
Preti out
Il meeting dei vescovi americani, svoltosi a Dallas settimana scorsa, ha approvato un progetto che prevede la rimozione dal sacerdozio attivo per qualsiasi prete che si sia reso colpevole del reato di abusi sessuali ai danni di minori, non importa quanto tempo sia trascorso dal crimine, né le circostanze, né quante volte lo abbia commesso. Ad esempio: a un prete settantenne in pensione, cappellano di una casa di riposo, colpevole di aver avuto un rapporto sessuale con un minore 30 anni fa e mai più ripetuto, sarà intimato di non presentarsi più come sacerdote, né celebrare Messa o svolgere qualsiasi altro gesto legato alla vita sacerdotale, per il resto della sua vita. Questa punizione non corrisponde ad un’espulsione canonica dal sacerdozio, poiché i singoli vescovi non hanno autorità per ordinarla (lo può fare soltanto Roma). I preti incriminati resteranno perciò a carico della diocesi che continuerà a pagare loro l’alloggio e lo stipendio, ma non potranno mai più svolgere le funzioni di sacerdote. Tuttavia anche questo non è sembrato abbastanza alle vittime d’abusi sessuali che hanno chiesto giustizia ai vescovi. Le quali, in sintesi, volevano che i preti incriminati fossero gettati in mezzo ad una strada – e i sondaggi rivelano che la maggioranza dei cattolici americani sta dalla loro parte.
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