Più dolci per tutti, ma solo made in England. La ricetta scaccia crisi del governo inglese

Di Elisabetta Longo
18 Settembre 2012
Nonostante i dolci siano da sempre messi al bando per via della loro pericolosità, in Inghilterra il segretario all'ambiente Owen Paterson ne incentiva il consumo. Ma solo di quelli prodotti localmente, per aiutare l'economia in difficoltà.

Si potrebbe dire che siamo in piena guerra dello zucchero, visto che è l’indiziato numero uno per tutti i mali, quasi peggio del fumo. Mentre oltreoceano hanno appena approvato la legge che mette al bando le bibite in taglia extralarge, quei bidoni di Coca-cola tanto amati dagli americani, qui nel vecchio continente si passa dal proporre di tassare le bibite zuccherine all’incentivare il consumo di dolci. E tutto solo per far girare l’economia.

DESSERT-DEFICIT. Il segretario inglese all’ambiente Owen Paterson ha infatti dichiarato guerra ai dolci. Ma solo a quelli esteri, dopo aver visto i dati di vendita dei dessert in Gran Bretagna. “C’è un dessert-deficit nel nostro paese”, ha dichiarato convinto. “Troppe specialità caloriche di altri stati stanno invadendo gli scaffali dei supermercati, e ritengo invece che i cittadini debbano tornare a consumare zuppa inglese, pudding e torta di mele come si faceva una volta. Dobbiamo rimpiazzare i dolci importati con quelli locali, sopratutto per aiutare i contadini a recuperare i costi del latte”.

115MILA TONNELLATE DI GELATO. Lo scorso anno in Gran Bretagna sono arrivate ben 115 mila tonnellate di gelato estero, mentre solo 50 mila tonnellate di prodotti made in England ono state vendute. Anche lo yogurt è preferito nella versione “straniera” in oltre 150 mila tonnellate, contro le 25 mila inglesi. Paterson vede del potenziale nello show televisivo di cucina “The great british bake off”, molto amato dagli inglese, perché se i produttori del programma si interessassero di più ai dolci tradizionali, piuttosto che a dessert leggeri come sorbetti e budini, potrebbero incentivare la voglia dei pigrissimi inglesi di cucinare, piuttosto che acquistare zuccheri provenienti da altre parti del mondo.

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1 commento

  1. francesco taddei

    gli inglesi considerano l’europa solo come un mercato e non esitanpo a farsi gli affari loro. sono d’accordo con loro, una parte di protezionismo è necessaria, lo fanno in tanti, dovremmo imparare a volerci bene.

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