Più Social, meno Forum
Ogniqualvolta si nominano i Social Forum, si pensa ai leader del movimento. Nella realtà, a parte gli esponenti, vi è una pluralità di soggetti spesso impegnati attivamente nelle questioni sociali sul territorio. Insomma, i social forum non sono solo manifestazioni di piazza e protesta, ma anche incontro di popolo. Certo, a volte l’approccio risente di un’impostazione semplicistica, che rischia di mettere in ombra anche idee concrete che meriterebbero di essere discusse. Nel Social forum varesino, in merito al tema dell’immigrazione, circa un anno fa proposi di presentare a tutte le amministrazioni comunali una mozione extraconsiliare. Lo scopo era quello di introdurre all’interno dei governi locali una logica di ragionamento alternativa all’emergenzialità corrente. La mozione riguardava l’istituzione di uno sportello informativo per gli immigrati, un mediatore culturale per facilitare l’inserimento dei bambini in età scolare all’interno delle scuole e la predisposizione di una Consulta degli immigrati per costruire concretamente una partecipazione attiva e responsabile alla vita dei nostri paesi. Di quella proposta il Social forum non ne fece nulla, eppure esistevano anche chiari riferimenti legislativi su cui si poteva richiamare l’attenzione. La Consulta degli immigrati, ad esempio, non è nient’altro che l’attuazione di una direttiva europea sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica locale. RedAzione è riuscita a discuterne con il Comune di Luino, che ha accolto l’idea del mediatore culturale inserendolo nel piano di studio 2002/2003. Perché associazioni e movimenti non prendono spunto da quest’esperienza? RedAzione (red-azione@libero.it) è a disposizione di tutti coloro che intendono operare sul territorio con spirito costruttivo e aggregante.
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