Più che agli attori porno, il preservativo andrebbe messo a certi giornali

A Los Angeles, il prossimo 6 novembre, si terrà un referendum per stabilire se gli attori dei film porno debbano essere, o meno, obbligati ad indossare il preservativo durante le riprese.

Che in una parte del mondo ci si occupi di questi problemi mentre nel resto del pianeta si combatte contro la crisi, lo spread, la fame e l’ingiustizia è un buon segno. Significa che lì ci si è già lasciati alle spalle tutte queste brutture e si guarda al futuro con ottimismo. La ripresa, almeno in California, è già iniziata.

Per velocizzare il processo anche da noi si potrebbe promuovere un referendum per obbligare certi giornaletti e certi giornaloni a mettere il preservativo ogni volta che cerchino di schizzare fango contro la scuola paritaria, la sanità lombarda, e tutte quelle reali esperienze di sussidiarietà che rappresentano un modello e una speranza per il nostro paese.

@molonfranco

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4 commenti

  1. david

    Il preservativo più coprente andrebbe però messo a un giornale che considera le inchieste dei giudici – verso politici e manager in Regione Lombardia – come “fango contro la sanità lombarda”. Perchè i redattori di tale giornale faticano a capire che mai alcun cronista avrebbe schizzato anche solo un millesimo di fango se non ci fossero TUTTORA INCHIESTE GIUDIZIARIE E ARRESTI DI PERSONE CIELLINE legate al Celeste. E una di queste viene esibita sulla rivista sottoscritta come un martire che sopravvive al carcere e penso che prima o poi faranno un libro con le centinaia di sue lettere patetiche: sarà il nuovo libro di Scuola di Comunità ciellina: potrebbe chiamarsi “All’origine della pretesa innocentista” Propongo un nuovo nome per questo giornale: SPARAte.m.piSTOLOTTI.

    1. Franco Molon

      Ciao David! Accidenti quanto astio per Cl e che visione angelica della stampa. In genere questi estremi indicano un affronto ideologico che non è mai un bene, per nessuno. Mi sembra che i numeri della sanità lombarda parlino chiaro per tutti. Quanto a Simone trovo le sue lettere una documentazione semplice e umana di una condizione di vita particolarmente dura. Essere in carcere non significa essere colpevole. Ci vediamo a scuola di comunità. 🙂

      1. Alex Galvani

        Signor Molon,
        a me invece sembra che i numeri dei consiglieri regionali lombardi tutt’ora arrestati o indagati parlino ancora piu’ chiaro. Piu’ del 10% del Consiglio Regionale.
        A Scampia e a Brancaccio, la percentuale di delinquenti e indagati sulla popolazione generale e’ solo del 6%…
        Si, mi sa che ci vediamo a scuola di comunita’ davvero, ma lei purtroppo dovra’ anche predere delle ripetizioni extra!

      2. david

        Allora se io critico CL [io non provo astio ma pena per i ciellini duri e puri, che non sanno MAI fare mea culpa sui fatti penosi che riguardano persone che nel movimento definiscono AUTOREVOLI e che appartengono alla Fraternità dei Memores Domini: povertà (?), castità e obbedienza (agli inviti sullo jacht?)] e se io non critico la stampa almeno per una volta, allora vuol dire che faccio “un affronto ideologico che non è mai un bene, per nessuno”???????
        Il giorno che smetterò di leggere o sentire dai ciellini frasi ad effetto (in stile giussaniano) come la sua, che ho virgolettato, che non significano nulla, sarà forse il giorno che ritornerò a farmi vedere a Scuola di Comunità!
        Se il significato è che chi è contro Cl non vuole il bene, allora vuol dire che qualcuno non ha capito bene la Scuola di Comunità oppure che Giussani se intendeva ciò, sbagliava di grosso (non aveva mica l’infallibilità come il papa!)

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