara mammasingle, credo comunque che la situazione di tuo figlio sia decisamente migliore di quella del poverino con due mamme. In ogni caso, ti consiglio di fargli esprimere il disagio, che sia libero di poterlo esprimere, magari per paura di ferirti non riesce: si capisce bene dalle tue parole che per te sarebbe devastante e tuo figlio lo sa.
Non posso credere, , in effetti, e che ci sia al mondo qualcuno, in buona fede, che creda che crescere senza padre, sapendo che il proprio padre ti ha ceduto come un oggetto qualsiasi( ti ha regalato magari, anche peggio ) sia una passeggiata. Anche se forse anche tu, nella tua vita, hai considerato superflua la figura di tuo padre, anche per come parli del “padre” in generale, cioè con disprezzo.
D’altra parte, tu confermi in pieno che chi si avvale di certe pratiche disumane , lo fa per egoismo, per avere un cucciolo, per una compensazione affettiva, per soddisfare il suo desiderio, che è prioritario rispetto a qualsiasi altra considerazione sul bene del bambino comprato al mercato .Il paragone col bambino russo adottato ne è una prova : l’adozione è una istituzione PER il bambino abbandonato, non per dare una compagnia agli adulti !
Scusami, eh, magari nell’onda melliflua che avvolge certe pratiche, ti sembrerà strana la mia durezza, ma ho conosciuto tanti bambini senza padre, e anche senza madre, e la cosa che desideravano di più al mondo era vivere con la loro mamma e il loro papà insieme, alcuni anche per averli avuti in affido, e il solo pensiero che qualcuno, apposta, li metta in questa condizione, mi dà dolore.
Anche se credo che tu , magari non del tutto consapevolmente, vieni qui a proporre la tua storia perché sei stufa della melassa che avvolge scelte disumane come la tua, altrimenti non sentiresti il bisogno di giustificarti. Ma sempre si può ricominciare, anche da un errore grande come il tuo, come posso ricominciare io dai miei errori. Però nella verità.
Finalmente! Qui qualcuno sveglio che riconosce che non servono un pene e una vulva per crescere un bambino ma capacità genitoriali! E so che ora voi omofobi state rodendo! Perchè voi odiate i bambini, odiate i gay e per questo li volete tutti al posto che decidete voi! I bambini in una famiglia che volete voi se no niente! Saresti disposti scommetto a strapparli alle famiglie che non rispettano la vostra e poi metterli nella vostra preziosa famiglia perché oh quella oh niente! Voi omofobi odiate i bambini se no penserete a loro e no ha quello che volete che è “che lui cresca nella cavolo di famiglia che volete voi o quella o niente” Attivate il cervello omofoni
Sean insiste: “capacità genitoriali”: perché i neologismi siano all’altezza della volgarità violenta con cui “voi omofili” dimostrate quanto odiate i grandi che mettono al mondo solo loro i piccini; e i piccini perché, scellerati e incoscienti che non sono altro!, si sono fatti convincere a venire al mondo come hanno stabilito le facinorose Sentinelle In Piedi, esclusivamente dall’amore fra un uomo e una donna.
Sean, lei non ha nulla da attivare: né cervello né cuore.
Mi perdoni se mi permetto di rispedire al mittente il suo consiglio di accendere il cervello, ammesso che ne abbia uno a disposizione, caro eterofobo!
Bella schifezza, altri giudici asserviti alla nefasta e perniciosa dittatura genderista.
altro commento estremamente costruttivo
@Nino.
Ho una bellissima coppia di lumache spagnole (Arion vulgaris).
Il genere non è importante…Ti piacerebbe adottarle?
