Più di 15 mila bambini abortiti in due anni sono stati inceneriti come «rifiuti» per riscaldare gli ospedali inglesi

Di Redazione
24 Marzo 2014
È la terribile scoperta annunciata dal famoso programma di Channel 4 "Dispatches", che andrà in onda stasera. Il ministro della Salute ha ordinato di bloccare la pratica definendola «totalmente inaccettabile»

Più di 15 mila bambini abortiti sono stati bruciati negli inceneritori in quanto «rifiuti» e usati da 27 ospedali del Regno Unito negli ultimi due anni per il riscaldamento delle strutture. È la terribile scoperta annunciata dal famoso programma di Channel 4 “Dispatches”, che andrà in onda stasera, e che ha costretto il ministro della Salute britannico Dan Poulter a definire la pratica «totalmente inaccettabile» e a bloccarla immediatamente.

BRUCIATI PER IL RISCALDAMENTO. Gli ospedali hanno ammesso di usare senza il consenso delle famiglie i resti dei feti nei rispettivi impianti “waste-to-energy” per produrre calore. In totale i bambini abortiti (o nati morti) usati per produrre energia sono 15.500. Uno degli ospedali più importanti del Regno Unito, Addenbrooke di Cambridge, ha bruciato 797 bambini sotto le 13 settimane. Alle madri avevano detto che i resti sarebbero stati «cremati», riporta il Telegraph. L’Ipswich Hospital, nel suo impianto per trasformare gli scarti dell’ospedale in energia non gestito dalla struttura, ha incenerito 1.101 feti tra il 2011 e il 2013.

«I GENITORI POSSONO SCEGLIERE». Secondo il ministro Poulter, «la grande maggioranza degli ospedali agisce già in modo appropriato, ma tutti devono farlo». Il direttore medico del Servizio sanitario nazionale ha già scritto a tutti gli ospedali di interrompere immediatamente la pratica. L’ispettore capo, Sir Mike Richards, ha aggiunto: «Sono costernato che gli ospedali non consultino le donne o le famiglie. Questo infrange i nostri standard sul rispetto e il coinvolgimento delle persone».
Alcuni ospedali però si difendono: «I genitori possono scegliere cosa fare dei resti del feto, come dei bambini nati morti. I loro desideri vengono rispettati».

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19 commenti

  1. Alessandro

    il male fatto torna sempre indietro , con gli interessi, è peggio di un usuraio. Guai a chi si è fatto fare
    un prestito da questo usuraio, e guai a chi lavora per lui.

  2. Chiara

    Prima ammazzati e poi bruciati.
    Ci trovo una macabra assonanza con qualcosa di già successo… purtroppo.

  3. Gabriele

    Un mercoledi di febbraio mi dissero <> E’ uno scherzo?
    Mi hanno fatto uno scherzo?

    1. Gabriele

      Un mercoledi di febbraio mi dissero: Polvere eri polvere ritornerai. E’ uno scherzo?

      Mi hanno fatto uno scherzo?

  4. pietro

    Non capisco perché tanto clamore da parte delle autorità inglesi. Perché il ministro di dovrebbe sentire costernato, in fondo quei feti non sono persone, sono grumi di cellule. Sarebbe come scandalizzarsi per il fatto che le verruche vengono bruciate senza dare la possibilità al suo legittimo proprietario di portarsele a casa o scegliere come meglio disporne. Il fatto è che la natura umana è più forte di qualunque ideologia abortista e indignarsi perché non è stata rispettata la libertà di scelta della madre che ha abortito, su come disporre del prodotto del proprio aborto è l’ultimo autoinganno che l’essere umano mette in campo perché non ha le palle di affrontare le conseguenze dei propri egoismi. Una donna che abortisce, se fosse davvero coerente, non dovrebbe fregargliene niente di che fine fa il suo feto, proprio come un paziente oncologico se ne frega di che fine fa la sua massa tumorale asportata. Giusto? Ma forse quel “grumetto di cellule” non è proprio un semplice “grumetto di cellule”, forse è qualcosa di più? Di sicuro alla mancata madre quel grumetto interessa di più rispetto ad una massa tumorale o una verruca. E come mai? Questa gente è semplicemente patetica. Preghiamo per loro, perché un bel giorno non potranno più nascondersi dalla loro vergogna e allora non vorrei proprio essere al loro posto. La coscienza alla fine non ti risparmia MAI!

