Periferie a sorpresa

Attività di formazione, attività per il miglioramento dell’ambiente fisico, azioni per il miglioramento dell’ambiente lavorativo e misure per promuovere l’inclusione dei gruppi emarginati. Sono questi i principali temi sviluppati dai quattro assi di azione per stimolare la rigenerazione economica e sociale di Milano individuati dal programma Urban II, l’iniziativa che il Fondo europeo di sviluppo regionale, in collaborazione col ministero delle Infrastrutture, sta portando avanti in molte regioni per favorire lo sviluppo di città e quartieri. Avviato nel 2000, il programma ha presto individuato nella riqualificazione delle periferie del nord-ovest milanese il punto nevralgico da cui partire perché una nuova cultura del territorio sia possibile nella città candidata ad ospitare l’Expo 2015. E i risultati non si sono fatti attendere: grazie a una ben oliata macchina amministrativa, il piano di governance del territorio promette di proseguire anche a fine programma, dopo che i contributi comunitari cesseranno. Supportato da un’Ati, il Comune sta già coordinando un Programma integrato di sviluppo sostenibile nel nord ovest articolato in 5 metaprogetti (la città della scienza, la città accessibile, vivibile, creativa, solidale), la cui sede potrebbe forse venire ospitata da villa Scheibler. L’ottimo stato di avanzamento dei lavori di restauro di questa imponente dimora verificato il 26 giugno in sede di Comitato di Sorveglianza (l’organo di controllo costituito dai rappresentati Ue, dal ministero di Antonio Di Pietro e dal Comune di Milano), insieme alla creazione di Quarto Laboratorio (centro per lo sviluppo del territorio che offre servizi all’impresa e sostegno all’economia sociale nei quartieri del nord-ovest) e alla promozione di iniziative extra-programma che interesseranno l’intero suolo cittadino, prima fra tutte il progetto Raggi Verdi e Cintura Verde, sembrano infatti la migliore testimonianza della voglia di Milano di investire sul suo futuro. Aprendo a una lunga stagione di interventi capaci di superare le stesse priorità individuate dall’Urban II.

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