Ftax pensaci tu alle lumache visto che non sei ovviamente in grado di dare le cure necessarie ad un bambino
…mai che si riesca a parlare di cose cocrete
Non mettere limiti al vostro talento. Già è successo in passato che le cose che non apparivano concrete a distanza di pochi anni si sono imposti come concrete (pretese o diritti) . Siete in caduta libera…. acquistate velocità cadendo.
a parte il fatto, Toni, che tra “pretese” e “diritti” c’è una certa differenza, ti chiederei ancora una volta di non limitarti a scrivere frasi criptiche ma di fare esempi specifici, invece di buttarla (come ha fatto Ftax) in caciara
@ Nino
Nulla di criptico e per questa volta te lo spiego volentieri:
Su “pretese” e “diritti”:
Trovo che “pretese” e “diritti” sono diventati sinonimi nella vostra visione antropologica del “fare come minchia ci pare”.
Sulla “caduta libera”:
Fanfani, all’indomani delle vittoria del divorzio, dichiaro: “Oggi vogliono il divorzio, domani l’aborto, poi il matrimonio tra omosessuali”. Un Nino (si chiamava proprio così…. eri tu?) che passava giusto di là gli disse ” …mai che si riesca a parlare di cose concrete”.
Per questo ritengo che una tua adozione delle lumache di Ftax è una ipotesi concreta ed inquietante. 🙂
il monsignore brutto forte cosa propone di fare? di creare un padre ad hoc?
come ho più volte detto non credo di essere favorevole all’inseminazione eterologa, però certo, che se tale inseminazione viene permessa poi per il bambino è avere il riconoscimento di entrambe le madri
Poniamo che il magistrato abbia voluto limitare le conseguenze di un “diritto alquanto discutibile”. Che c’azzecca tutto ciò con la strumentalizzazione politica dei soliti “politically correct?”
Questo caso dimostra, invece, quanto siano pericolose certe pratiche, per le gravi conseguenze giuridiche che possono determinare. Qual’è la soluzione proposta dalla lobby lgbt? Fare in modo che queste pratiche siano consentite anche in Italia, così da moltiplicare gli interventi dei magistrati! Fantastico! i
Ecco un altro colpaccio dell’intoccabile ultracasta degli impunibili.
Ai numerosi esperti legulei del sito domanderei, senza alcuna intenzione polemica, se questa sentenza da azzeccagarbugli la si può applicare, di riffa o di raffa, anche al quel famoso caso del bambino/a nato/a dalla mamma “sbagliata” in seguito a uno scambio di provette.
Chissà che felicità per i genitori essere definiti, ad esempio, genitori a+b e genitori x+y.
Povero Salomone.
Non sono azzeccagarbugli, ma direi che i due casi non sono paragonabili, quindi no, secondo me la sentenza non è applicabile a quel caso (in cui francamente un soluzione veramente “giusta” secondo me non c’era, purtroppo)
A te invece vorrei chiedere, come ho già fatto con Toni, quale decisione secondo te sarebbe stata più giusta, al posto di quella adottata dal giudice di Torino
Si tratta in entrambi i casi del figlio nato dall’ovocita estratto dalla donna x che però viene partorito dalla donna y.
Insomma, quel tuo “direi che i due casi non sono paragonabili” ti toccherà argomentarlo meglio.
Allora provo ad argomentare, per chiarezza definisco “primo” caso quello dei gemellini e “secondo” caso quello delle due mamme.
