
Primarie Pdl il 16 dicembre. Di partito, aperte e non saranno “un congresso mascherato”
Intesa raggiunta nel Pdl per le primarie del 16 dicembre 2012. È Roberto Formigoni a sintetizzare su Twitter uscendo da via dell’Umiltà: 1) primarie fissare per il 16 dicembre; 2) saranno primarie di partito e non di coalizione; 3) i candidati dovranno presentare almeno 10mila firme di cittadini raccolte in almeno 5 regioni.
NON SARÀ UN CONGRESSO MASCHERATO. Conto alla rovescia, dunque, per le primarie del Pdl. Confermata la data del 16 dicembre 2012. «Saranno primarie di partito e non di coalizione», spiega Formigoni oggi a Roma. Dunque, serviranno per individuare la premiership e non per scegliere il leader di partito. Non sarà – puntualizza Formigoni – «un congresso mascherato».
VINCE CHI AVRÀ PIÙ VOTI. A vincere la competizione sarà chi riporterà più voti e non andrà al di sotto di una soglia minima, tra il 30 e il 40 per cento. «Altrimenti si andrà al doppio turno».
PRIMARIE APERTE, CONTRIBUTO DI 2 EURO. Le primarie saranno aperte a tutti. Chi voterà dovrà sottoscrivere un documento sui valori fondanti del Ppe e rispettarlo, versando un contributo simbolico (molto probabilmente di due euro). «Si sta andando – ha aggiunto il governatore uscendo dalla sede nazionale del Pdl – verso delle elezioni aperte ma con delle garanzie: chi voterà dovrà sottoscrivere un documento di valori e versare un contributo di 2 euro».
CANDIDATURE CON 10 MILA FIRME. Per candidarsi ci vorranno 10 mila firme, raccolte in almeno cinque regioni. Ogni candidato dovrà ottenere almeno 2 mila firme in ogni regione e le Regioni devono essere cinque.
tratto da www.formigoni.it
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3 commenti
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Primarie che rischiano di essere lettera morta. Il PDL è finito,non l’hanno ancora capito?
Ancora una volta, nonostante le sembianze, una operazione di partito, verticistica.
La democrazia parte dal basso non dall’alto. Quindi la strada segnata da alcuni congressi locali è sbagliata nel metodo. Anche nel PDL Il centro devono essere le persone e non le coalizioni pre-costituite. Basta guardare come si sono svolte le elezioni del gruppo PDl nella provincia di Milano: vari gruppi senza attinenza con la base; candidati di partito; il più sconosciuti agli elettori; senza un impegno almeno alla legalità (infatti alcuni sono già inquisiti in una delle centinaia “inquisizioni” dei giudici di turno).
Un processo popolare e democratico parte da uno che si pone in dialogo diretto con i potenziali elettori, giurando pubblicamente sulla propria rettitudine (passata e futura), rendendosi disponibile ad essere giudicato e ad elaborare un programma condiviso con i potenziali elettori. Questo vale sempre, per qualunque tipo di candidato, dal delegato di partito al candidato premier.
E’ solo un sogno democratico?
“Chi voterà dovrà sottoscrivere un documento sui valori fondanti del Ppe”.
Bè, ma allora Berlusconi non potrà votare.