    1. Tommasodaquino

      secondo il suo punto di vista anche lei è un grumo di cellule

  5. E.

    Confesso che, essendo nata con l’aborto legale in Italia, non mi sono mai posta troppo il problema dal punto di vista legislativo, pur pensando che personalmente non vi avrei mai fatto ricorso.
    Ma a sentir parlare dell’argomento persone (persone?) come Emanuele Sarti penso di aver sbagliato.

  6. Laura

    Se, come legge comanda, si sopprime con ogni mezzo un feto, facendolo in pezzi, raschiandolo, risucchiandolo, bruciandolo nelle soluzioni saline, e nel caso poi questa disgraziata creatura nasca ancora viva, per completare la mattanza la si infila in un frigo o la si sgozza o le si spezza la spina dorsale oppure la si lascia semplicemente agonizzare sul tavolo operatorio, non vedo perché, dopo morta, non la si debba usare per scaldarsi.

    1. filomena

      Certo che chi dimostra una notevole perversione sei tu che parli di bruciare, sgozzare ecc. Ma te le sei pensate di notte queste perversioni?
      Ti consiglio un buon sonnifero e vedrai che non ti fai più queste contorsioni mentali…

      1. Laura

        filomè,
        e pensare che mi eri perfino un pò simpatica.
        Magari fossi io a inventare tanto orrore.

        Questo avviene nella realtà ed è stato testimoniato in molteplici circostanze, da medici o da operatori sanitari che hanno trascorso la vita a fare aborti e a un certo punto hanno deciso di cambiare vita.
        D’altra parte, a rigore di logica, che cosa può fare un medico che ha appena effettuato un aborto ma si ritrova tra le mani un bimbo ancora vivo?
        Cantargli la ninna-nanna ?

        1. Laura

          Filomè,
          Neppure l’apprendere che i bimbi vengono usati come combustibile riesce a scuotere il tuo granitico rifiuto di confrontarti con la verità?
          E’ tutto normale, vero? Tutto da copione !

        2. Emanuele

          Laura capisco quello che dici, ma a me sembra che si vada ancora oltre.Molto spesso l’aborto viene giustificato da un grave stato di salute del feto o della madre. Ma così come si può uccidere qualcuno, si può ancora essere coscienti che si è ucciso una persona, non un oggetto qualunque. Mentre decidere di bruciarli per riscaldare gli ospedali (e non è che si muoia di freddo) fa capire che per molti medici i feti sono solo dei rifiuti organici da smaltire, nulla più. E se era già intuibile prima ora ne abbiamo la certezza e l’evidenza

          1. Laura

            No Emanuele,
            in occidente le statistiche dicono che nella stragrande maggioranza dei casi si abortisce perché non “ci si sente” di avere quel figlio, e risulta che questa soluzione venga presa da un elevato numero di donne che non ha problemi economici o di salute, ma che teme piuttosto di compromettere la carriera o il nuovo rapporto o pensa semplicemente che il figlio unico basti e avanzi.

            Non che gli aborti scelti in condizioni più gravi siano approvabili, ma gli aborti fatti a vanvera, secondo i canoni delle femministe, grondano ancora più sangue.

            Se poi non si rispetta una vita umana prima della nascita è da sepolcri imbiancati stupirsi che non venga rispettata dopo la morte.

            Il grottesco-macabro che va alla grande ora, è che, dopo averci rintronato la testa dicendo che non c’è vita in un grumetto di cellule, che non è figlio un bimbo già formato che ancora non si è separato dalla madre, ecco che gli “scienziati ci erudiscono a pieni polmoni sul fatto che quel coso non meglio identificato, utile solo per il camino, appena nasce, zak, nel 10% dei casi è gay o trans o si inserisce in un’altra di quelle dettagliate identità sessuali di transizione, finora ignorate da tutti.
            Che roba! Dal nulla ad una specifica identità sessuale in transito!
            Altro che mitologia, questa è fantascienza, e saremmo noi quelli che hanno gli occhi annebbiati da troppo incenso !
            E malgrado sia corredato da tante belle identità sessuali, questo povero bimbo, privo di intelligenza, di conoscenza e di autonomia, può essere ancora soppresso, se risulta di peso alla famiglia, sempre secondo i criteri di emeriti scienziati.

  7. Gabriele

    Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce.
    Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera.
    Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere?

    Ma presso di te è il perdono: e avremo il tuo timore.
    Io spero nel Signore,l’anima mia spera nella sua parola.
    L’anima mia attende il Signor più che le sentinelle l’aurora.

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