Da un punto di vista legale, il primo caso è assolutamente atipico e completamente nuovo da affrontare, non c’è casistica a livello europeo (che io sappia neanche a livello mondiale) né legislazione, mentre nel secondo caso esiste una ampia casistica europea e diverse scelte legislative a livello nazionale (non per niente, in spagna il bambino ha già legalmente 2 genitori, nella fattispecie 2 madri ), anche in Italia la recente sentenza che ha permesso ad una donna di adottare il figlio della sua compagna va nella direzione indicata dal giudice
Nel primo caso il giudice è stato chiamato a prendere una decisione ex-ante (ovvero prima che i bambini nascessero, ovvero appena sono nati), nel secondo si tratta di valutare ex-post (cioè in una situazione già consolidata) visto che il bambino sta già crescendo con due madri da diversi anni
Ne primo caso c’è un conflitto tra le due coppie, nel secondo caso c’è concordia tra le due mamme sia nei fatti che legalmente, visto che hanno scelto l’affido condiviso e che, in spagna, questo è stato approvato legalmente
Nel primo caso si tratta di genitorialità contesa, nel secondo di genitorialità condivisa
No, direi che sono abbastanza diversi
I casi sono accumunati, mellifluo Nino, dalla difficoltà di individuare chi sia la madre. E anche chi sia il padre. Essere indifferenti o superficiali a questa domanda apre la strada ad scenari imprevedibili, comunque negativi per qualsiasi bambino al mondo. Certo, non per chi teorizza che permettere ad un figlio di crescere col proprio padre e la propria madre, non costruendo bambini in modo disumano, manco fossero oggetti di arredamento da assemblare alla Frankestain, sia una faccenda superata. Cioè, se il ruolo dei genitori è perfettamente interscambiabile con qualsiasi combinazione numerica e di genere, quindi in fondo perfettamente inutile , tanto da non saper definire nemmeno in cosa consista il proprio essere PADRE, allora non importa che possano avvenire simili mostruosità, basta normarle e i piccoli schiavi sono a posto.
E noi possiamo continuare a scivolare nell’unto fischiettando.
Tanto per cominciare, a me risulta le due lesbiche siano già separate, dunque la tua affermazione “il bambino sta già crescendo con due madri da diversi anni” ha parecchio di beffardo.
Poi, io non ho scritto affatto che si tratta di due casi simili, ma tenendo di conto che il nocciolo della questione è sostanzialmente lo stesso, ovvero se, secondo la legge italiana, si deve considerare mamma solo la donna che partorisce il bambino, oppure quella che ha donato l’ovocita per la fecondazione in vitro, oppure entrambe (a quanto pare a Torino si è scelta la terza opzione infischiandosene alla grande della norma italiana), io ho domandato a chi se ne intende se una tale risoluzione poteva servire per dirimere la famosa questione dell’errore di provetta.
Insomma, ti ringrazio per l’impegno profuso, ma mi pare che la tua risposta non sia esauriente.
Allora preciso: nel caso delle due mamme, il fatto che una avesse donato l’ovulo all’altra è secondario e non ha influito sulla decisione (se vuoi rafforza il concetto che per motivi diversi entrambe si sentano maggiormente mamme, ma dal punto di vista legale è irrilevante).
Ripeto, sempre nel caso delle due mamme, c’è un bambino che è stato concepito nell’ambito di una famiglia (riconosciuta come tale in spagna), tra due persone che sono sposate (in spagna), che hanno poi divorziato (in spagna, come in italia moltissime coppie etero che mettono su una famiglia naturale fanno ogni anno) che hanno deciso di continuare ad occuparsi insieme del bambino scegliendo l’affido condiviso (cosa che ahimè moltissime coppie etero quando divorziano non fanno, usando i figli per gestire i conflitti di coppia) e continueranno a farlo, a prescindere dalla decisione del giudice, che in fondo ha solo preso atto della situazione.
La tua volenterosa precisazione purtroppo non precisa niente di inerente al tema specifico che io ho introdotto.
se lo dici tu …
Purtroppo risulta evidente.
ai posteri l’ardua sentenza
è vero secondo voi per il bene del bambino, visto che il padre non c’è è meglio uccidere il bambini. mi raccomando non credetegli se vi dice che è pressappoco felice tanto quanto gli altri bambini!!!
Dove spari ste c…… del “meglio uccidere i bambini”?
Hai visto “The Truman Show”? Con la vostra falsificazione della realtà date “pressappoco” lo stesso tipo di felicità del protagonista del film.
La fecondazione eterologa e l’utero in affitto sono pratiche da vietare per tutti, eterosessuali e omosessuali. Poi vediamo quanti figli di due omosessuali le corti si troveranno a dover riconoscere e tutelare. Scommetto nessuno.
Nel frattempo, visto che in molti paesi dette pratiche attualmente non sono vietate, che si fa? si nasconde la testa nel terreno come gli struzzi?
