
Perchè Hollywood si ostina a copiare i capolavori di Hitchcock?
Ci mancava Scarlett Johansonn. Nulla da dire sulla bellezza e il talento della burrosa attrice ma sulla sua ultima scelta lavorativa si potrebbe scrivere un intero trattato. L’interprete di Match Point e Lost in Translation ha detto si ad Alfred Hitchcock and the Making of Psycho, un film a metà tra il remake del capolavoro a cinque stelle di Alfred Hitchcock e l’adattamento dell’omonimo saggio scritto da Stephen Rebello. La bionda Scarlett sarà Marion, la biondina interpretata da Janet Leigh, che divenne famosissima nel 1960 per quella doccia che finiva in tragedia. Accanto a lei James D’Arcy nel ruolo che fu di Antony Perkins ed Antony Hopkins sarà il maestro del brivido alle prese con gli attori sul set di Psycho.
Ancora una volta Hollywood si ciba letteralmente di uno dei pilastri della cinematografia contemporanea. Non è bastato, evidentemente, il remake del 1998 di Gus Van Sant, Psyco, una vera copia conforme all’originale ma di qualità nettamente inferiore, a far desistere case di produzioni, registi e attori. Hitckcock è sempre una fonte da attingere, sempre e comunque. Basti pensare che dei suoi quasi sessanta film ben tredici sono stati girati in tempi recenti. Gli esempi più famosi sono il thriller del 1954, Dial M for Murder (in italiano Il delitto perfetto), girato nuovamente nel 1998 con il titolo Delitto perfetto, in cui recitavano Micheal Douglas, Gwyneth Paltrow e Viggo Mortensen. Un film da cassetta, niente di più. Stesso dicasi per i tentativi di emulazione di uno dei film più belli del maestro inglese, La finestra sul cortile (1954), ben due. Il primo, uscito nel 1998 con lo stesso titolo del film originale, fu aspramente criticato dagli addetti ai lavori: Christopher Reeve, l’ex Superman costretto su una sedia a rotelle e Daryl Hannah fecero quel che potevano, ma a dirigerli c’era un inconsistente e sconosciuto Jeff Bleckner. Più interessante invece la seconda operazione, uscita nel 2007 e prodotta da Steven Spielberg, Disturbia. Un buon film, ispirato all’originale ma fedele nella tensione e in alcuni punti saldi nella trama.
Un altro capolavoro sta per tornare nelle sale, in versione remake: stiamo parlando dell’inarrivabile mix di tensione, sceneggiatura perfetta e azione, Gli uccelli. Un film del 1963 che ai suoi tempi fu la causa di una delle più grandi manifestazioni di ornitofobia (paura dei pennuti) collettiva, che si scatenò tra coloro che avevano visto la pellicola (e ancora adesso sfido chiunque, dopo la visione del film, a fare una passeggiata in piazza Duomo tra i piccioni). Purtroppo qualcuno ha deciso di provare a fare meglio del maestro (francamente impossibile) e portare sul grande schermo una nuova versione de Gli Uccelli, con l’aiuto della grafica 3D. Ogni commento sarebbe superfluo, speriamo solo che Naomi Watts, che interpreterà la parte che fu di Tippi Hedren, dia il meglio di sè. E come se non bastasse due delle più grandi case di produzione hollywoodiane, la Dreamworks e la Paramount hanno annunciato a pochi giorni di distanza l’una dall’altra di voler realizzare rispettivamente il remake di Rebecca la prima moglie (1940) e de Il sospetto (1941). Non ci resta che sperare che questo sciacallaggio finisca presto, ma a Los Angeles sembrano tutti a corto d’idee, meglio andare sul sicuro e riproporre in chiave moderna le opere d’arte che sir Alfred seppe realizzare nella sua splendida carriera da cineasta.
Twitter: @paoladant
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