Polito: «Difendo Farina, che ha cercato solo di proteggere Sallusti»

Di Chiara Sirianni
29 Settembre 2012
Intervista ad Antonio Polito (Corriere della Sera): «Non capisco l’irritazione generale, né il tentativo di alcuni di far passare Farina per vigliacco e Sallusti per agnello sacrificale».

Il caso di Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, continua ad infiammare gli animi. Come noto, la condanna a 14 mesi di reclusione per diffamazione aggravata è relativa a un articolo pubblicato nel 2007 a firma Dreyfus. Lo pseudonimo appartiene a Renato Farina, già radiato dall’Ordine dei Giornalisti, che ha ammesso la sua responsabilità attirando su di sé i veleni dei colleghi: prima Vittorio Feltri, che dal salotto di Porta a Porta gli ha dato del «vigliacco», poi Enrico Mentana che ha cinguettato su Twitter «ora è troppo tardi, infame», concetto espresso da molti altri seppur con toni più velati. Unica voce fuori dal coro è stata la firma del Corriere della Sera Antonio Polito, che ha cercato di gettare acqua sul fuoco ricordando che «anche se Farina si fosse fatto avanti prima, il reato di omesso controllo per Sallusti sarebbe rimasto».

Perché ha preso le parti di Renato Farina?
Perché non mi sembra essenziale l’identità dello scrivente, ai fini della storia che abbiamo di fronte. Inoltre ritengo che Sallusti fosse perfettamente a conoscenza della situazione, ragion per cui non capisco l’irritazione generale, né il tentativo di alcuni di far passare Farina per vigliacco e Sallusti per agnello sacrificale.

Perché questo caso sta scatenando reazioni tanto emotive?
In parte perché le prassi dei giornali, come quella per cui il direttore si assume tutta la responsabilità degli articoli che vengono pubblicati in forma anonima, sono sconosciute ai più. Io stesso sono stato querelato per articoli pubblicati senza firma, in accordo col direttore. Si fa proprio per proteggere il giornalista in caso di querela: la responsabilità è tutta del direttore.

[internal_video vid=49491]

In molti hanno sollevato il problema dell’omesso controllo.
È facile prendersela con Farina, ma invoco un po’ di onestà intellettuale: se ci fosse stato un co-imputato non sarebbe cambiato nulla. Anzi, teoricamente la scelta di non rivelare “tutto subito”, da parte di Farina, può essere letta come un tentativo di proteggere Sallusti da un’eventuale sanzione da parte dell’Ordine dei Giornalisti. Perché far scrivere un giornalista non iscritto viola le regole di deontologia.

L’articolo di Farina si basava però, come ha ammesso lui stesso, su circostanze non vere.
Di certo non si più imbastire una polemica su una circostanza non vera. Ma questo rientra nell’ambito della critica professionale. Io sono dell’idea che si debba depenalizzare il reato di diffamazione, e che sia prevista una pena esclusivamente pecuniaria. È inaccettabile prospettare il carcere.

Al di là delle polemiche interne, qual è il vero punto della questione?
Il punto è questo: a quanto pare in Italia, per lo stesso reato, in primo grado si viene condannati a un’ammenda di cinquemila euro. In secondo grado, la condanna è di 14 mesi di carcere. È assurdo.

Enzo Raisi, deputato di Futuro e Libertà, sulla vicenda si è espresso così: «Sallusti si faccia pure il suo mese e mezzo di galera così potrà scrivere del problema delle carceri in prima persona».
Questo è volgare manettarismo. La gente che augura il carcere ad altri mi ripugna un po’. Vale per chiunque, non solo per Sallusti. Aggiungo che l’Italia è un paese incivile, perché non ha carceri, ma galere medioevali. Quindi questo sarcasmo rivoltante è doppiamente fuori luogo.

Anche Orfeo Donadini, cronista del quotidiano Alto Adige, e il suo direttore Tiziano Marson sono stato condannati in primo grado a quattro mesi di reclusione, per aver usato come fonte un documento riservato. Se il protagonista di questa vicenda non fosse stato Sallusti, il dibattito sarebbe stato più sereno?
Certamente sì. D’altra parte, se non si fosse trattato di Sallusti, la pena non sarebbe stata di quattordici mesi di reclusione. Questa è chiaramente una sentenza esemplare. E le sentenze esemplari si applicano a personaggi esemplari.

@SirianniChiara

Articoli correlati

12 commenti

  1. malta

    TUTTI IN GALERA!!! a cominciare da Achille LISSONE, reo di diffamazione per gli eventi che riguardano Formigoni, Secondo in carcere, in cella con 7-8 di tunisini POPPI PIPPA reo di avere troppo poco cervello per non essere socialmente pericoloso!