Si impediscono nuovi danni e si riparano, o si limitano quelli fatti, nell’interesse dei bambini vittime di sporcaccioni fantasiosi ed egoisti .
@Toni: e per limitare i danni fatti (e quelli che si faranno prima che si possano definitivamente impedirei nuovi danni) cosa proponi di fare?
Non sono uno psicologo infantile come non lo sei tu che ai soluzioni facili a dare figli a chi li vuole furbescamente produrseli. Ma sono certo che nella vita contano le esperienze che si riescono ad apportare e spero che per quei bambini ci siano esperienze che riparano.
PS: Non ho parlato di cliniche
1. Nessuno ha parlato di cliniche in nessuno dei commenti mi pare, quindi non capisco il tuo P.S.
2. tu hai scritto sopra che “Si impediscono nuovi danni e si riparano, o si limitano quelli fatti, nell’interesse dei bambini vittime di sporcaccioni fantasiosi ed egoisti”. Ora, la decisione del giudice di Torino, nelle sue intenzioni (se ho capito bene) ha l’obiettivo di limitare i danni nell’interesse del bambino. Poiché tu, mi sembra di capire, non condividi questa decisione, dovresti averne in mente un’altra che, a tuo avviso, sarebbe migliore. Ed io ti chiedo di dirmi qual è, altrimenti la tua critica non è costruttiva
Ho puntualizzato sulle cliniche perché ho usato il termine “riparare” (intendevo non riparare in “cliniche”.
Ti ho già detto che non sono uno psicologo infantile ma so che esiste una letteratura lunga un secolo che spiega che il benessere del bambino si realizza in una sana relazione complementare con figure maschili e femminili. Un letteratura omessa nel giro di pochi anni per piegarsi alle esigenze degli sporcaccioni.
Quindi non posso darti una risposta tecnica
Se io fossi giudice mi doterei di consulenze non evitando quelle di specialisti ingiuriati “omofobi” e non pescandoli preso associazioni gaie.
Se fossi giudice inviterei la madre naturale a dire la verità (che nel mio ambiente oltre a fare diventare liberi è la migliore cura) . Partendo dal fatto che il bambino ha una sola mamma e che non mettergli in testa la parodia di altre figure materne. Di consentirgli di a scoprire a chi “somiglia” fisicamente psicologicamente ed emotivamente.
Capito….meraviglioso papà?
Dimenticavo: se fossi giudice …niente “esibizioni” davanti ai bambini.
inviteresti la madre a dire la vrità in merito a cosa?
parodie? qui l’unica parodia è la tua di un essere umano!
Sei talmente immerso nel ridicolo che non ti rendi conto di quello che dici. Così pensi che puoi etichettare mamma 1 mamma 2 e , perché no, mamma 3.
Pensi che secondo il tuo umore, la tua fantasia, stabilisci le cose e credi che le parole diventano realtà. Prima di parlare di “parodia” di essere umano, dovresti capire cosa è un essere umano. Tu, di questo, hai in testa un abbozzo mal riuscito.
@Menouno: perchè scendere al livello cui scendono già troppi, in questo sito?
@Toni: pensa che nella mia ampia fiducia nella gente non mi era proprio passato per la mente che il termine “riparare” si potesse riferire alle cosiddette tecniche riparative.
Tornando allo specifico, la verità per la madre è che il bambino ha due madri (tra l’altro, se non sbaglio, una è la madre naturale e l’altra quella biologica, ma è un dettaglio) e che c’è un signore sconosciuto che per aiutare le due mamme a mettere al mondo il bambino ha regalato loro il proprio seme. Questa verità non è solo quella della madre, o delle madri, ma anche quella legale, almeno per la Spagna, che ha formalmente riconosciuto ad entrambe le donne l’essere “madri” ed a nessun uomo l’essere “padre” di quel bambino.
Io ovviamente non conosco il percorso fatto dal giudice, non so se ha avuto dei consulenti (né quali), immagino che abbia deciso sulla base di tutte le informazioni in suo possesso.
