Polli senza testa (e non è una barzelletta)

In margine a uno studio dell'Università di Padova: produrre pennuti "intelligenti" per mangiarli senza sensi di colpa ha meno senso del pollo che attraversa la strada e finisce fritto da Kfc. Epperò sapeva contare fino a quattro

Partiamo da una non notizia: perché «il pollo ha attraversato la strada» lo sappiamo da più di 150 anni. Il pollo ha attraversato la strada «per andare dall’altra parte della strada», e poco importa se finirà fritto da Kfc: la battuta anti-umoristica è il sale della commedia alternativa e a una barzelletta americana che si racconta dall’Ottocento hanno fatto il verso migliaia di versioni e risposte, dalla classica «Perché il dinosauro ha attraversato la strada? Perché i polli non esistevano ancora», a quella censurata che Silvio Berlusconi avrebbe raccontato al G20 di Seul (David Cameron disse che «era talmente sporca che l’interprete si è rifiutato di tradurla!”»).

E ancora: «Il pollo attraversa la strada perché ha visto una polla» (risposta di un altro pollo), «perché è nella natura del pollo attraversare la strada» (Aristotele), «Pollo? Quale Pollo? Dove?» (Ray Charles) eccetera. Esistono siti dedicati al pollo che attraversa la strada, indossare un maglione e raggiungere il portale del dipartimento di fisica di Harvard per credere (e scoprire di quali freddure sul pollo sarebbero stati capaci Heisenberg , Newton, Enrico Fermi e compagnia scienziata).

Polli che contano, polli tutta carne e niente cervello

Non bastassero i polli pedoni a farci sentire stupidi, ora ci sono ora i polli stupidi che ci fanno sentire cattivi, ed ecco la notizia. Non solo c’è pollo e pollo, se un pollo è senza cervello (e pollo è sinonimo di allocco e babbeo) è tutta colpa nostra. Sì perché stiamo parlando di polli broiler, polli da carne, selezionati geneticamente dall’uomo, destinati al macello e allo spiedo, insomma del 98 per cento dei polli allevati e mangiati in Italia. Ebbene, secondo le ricercatrici del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova, autrici di uno studio pubblicato su Poultry Science, la selezione intensiva non solo ha modificato petto e cosce. Sapevano già da uno studio precedente che i broiler avevano «corpi più grandi ma cervelli più piccoli» rispetto ai polli non-ibridi red junglefowl, ma sospettavano anche che rispetto al pollo Hybro il suo collega curvy Ross308 «che offre una miglior resa produttiva, mostrasse prestazioni cognitive inferiori».

E così, con l’idea di valutare le «abilità di comprensione di informazioni di tipo numerico», le ricercatrici hanno addestrato pulcini di cinque giorni a trovare un «premio alimentare» all’interno del quarto contenitore in una serie di dieci contenitori identici, in altre parole a “contare” fino a quattro. Alla fine a passare gli esami (e beccare il premietto tra contenitori disposti in modo identico a quelli dell’addestramento o con la serie ruotata di 90 gradi), stracciando i colleghi tutta carne e niente cervello, sono stati i pulcini Hybro.  Champagne, «il nostro studio rappresenta un primo passo per comprendere meglio il mondo degli animali da reddito. Comprenderne le capacità cognitive consente infatti di apprezzarne le necessità e promuoverne al meglio il benessere anche in contesti di allevamento». Prossimo passo delle ricercatrici: provare a comprendere la gallina padovana.

Altro che Mike “il pollo senza testa”

Ora, che ci siano polli che sanno fare di conto è una notizia bellissima: è dai tempi di Mike il pollo senza testa, che sarebbe vissuto 18 mesi decapitato dal signor Lloyd Olsen di Fruita nel 1945 (e che avrebbe generato più epigoni e complotti della teoria delle scie chimiche), che si attende il riscatto del pollo e di tanta parte del genere umano accusato di possedere un cervello da gallina. Tuttavia, in che senso sapere di addentare un chicken burger livello “giochi di Archimede” dovrebbe sollevarci la coscienza rispetto a nutrirci grazie al collega delle serali?

Quando in Germania avanzò la legge per vietare l’uccisione dei pulcini maschi, un sondaggio rilevò che solo tre tedeschi su dieci riteneva fosse peggio abortire un bambino rispetto a sminuzzare un pulcino maschio d’allevamento, insomma meglio un uovo oggi che un bambino domani. Quando pochi mesi dopo morì a Monza solo come un cane un poveruomo affetto da “animal hoarding” (cioè accumulo compulsivo di animali) la notizia diventò che solo la morte lo aveva salvato da una denuncia: «Ora i suoi polli sono al sicuro».

Si capisce quindi che nessuno voglia produrre polli stupidi, ma che nessuno voglia farlo per poterli mangiare da bravo umano, senza sensi di colpa, dopo una lunga vita piena di sviluppo cognitivo, ha meno senso del pollo che attraversa la strada e per 150 anni si ingegna: con la catapulta, il tunnel, la catena umana di polli, ma una volta attraversata la strada sempre lì finisce, fritto da Kfc o simili. Però sapeva contare fino a quattro.

Foto Ansa

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