Perché no ai preti gay

Le nuove disposizioni del Vaticano sui candidati omosessuali al sacerdozio cattolico hanno suscitato parecchia attenzione nei media Usa, ma la reazione dell’opinione pubblica è stata meno intensa di quanto ci si aspettava. L’attenzione del pubblico era in realtà rivolta altrove, e i sondaggi indicano che quasi tutti i cattolici non sono meno emotivamente coinvolti rispetto a chi ha opinioni estremamente definite, in un senso o nell’altro, su tale questione. Le organizzazioni gay hanno cercato di presentare la questione come un problema di diritti civili e questa tattica sembra funzionare. A parte le motivazioni religiose (scritturali e dogmatiche), la maggior parte dei cattolici comprende sempre meno le ragioni della posizione della Chiesa sull’omosessualità. La questione, naturalmente, è collegata alla dottrina della Chiesa sul sacramento del matrimonio in quanto rivelatrice del modo in cui l’amore umano deve essere orientato per partecipare alla vita divina, ma questo è proprio ciò che la maggior parte dei cattolici non comprende. L’accettazione della contraccezione e del divorzio hanno già minato la razionalità dell’opposizione all’amore gay e rendono difficile vedere perché le unioni omosessuali non dovrebbero essere un contesto adeguato per l’esperienza di salvezza dell’amore umano. Fortunatamente, in tutti gli Stati Uniti un numero sempre maggiore di programmi diocesani per la vita familiare stanno cominciando a incorporare nel loro catechismo gli insegnamenti di Giovanni Paolo II sull’amore e la sessualità come espressione della verità per partecipare al mistero dell’Incarnazione. è il primo passo per dare una necessaria base razionale alla comprensione della dottrina della Chiesa sul matrimonio.
La chiave per questo sviluppo è la consapevolezza di ciò che il Concilio Vaticano II ha identificato come la base per una giusta comprensione di ciò che significa essere una persona umana, ossia, che la rivelazione del mistero dell’amore di Dio in quanto vocazione umana è la base essenziale per la formulazione di un’adeguata antropologia. Cristo è la risposta a questa domanda: che cosa significa essere un uomo? Il legame tra Cristo e il dramma della vita umana permette al credente di interpretare i desideri e i bisogni del cuore umano e di aiutare i non credenti e i non cristiani a esplorare razionalmente le implicazioni delle esperienze di questi desideri e bisogni. Senza questa educazione al riconoscimento delle implicazioni dei bisogni originari del cuore, la proposta di fede rimane un’astrazione che non corrisponde all’esperienza, e questioni come quella del significato dell’omosessualità saranno risolte soltanto con le tecniche di manipolazione dell’opinione pubblica.

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