
Più Celentani, meno Palazzinari
C’è un partito in Italia che è gattopardescamente sopravvissuto ad ogni cambiamento, ad ogni Repubblica, ad ogni cambio di maggioranza. È il partito dei palazzinari, degli speculatori edilizi, dei costruttori delle orride periferie fatte di case orribili, capannoni industriali sprecaterritorio e scriteriati, strade costruite senza alcuna attenzione all’impatto ambientale, scempi vicini al mare, nelle montagne, nei boschi. È un partito con uomini annidati nei ministeri e negli assessorati, che hanno oggi una rinnovata e disastrosa primavera, perché costituiscono lobby ben posizionate in partiti di tutti i colori. Sono affaristi senza scrupoli diventati politici senza cursus honorum, ministri che, in modo arrogante e presuntuoso, pretendono di deturpare la Maremma con autostrade che la distruggerebbero per sempre, senza studiare soluzioni alternative. Quali rimedi? Politici alla Celentano, che si ribellino alla disciplina di partito e sbugiardino i bususiness-ministri e i business-politici, segretari di partito che accettino anche sconfitte elettorali pur di liberarsi dalle mafie edilizie che caratterizzano gli hinterland, leggi centrali che impongano criteri precisi di tutela del territorio, indignazioni popolari e bipartisan contro i signori del mattone senza cuore, cervello, sensibilità umana. In questi campi sussidiarietà orizzontale e decentramento senza regole equivale ad affidare un restauro ad Attila…
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