
I fan dei Pink Floyd hanno vinto la loro battaglia contro Spotify
Spotify è una delle più intelligenti invenzioni tecnologiche degli ultimi anni. Permette a chiunque di poter usufruire, gratuitamente, di un archivio musicale molto molto vasto. I Pink Floyd però non avevano dato l’autorizzazione ai loro diritti al sito, quand’ecco che i fan hanno cominciato a bombardarli di richieste. Dalla casa discografica del gruppo inglese, è stata lanciata la sfida.
SFIDA. “Sbloccheremo l’intero catalogo dei Pink Floyd se uno dei loro brani più rappresentativi, “Wish you were here”, arriverà a un milione di ascolti. Detto, fatto, nel giro di soli due giorni la canzone dedicata a Syd Barret ha sforato il tetto del milione, e come promesso, e annunciato su Twitter, la discografia di uno dei gruppi rock più importanti è stata sbloccata. E ora è lì disponibile su Spotify, per l’ascolto di tutti.
PRECEDENTI. Non è la prima volta che una band si dimostra restia a essere on line. Il caso più celebre è quello dei Beatles. La Apple music, la casa discografica dei Fab Four, non aveva mai dato il permesso alla vendita dei brani su iTunes. Ci sono voluti anni perché si convincessero. Fino al 2010, anno in cui è avvenuto lo sbarco on line. Per festeggiare l’avvenimento fu anche organizzata una campagna mediatica ad hoc, che strillava “nel 1964 la band che ha cambiato tutto è arrivata negli Stati Uniti. Ora arriva su iTunes”. Ultimi a cedere sono stati gli Ac/Dc, che hanno permesso la vendita digitale delle loro canzoni nel 2012. In una sola settimana, hanno totalizzato 48 mila download degli album e 696 mila download dei brani singoli. Forse Brian Johnson e gli altri stanno ancora rimpiangendo di non aver ceduto prima.
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