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Su Dagospia si scrive: «E poi c’è Meloni International che, dimessi manganello e olio di ricino, allontanati i Fazzolari e i Delmastro, sfodera le sue capacità diplomatiche di far politica ottenendo l’applauso pubblico di Biden, Scholz e Ursula von der Leyen, tutti scioccati di trovarsi davanti, anziché una feroce estremista di destra, una democristiana seguace della lezione di Giulio Andreotti: "In politica non esistono nemici ma solo avversari con i quali dialogare e trattare". Persino Macron, un tipino che non ha mai nascosto una certa insofferenza nei suoi confronti, ha dovuto ammettere che il successo ottenuto sul tenero Viktor Orban è al 50 per cento dovuto alla premier italiana. Se da una parte il presidente francese agitava il bastone davanti al volto ingrugnito del macellaio ungherese ("Questa volta resti solo e senza fondi"), dall’altra la Meloni è stata bravissima a fare un gioco di sponda affinché Orban, ingoiando il rospo infilato in gola da Macron, non perdesse la faccia ...
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