  2. germano

    mi sembra che Polito vada oltre certi commenti segnati da un certo livore e un preconcetto di fondo sulle persone chiamate in causa.Non vuole dire che si debba godere di qualsiasi forma di impunità , ma forse in certi casi, penso ad esempio a Lino Jannuzzi anni fa,il dubbio di una severità eccessiva quasi a voler colpire ciò che si rappresenta credo possa venire .La legge va applicata sempre anche quando ha dei limiti ma in molti casi vari magistrati l’hanno forzata nella direzione a loro più congeniale ,in questo caso qualsiasi forma di buonsenso è stata superata senza considerare sanzioni economiche anche pesanti alternative al carcere .Posso pensare che molte volte anche altri giornali hanno pubblicato notizie non vere ,ma se tutti finissero in carcere dovremmo forse aprire sezioni speciali nei penitenziari italiani .Certo che se il punto sono i nomi e la storia dei giornalisti coinvolti allora questo diventa un problema serio .La simpatia o l’odio verso di loro non possono diventare il metro di giudizio ,perchè una giustizia non cinica e vendicativa ma il più possibile umana ,che tenga conto di tutti gli aspetti in gioco e che consideri il carcere come estema ratio o comunque con uno sguardo commosso capace di coglierne il dramma ed il dolore è quello che è auspicabile per tutti ,perche una società più giusta deve essere un desiderio ed un lavoro per tutti ,una società vendicativa e punitiva è pericolosa e violenta per tutti sopratutto infinitamente triste capace di introdurre il sospetto come criterio dei rapporti umani .E nessuno spero possa desiderare questo ,a prescindere dalla propria parte politica .Scusate la lunghezza .

  3. maio

    Chissà perché ma questa cosa per cui Farina avrebbe solo cercato di proteggere Sallusti non la crede nessuno, soprattutto il gotha della stampa di destra che ha prontamente scaricato il Farina alias Betulla alias Dreyfus. Rimane qualcuno attorno a CL , chissà perché …

  4. david

    E’ partita la caccia ai difensori del nuovo martire Farina! Mi raccomando: non pubblicate (come fate solitamente) le opinioni contro il martire, che sono apparse sui giornali, come quella di Gramellini su La Stampa!
    State dando, man mano che maturate (????), spettacolo e, Dio lo voglia, anche agli altri. Spettacolo, cioè, di limite e di tradimento (pero’ voi ciellini vip -giornalisti e politici- di limiti e tradimenti ne avete troppi!!!!) , e perciò di umiliazione: diceva il Vs don Giussani. Le parole che seguono in questo scritto del Giuss non le trascrivo perchè per voi ciellini sono solo un paravento: diventano una scappatoia, un punto di fuga troppo facile!!!!!!
    E tra poco cosa uscirà? Un nuovo comunicato dell’uff. stampa di Cl in cui si scrive che Cl non è responsabile dei comportamenti di Farina? Ma allora Cl a cosa serve???? Cari ciellini, non è come voi dite un movimento di educazione alla fede? E quindi non dovrebbe essere un movimento che crea una “umanità diversa, affascinante” come voi dite e come avete detto a me quando vi ho incontrati e seguiti? Bene, l’umanità diversa di Farina, Simone, Daccò (è ciellino anche lui anche se lo ignorate!) e Formigoni mi fa aumentare la voglia di stare sempre più lontano da Cl. Vale a dire stare lontano da chi si sente sempre immacolato e da chi considera gli altri tutti cattivi, fuori dalla grazia di Dio, insensibili, con il cuore atrofizzato.
    Ecco chi è Farina secondo me e secondo Gramellini: “Un ex giornalista-deputato che dichiara di avere scritto volutamente non un’opinione, ma una balla per aizzare la rabbia dei lettori antiabortisti e l’odio verso le procure. E che prima di avvertire «l’obbligo di coscienza» (ohibò) e «la responsabilità morale e giuridica» (doppio ohibò) dei propri atti ha aspettato che il suo direttore fosse condannato in via definitiva”. E io aggiungo: ha tirato fuori la sua richiesta di pena di morte per un giudice -secondo lui abortista-; ha aspettato soprattutto di essere scoperto da Travaglio e da Feltri. E cosa ancora più sconcertante: si è ostinato a continuare a fare il giornalista, nonostante fosse stato radiato dall’ Ordine dei Giornalisti, scrivendo nascosto dagli pseudonimi. (Solo a me un giornalista di Tempi scrisse che non posso avere uno pseudonimo, anche se io non sono un giornalista radiato!!!!!)
    Ma si sa, i ciellini-redattori di Tempi non vogliono obbedire a quest’ Ordine dei Giornalisti ( tra poco faranno un convegno perchè vogliono abolirlo?) così come non vogliono obbedire alla attuale magistratura (perchè politicizzata e usa la carcerazzione preventiva): non vogliono obbedire a nessun’ autorità civile?????????

    1. david

      Polito dice in questa intervista: “far scrivere un giornalista non iscritto viola le regole di deontologia”. E quindi chi le ha violate queste regole? Lo spirito santo oppure Farina e Sallusti?????