Però, con il tuo commento, mi pare che tu stia dicendo che la decisione del giudice è sbagliata, ma che quella giusta non sai qual è. Ciononostante per te la decisione del giudice è sbagliata … a prescindere. Prendo atto.
Per la verità io ritengo che il bambino ha una madre vera che lo h partorito e l’altra ingiuriata mamma. Questa è la falsità evidente … chiamare mamma una che non lo è.
Per il resto la risposta l’ho data. Non ritengo giusto ad una madre vera strappargli un figlio se non in caso che costituisca per lui una presenza deleteria. Il fatto che non vedi la mia risposta credo che sia attribuibile alla tua consueta visione volutamente superficiale delle cose.
Allora provo ad interpretare: visto che non ritieni giusto ad una madre vera strappargli il figlio (ma per te la madre vera è quella biologica che ha dato l’ovulo o quella che il bambino lo ha partorito? non mi è chiaro), e visto che tu consideri la sentenza sbagliata, tu ritieni che il giudice avrebbe dovuto negare alla donna italiana il riconoscimento dello status di madre. E ritieni che questa sarebbe stata la soluzione migliore per il bambino, che quindi quando è in Italia sarebbe affidato (per la legge italiana) ad una perfetta sconosciuta (ed alla sua famiglia di perfetti sconosciuti … per la legge) che in caso di sfortunata emergenza (per esempio medica) non avrebbe (sempre per esempio) voce in capitolo sulle cure da somministrare al bambino. Per il bene del bambino e della sua salute, ovviamente
Hai fatto un interpretazione a capocchiam. Perché ti viene così difficile capire? Tu pensi che una madre può essere chi si vende in qualche modo (vendendo ovuli, seme, gravidanze)? Trovo che la madre è chi partorisce un figlio per tenerselo per se, nonostante le scelte scellerate che ci possono essere a monte. Trovo altrettanto scellerato dire al figlio : “questa è mamma 2”. In questi atti trovo che il piccolo è stato defraudato.
Io mi concentrerei, comunque, sulla tua visione di benessere per un bambino che ho capito da sempre che è a buon mercato.
A scanso di ogni possibile equivoco: Penso anche qualsiasi persona che per il solo fatto di concepire questi guazzabugli (tra acquisti di ovuli, semi, ingredienti vari, compresi viaggi in Spagna e tribunali ed altri circhi equestri) per avere un figlio presenta tutti gli elementi di disturbo, di egoismo patologico, che la rendono la persona meno indicata ad avere un figlio.
Considera questo, caro Nino, il mio principio base.
Ne discerne che tra le soluzioni ad un problema di queste dimensioni la soluzione più giusta sarebbe a livello internazionale per impedire queste scelleratezze. Il problema quindi è anche che esistono stati canaglia (tipo la spagna) che consentono queste carognate.
Scusa Toni, però non capisco, da una parte dici che il figlio è di chi lo partorisce dall’altra dici che chi lo partorisce avendolo generato in quel modo “presenta tutti gli elementi di disturbo, di egoismo patologico, che la rendono la persona meno indicata ad avere un figlio.” tanto più che scelleratamente dice al figlio che lui ha due mamme. Quindi? Stai dicendo forse che in teoria il figlio andrebbe affidato esclusivamente alla mamma che lo ha partorito ma che poiché questa è inadatta a fare la madre andrebbe dato in adozione?
Sicuro che non capisci?
Non capisci che bisogna impedire che si verificano situazioni vergognose ?
Non capisce che quando si sono verificate bisogna limitare i danni alle vittime ?
Vedi che se non capisci è grave. Ma non ci credo che non capisci …. ma scivoli, ti contorci, arzigogoli…. ti senti scaltro….. ma ti hanno sgamato e definito.
No, Toni, io do per scontato che per te queste “situazioni vergognose” debbano essere impedite e che quando, nonostante tutto, si verificano, debbono “essere limitati i danni alle vittime”, ovvero ai bambini. La tua posizione generale mi è chiara.
