
Perché?
Se l’intera umanità, improvvisamente, si chiedesse «perché?», nel giro di poco tempo, saremmo qui ad interrogarci sulle finalità della rivoluzione che ha preso piede nella nostra società. Il quesito è di quelli importanti, varrebbe la pena porselo sempre. Sia al cospetto di temi oggettivamente pregni di contenuti, sia in presenza delle piccole cose. è così che, di prima mattina sulla strada che mi porta al lavoro, m’imbatto in uno di quei cartelloni pubblicitari che anche da assonnato riescono a disturbarti il risveglio. «Alla fiera di Luino, sarà presente Costantino». Foto gigantesca del prodotto mediatico del duo De Filippi-Costanzo. Perché? Perché nella società moderna si materializzano queste forme di spettacolarizzazione di massa fondate sul nulla? Immediatamente penso alle figure del burattinaio, della vittima e del mostro. Il burattinaio è Costanzo, la vittima proprio il ragazzo con petto prospiciente e il mostro, il pubblico alienato e passivo. L’errore valutativo è lì a portata di mano, facile caderci demagogicamente, più facile ancora essere risucchiati dalla retorica buonista di certe analisi snob e qualunquiste. Rifletto lasciando la domanda aperta: perché? L’unica conclusione che mi permetto di trarre risiede nella certezza di un’assenza. L’assenza della cultura come educazione, come contraddizione non risolta, come istanza di chiarezza. Non servono sermoni pedagogici o un altro giro Tv sulla giostra della bassa psicologia da salotto. No, l’antidoto alla gigantesca farsa, alla strutturazione del pensiero debole, alla lievitazione mediatica del mostro è rappresentato unicamente dall’educazione. Fare cultura, smuovere conoscenza e sapere deve divenire l’imperativo per tutti coloro che hanno deciso di non rassegnarsi alla vittoria dei burattini e dei mostri che campeggiano indisturbati sopra le nostre teste.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!