    2. viccrep

      a david
      E’ bravo il gramellini che ignora che fu il suo giornale ha innescare la questione con un articolo di cronaca con il seguente titolo:
      ragazza di 13 anni obbligata ad abortire impazzisce ricoverata.
      Farina reagi a questa titolo di cronaca con un articolo sotto lo pseudonimo noto e sallusti non ha fatto altro che il suo dovere avendo accettato di pubblicarlo.
      Come mai poi la querela che cocilovo fa alla stampa scompare nel nulla mentre quella a sallusti prosegue sino alla sentenza infame per tanti motivi.
      Poi lei david è proprio strabico che centra cl, vedo che sempre forzatamente deve farlo entrare per forza addossandogli responsabilità che non ha.
      si rilassi e guardi con maggior distacco le cose per vederle nel suo insieme, e nessuno spiega la sparizione della querela alla stampa chissà forse centra la sinistra o la destra, sta di fatto che è scomparsa nel nulla

      1. Giava

        @ viccrep

        Non vorrei sbagliare, ma mi pare di aver capito che La Stampa, il giorno successivo alla pubblicazione dell’articolo che tu citi, ha rettificato la notizia, chiarendo correttamente i termini della vicenda; mentre l’articolo dell’ “onorevole” Farina (con l’invito a morte per il magistrato) è stato pubblicato a rettifica già nota. Se stanno così le case mi pare chiaro il motivo per cui una querela è stata ritirata e l’altra no. E come non c’entra CL in tutto ciò che accade, non c’entra neppure la politica in tutte le condanne dell’ “onorevole” Farina: forse è solo banale legalità

        1. Alberto

          Nell’articolo di Fosca Bincher dal titolo:
          “Ecco la vera storia del “caso Dreyfus”: Puniti per un articolo scritto da altri”
          “Farina commentò una notizia (imprecisa) data dalla “Stampa”. Non arrivò nessuna smentita”
          si legge tra l’altro: “Solo il 21 marzo su La Stampa appare bella nascosta nella rubrica delle lettere la rettifica firmata dal presidente del Tribunale di Torino, Mario Barbato. Titolo: «Ma il giudice non “ ordina” l’aborto». L’avesse mandata anche a Libero, sarebbe stata pubblicata. Ma questo non è avvenuto. Mai una rettifica diretta, solo la querela rivolta esclusivamente a Libero (nessuna citazione a La Stampa)”
          Considerando l’articolo de “La Stampa” risale a sabato 17 febbraio, la rettifica è comparsa ben un mese dopo (il 21 marzo).
          Quindi, caro Giava, tu non vorresti sbagliare ma sbagli. E nemmeno in buona fede!

          1. Giava

            @Alberto
            La ricostruzione che ho dato è stata fatta da un telegiornale a commento della condanna del direttore Sallusti e riportando una nota della Corte: si sosteneva che l’articolo in questione fosse stato pubblicato su Libero quando la notizia data da La Stampa era già stata smentita.
            Non ricordo nè il telegiornale nè l’orario, ed è per questo che ho usato la formula dubitativa. Per accertarsene basterà attendere le motivazioni della sentenza… ma per allora non credo che sarà più possibile commentare l’articolo.
            … e poi perchè passare sul personale ed attaccare la buona fede?

          2. Alberto

            Perché tu, caro Giava, quando hai messo tra virgolette il titolo di onorevole che spetta a Farina in quanto deputato, non sei passato sul “personale”?
            E non ti pareva il caso di accertarti meglio delle varie versioni dei fatti, caro il mio cultore della “legalità”, dal momento che sei tu che hai voluto rispondere a viccrep?

          3. Giava

            Ho messo tra virgolette onorevole per distinguere il titolo che spetta ad ogni deputato dall’aggettivo che indica altro: e non mi pare che noti episodi dela vita dell'”onorevole” Farina siano degni di onore.
            Il mio post, inoltre, era proprio per chiarire la questione ed avere maggiori informazioni: infatti l’ho riempito di “se”, “forse”, “se…allora…”. Ho cercato altre informazioni, senza però trovare la nota della Corte o altre notizie certe.
            Attendo le motivazioni e, se le cose stanno come “mi pare” di aver capito, allora non vi è nessuna persecuzione, ma solo rispetto della legge.
            Grazie per avermi chiamato cultore della legaltà: è per me “degno di onore” essere chiamato così! Anche se penso proprio di non meritarlo: diciamo che ci provo.
            Penso che se nel nostro Paese se ci fossere più cultori della legalità (anche fra i cristiani) serebbe un bene per tutti.

          4. Alberto

            Dunque ironizzando sul titolo di onorevole del deputato Farina sei stato tu che per primo l’hai messa sul personale (nei confronti di Farina) e ci sarebbe da scommettere che, se una cosa del genere fosse capitata a Scalfari o Travaglio, probabilmente tu scenderesti in piazza con tanto di cartello inneggiante al “BAVAGLIO” messo alla libera stampa (che per definizione è quella di sinistra).
            Tu, mentre aspetti le “motivazioni” come fossero il DIES IRAE, (visto che da cultore della legalità ti fai un punto d’onore di basarti sulla verità con la minuscola degli uomini) vedi di meditare sul fatto che noi cristiani, invece, si dovrebbe tener di conto più che altro della Verità con la maiuscola, che ben tre tribunali degli uomini hanno processato e condannato alla pena di morte sulla croce.

I commenti sono chiusi.