Quello che non mi è chiara è la critica al caso specifico, che non è astratto ma concreto: se la scelta fatta dal giudice secondo te è sbagliata (ripeto sul caso specifico), quale altre soluzioni secondo te sarebbero più giuste? Non puoi dire che una soluzione è sbagliata se non ne definisci una almeno “un po’ meno sbagliata”. ovvero una che ti avrebbe fatto dire almeno “tutto sommato il giudice ha fatto la scelta migliore possibile, anche se non la migliore in assoluto”
Il caso concreto? il mio post di ieri (18:07) non ti ha consentito di farti una idea?
Vediamo:
Dirgli di non fare zozzerie davanti al bambino è abbastanza concreto?
Dire di non fare feste, festini, party simposi, coinvolgendola è abbastanza concreto?
Dirgli di non mettergli in testa che ha mamma 2…o mamma 3 è abbastanza concreto?
Consentirgli di avere la possibilità di percepire a livello affettivo, emotivo ecc. la complementarietà della sessualità magari coinvolgendo i propri familiari (padre, madre, fratelli, sorelle) è abbastanza concreto?
Guarda continuerei, ma sono consapevole che, per come la si prende, è una situazione disgraziata e questa condizione non viene affatto sminuita dalla obiezione che è un fenomeno crescente.
Certo mi sento un poco come il tizio che gioca a fare il ct della nazionale che ha la squadra vincente. L’argomento è serio, merita studio, approfondimenti, consapevolezza e qualità di rapporti umani. Non la tua faciloneria, anzi il tuo tifo sportivo.
Chiaro che se i giudici, per essere alla moda, cercano consulenze ed competenze, solo in determinati circoli…. le sentenze disgraziate fioccano.
Sono stato abbastanza concreto?
No, mi dispiace, come al solito generalizzi e non affronti il caso specifico. So benissimo qual è la tua opinione, non la condivido ma la rispetto (cosa che non sempre viene fatta qui … qui come in molti altri luoghi, sia chiaro). Ed evidentemente anche le madri del bambino (perché tali sono per la legge spagnola, ed ora anche per la legge italiana) non condividono la tua opinione. Ma tutto questo non è l’oggetto della discussione.
Tu scrivi : Chiaro che se i giudici, per essere alla moda, cercano consulenze ed competenze, solo in determinati circoli…. le sentenze disgraziate fioccano.
E lo scrivi non avendo idea di cosa abbia fatto il giudice, di quali consulenze e competenze abbia cercato e trovato, dando per scontato che poiché la decisione a te non piace ed è quindi per te “disgraziata” allora è sbagliata e di parte, ma guardandoti bene dall’indicare (e non te lo chiederò più, anche perché devo andarmi ad occupare di uno dei miei figli) quale altra decisione per te sarebbe stata migliore “per il bambino”.
E parli a me di tifo sportivo? mah …
Non mi pare di non essere stato concreto se poi è per la citazione che hai riportato è evidente che la baso sulla tendenza generale, vista e rivista di tendere a senso unico a favorire le pretese lobbistiche di matrice gaio
Per quanto tu dica che rispetti il mio punto di vista ti voglio ribadire che sono convinto che è solo l’attenzione del bambino che mi porta con mille precauzioni a toglierlo a sua madre (e comunque temo che nella mia posizione ci possano essere errori che allo stato non percepisco). Ma quest’ultima per il suo egoismo non meriterebbe nessun riguardo.
Neanche tu hai certezze sulle consulenze del giudice di cosa abbia fatto il giudice. Eppure si capisce fin troppo chiaramente per dove tendi.
Appunto, tu senza avere elementi specifici ma solo ragionando in generale, leveresti il bambino ad entrambe le madri perchè, per definizione, sarebbe meglio.
Io ritengo che se il giudice ha deciso in quel modo ha avuto le sue motivazioni oggettive (e non certo influenzate dalla famosa lobby gay), e comunque mi sembra una soluzione equlibrata (specie se penso che le due madri sono d’accordo e confronto questo atteggiamento con le molte lotte tra genitori di quella che era una famiglia naturale che usano i figli per continuare la loro battaglia personale).
