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Perché il progetto egemonico di Putin affascina anche tanti occidentali

Di Marco Invernizzi
03 Luglio 2022
La nostra civiltà fatica a trovare una ragione per convincersi della bontà del proprio esistere, il leader russo invece si è dato una missione chiara. Ma questo non può bastare
Vladimir Putin
Il presidente russo Vladimir Putin al Palazzo del Cremlino (foto Ansa)

Lucio Caracciolo, direttore di Limes, così ha scritto a proposito del mancato accordo fra la Russia e l’Occidente (la Nato), accordo che a Pratica di Mare nel 2002 sembrava cosa fatta, grazie all’intesa favorita da Silvio Berlusconi fra George Bush Junior e lo stesso Putin:

«Gli storici s’accapiglieranno per stabilire le responsabilità del fallimento. Se queste siano solo russe o anche nostre. Ma fallimento resta. Capitolo chiuso. Spinti dal loro ingovernabile messianismo, che noi occidentali in compagnia di qualche russo tendiamo a diagnosticare follia, Putin e la Russia hanno deciso di ricominciare il mondo. […] L’Occidente al tramonto, già Primo Mondo che volle pensarsi unico, è il nemico da battere. L’Oriente, guida di Secondo e Terzo Mondo, è il sol dell’avvenire. Faremmo male a sottovalutare questa dichiarazione di guerra, noi che tremiamo a pronunciarne il nome. Presa sul serio, esprime vena apocalittica. L’Ucraina è modello. Non possiamo averla? Bene. Non l’avrà nemmeno la Nat...

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