
Per le ragioni opposte al Fatto, a noi il discorso di Soro sulle intercettazioni è piaciuto
«Il bilanciamento tra libertà di stampa e dignità della persona è condizione essenziale per una società libera, democratica e pluralista». Lo ha detto ieri il Garante per la Privacy, Antonello Soro. Nel discorso sulla relazione annuale dell’autorità che vigila sulla protezione dei dati personali, Soro ha parlato della possibilità che si prospetti un futuro dominato da una sorta di Grande Fratello. In particolare si è soffermato sui pericoli del web e sulla necessità di tutelare il diritto alla riservatezza, messo alla prova dall’uso delle nuove tecnologie.
Nel mirino di Soro ci sono gli Stati nazionali che violano la privacy dei comuni cittadini per presunte questioni di sicurezza (come ha recentemente portato alla luce il caso americano Prism), i colossi informatici che sfruttano i dati personali degli utenti sul web per pubblicità e commercio, e infine i media che pubblicano informazioni di indagini coperte dal segreto d’ufficio (questione che oggi ha sollevato le ire del Fatto, che ha ricominciato la lagna sul “bavaglio” alla stampa).
INTERCETTAZIONI. «La pubblicazione di atti di indagine deve rispondere a finalità di interesse pubblico e non a tensioni voyeuristiche – spiega Soro nel suo discorso – nella consapevolezza che non tutto ciò che è di interesse del pubblico è necessariamente di pubblico interesse». «Ciò vale soprattutto per le intercettazioni, risorsa investigativa fondamentale, insostituibile, che andrebbe gestita con molta cautela: per evitare fughe di notizie – che, oltre a danneggiare le indagini, rischiano di violare la dignità degli interessati – e per evitare quel “giornalismo di trascrizione” , ovvero prendere le soffiate e pubblicarle così come sono, che finisce, oltretutto, per far scadere la qualità dell’informazione».
«Proprio per favorire un giornalismo maturo e responsabile – prosegue il Garante – consapevoli dell’importanza che le fonti di auto-regolamentazione assumono nell’introiezione di canoni deontologici, intendiamo promuovere una riflessione sul possibile aggiornamento del codice dei giornalisti, al fine di coniugare al punto più alto diritto di cronaca e dignità della persona».
Soro si aspetta che questa possa essere una strada meno divisiva «e forse più concludente» rispetto alle leggi che si è tentato di varare nelle scorse legislature. «Per garantire il più possibile le parti processuali e i terzi coinvolti, unitamente al segreto investigativo, abbiamo avviato un’attività conoscitiva sulle procedure seguite in materia di intercettazioni dalle Procure e dai gestori incaricati». «Nelle prossime settimane adotteremo un provvedimento generale per indicare soluzioni idonee ad elevare lo standard di protezione dei dati trattati ed evitarne indebite divulgazioni».
TRASPARENZA. «Le nuove tecnologie ci hanno in parte liberato dalla tirannia dello spazio e del tempo, ma impongono anche nuove servitù – afferma il Garante – per questo ritenerle un propagatore naturale di democrazia può essere riduttivo, fuorviante e a volte persino pericoloso». La trasparenza in un regime democratico «non vuol dire necessariamente riversare in Rete tutto il contenuto di un provvedimento amministrativo, perché possono esserci informazioni non rilevanti ai fini del sindacato democratico ma pregiudizievoli, in modo irreparabile, per la dignità della persona interessata».
«Nell’epoca della connessione continua – prosegue Soro – si diffonde il mito della trasparenza assoluta che elimina ogni opacità. Internet dilata la richiesta e la pretesa di essere informati, in nome del principio per cui nulla dovrebbe sfuggire alla comunità».
«Questo non toglie – precisa – che chi ricopre cariche pubbliche, in particolare se elettive, non potrà esigere la stessa tutela del cittadino comune, almeno rispetto a tutte quelle informazioni funzionali al sindacato (anche diffuso) sull’esercizio del mandato». Tuttavia questo non significa perdere i suoi diritti di cittadino, fra i quali la privacy.
USO COMMERCIALE DEI DATI. «Sempre più rilevante – prosegue Soro – è la tutela che il Garante è chiamato ad assicurare al cittadino-consumatore rispetto al potere del mercato e al tentativo di raccogliere informazioni per ricostruire profili ed abitudini e condizionare le scelte economiche».
«La protezione dei dati si pone allora come garanzia per scongiurare il pericolo che le nuove tecnologie, anche quando capaci di semplificare la vita, diventino strumenti perversi, fondati su un uso spregiudicato dei dati personali che alimenta una vera e propria “economia”, basata sullo sfruttamento commerciale delle informazioni».
«Nel mondo globalizzato si confrontano una moltitudine di individui che quotidianamente alimentano il mercato dei dati, ed un numero ridotto di soggetti di grandi dimensioni». Colossi del web, afferma il Garante, che trattano «alla pari con gli stati» e che dominano la rete in specifici ambiti «come Google fra i motori di ricerca, Facebook fra i social network, Amazon fra le vendite on-line», aziende che esercitano «la propria attività in posizione pressoché monopolistica» e che concentrano «indisturbato, l’oceano di informazioni che circolano in Rete».
«La profilazione sempre più raffinata e la progressiva combinazione dei dati immagazzinati permette già oggi e lo consentirà in misura crescente di orientare la produzione dei beni secondo l’aspettativa dei consumatori», avverte Soro.
INSULTI VIA WEB E DIRITTO ALL’OBLIO. Secondo Soro, occorrerebbe limitare la percezione che la rete sia uno spazio dove non vige la legge, cercando di sanzionare «gli illeciti (tutt’altro che di opinione!) che rischiano di rendere la Rete, da potente strumento di democrazia, a spazio anomico dove si può impunemente violare i diritti».
Il Garante sottolinea anche l’importanza del “diritto all’oblio”, alla eliminazione o all’aggiornamento di alcuni dati personali, che sono reperibili in rete, pur essendo informazioni sorpassate che forniscono una descrizione parziale e limitata dei soggetti coinvolti. «In questa ottica, il Garante da tempo richiede agli archivi telematici dei quotidiani di sottrarre notizie non più attuali, e ritenute dall’interessato pregiudizievoli, dall’indicizzazione dei motori di ricerca generalisti ovvero di adottare accorgimenti per segnalarne eventuali aggiornamenti».
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