Tutto chiaro mi sembra
Ammesso e non concesso che “crescere con un padre ed una madre” sia più tutelante di ogni altra situazione, qui il padre non c’è ne mai c’è stato.
Bene hanno fatto i giudici a cercare nelle condizioni date la migliore situazione per la bambina, se poi non piace al mons pazienza!
Il “crescere con un padre ed una madre” sia più tutelante di ogni altra situazione è fuori discussione. Mettere in discussione tale principio denota, da parte di chi lo fa, non avere la minima cognizione di cosa è un padre e una madre.
Se il padre ed una madre vivono una situazione patologica questa non legittima l’istituzionalizzazione di una patologia ancora più grave
quindi, Toni?
Non ti posso imboccare, se leggi sopra e sotto, sai cosa penso. e mi pare pure chiaro.
Certo non sono come te che daresti i figli a sporcaccioni ritenendo che può esserci il peggio.
ancora un commento che con il tema ci azzecca ben poco, mi pare
ci azzecca ….ci azzecca!
lucillo, la smetti di almanaccare su quello che succede DOPO che è stato FABBRICATO un bambino per accontentare un capriccio ? il nocciolo è all’inizio: non è ammissibile produrre una creatura per un capriccio privandola deliberatamente di un suo diritto – un papa e una mamma -. tutti i tentativi per cercare di aggiustare giuridicamente un ginepraio e un puttanaio simile sono destinati a fallire perchè si cerca di raddrizzare una cosa nata storta.
@Beppe:” non è ammissibile produrre una creatura per un capriccio”. Quindi? Poiché per te non è ammissibile ma per altri lo è, e lo fanno senza commettere nessun reato, e quindi ad un certo punto il bambino esiste, che si fa? E se tanto tutti tentativi di aggiustare sono destinati a fallire, allora una decisone vale l’altra, quindi perché contestare quella presa al giudice? Tanto una vale l’altra, no?
Scusa, ma tu metti al mondo figli perché sei un fan della conservazione della specie o per saziare un tuo capriccio di essere padre/madre e avere una famiglia?
Sai com’è, non ho mai visto un bambino che abbia chiesto di essere messo al mondo.
Il “capriccio” di essere genitori è lo stesso per tutti.
Solo non si capisce perché per due etero questo capriccio sia lecito, per due gay invece no.
Io sono padre e non ho capricci, ma responsabilità. Certe posizioni nascono da chi non ha l’idea di cosa è padre e madre.
Scusate se mi intrometto, ma il problema è a monte: già l’eterologa è una grandissima “porcata” perpetrata nei confronti del nascituro, trattato alla stregua di un puzzle. Consentire l’eterologa ad una coppia in cui, in partenza, manca la figura del papà mi sembra un obbrobrio giuridico, visto che si mette al mondo un “orfano”!.
E’ chiaro, poi, che se consenti certe “porcate”, prima o poi dovrai porre rimedio alle conseguenze!
Il problema non è stabilire se “crescere con un padre ed una madre” sia più tutelante di ogni altra situazione, visto che, alquanto pare, anche tra le coppie arcobaleno, che taluni esaltano come tutte “rose e fiori”, talvolta si divorzia!
Mi piacerebbe sapere qualcosa di più della crescita psicofisica di questo bambino.
Quando sento certi discorsi sulle libertà, sui diritti e bla bla bla, mi viene voglia di gridare: ma a queste povere creature ci pensate?
Non pensate che abbiano il diritto di sapere chi è il padre e chi è la madre?
O pensate che il “giocattolino” non sia in grado di ragionare?
“Un bambino ha il diritto di crescere con un padre ed una madre e la decisione della Corte d’appello di Torino non tutela questo diritto”
Bene … obblighiamo la madre a sposare un uomo ed a dare finalmente una famiglia naturale al bambino, al quale qualcuno poi spiegherà che è meglio per lui che non cresca con quella che fino ad oggi ha chiamato mamma (e che tra l’altro è anche la sua madre biologica)
Dopo questa lunga assenza (per via del riposo natalizio) speravo in qualcosa di poderoso da parte tua e non questa misera minchiata. Andare in Spagna dove si consentono le porcate che il nostro sistema ancora non consente e venire in Italia ad imporlo. Memore delle registrazioni gay, sine effetto giuridico, noto te piacciano questi giochetti essendo un fans Marino. Ovviamente fatto il pasticcio sei tutto preoccupato su cosa è meglio per il bambino. Tu meraviglioso papà Nino, che sai cosa è un padre ed una madre e che conosci meravigliose coppie gay e una splendida bimba figlia di due amanti sado-maso.
Esatto, io meraviglioso papà che so cosa è un padre e cosa è una madre, e che conosco meravigliose coppie etero e meravigliose coppie gay (nonché indifendibili coppie etero ed indifendibili coppie gay) , ed una splendida figlia di una coppia eterosessuale regolarmente sposata (ovvero una tipica famiglia naturale) che si diverte a fare certi giochetti, ed altre che con certi giochetti probabilmente non si divertono affatto, mi chiedo francamente cosa volevi dire con questo commento in merito all’argomento del post
Che non trovo superficiale e viziato quello che sostieni. Gia la tua considerazione su i “giochetti” che includono una psicologia sado-maso (dare umiliazione e farsi umiliare) solo un pensiero con lo spessore intellettivo e morale della carta velina può non vedere di cosa si tratta. Te l’ho già spiegato in passato.
Te lo devo dire : per me la coppia sado-maso è la tua. Non immagino amici che condividono in amabili discussioni queste cose. Io ho amici con cui ho condiviso mille cose belle e brutte. Ma nessuno si è mai sognato di dirmi le abitudini sessuali che hanno con le proprie mogli.
Credo che non ti offendi…. dato che questa “copia” la reputi meravigliosa… dovresti sentirti lusingato di te stesso.
Ho fatto una nota aggiuntiva sul sado – maso . Ma è moderata
Non avrei difficoltà ad ammetterlo, se la coppia fosse la mia, ma io ho solo figli maschi. E la meravigliosa coppia lo è a prescindere dalle loro preferenze in certi contesti, anche se mi rendo conto che per te questo è inaccettabile. Ma non è di questo che si dovrebbe discutere qui, mi pare
toni ma cosa ne sai tu di essere padre, se tuo figlio venisse gay o trans ho ammazzeresti… bel genitore che sei
@Treottouno: io preferirei che i commenti fossero relativi all’argomento invece di andare sul personale, dove ogni opinione vale per quel che vale.
Il problema non è genitore e/o essere gay o trans ma essere degli egoisti che ledono il futuro di altre persone (i bambini lo sono) come se fossero giocattoli.
appunto toni, i bambini non sono giocattoli, non escono da una fabbrica come li vuoi… alcune volte escono gay /o trans e tu non hai diritto di farli sentire in colpa o rovinargli la vita!
Non hai capito niente di quello che ho scritto.
Non mi pongo il problema di chi è gay.
Mi pongo il problema di due gay che vogliono giocare a papà e mamma. Questi vogliono il giocattolo!
Ti è chiaro in questo modo?
no toni, se ti fermi e ti rileggi capisci anche perchè non sei chiaro.
leggi il discorso e capisci che sei passato di palo in frasca… impara a tenere una conversazione lineare per favore!
Tu mi hai detto che ammazzerei un figlio gay.
Io ti dico che non ammazzerei mai mio figlio.
Io amerei sempre mio figlio , anche se spesso l’amore vero non è rose e fiori.
Il resto ti dovrebbe apparire più chiaro.
Ovvero ammazzare no ma botte e umiliazioni si
Nessun amore e rose e fiori. tranne quello delle canzonette.
L’amare esclude botte ed umiliazioni.
Ma vengo al punto cosi ti chiarisco le idee.
Se mio figlio fosse gay e mi dicesse : “papà voglio avere un figlio con il mio compagno”. Gli risponderei : “Non dire stupidaggini e non giocare con la vita degli altri”.