Tra avvocati e processi, il caso Stamina è già costato un milione di euro agli Spedali Civili di Brescia

Di Redazione
28 Maggio 2014
Giudici che permettono i trattamenti, giudici che li vietano. È il caos e nuove cause si profila all'orizzonte. Intanto la biologa di Stamina farà le infusioni solo se non incorrerà in «nessuna responsabilità civile e/o penale»

In questi giorni si parla di Davide Vannoni a proposito del suo flop elettorale. Il volto pubblico del metodo Stamina si è infatti presentato alle elezioni Europee con la lista Io Cambio – Maie che però non ha superato lo sbarramento, raccogliendo solo lo 0,18 per cento dei consensi a livello nazionale. Vannoni, che pure era capolista nella circoscrizione meridionale e insulare e secondo in lista nelle circoscrizioni nord-occidentale, nord-orientale e centrale, ha avuto solo le 2118 preferenze.

STAMINA SI’, STAMINA NO. La notizia ne ha oscurata una ben più importante di cui dà conto oggi Avvenire. Ieri, un giudice di Marsala, raccogliendo il reclamo presentato dagli Spedali Civili di Brescia, ha deciso che i trattamenti su un bambino (Gioele, di due anni, a cui in aprile era stato dato il nulla osta per le cure) dovessero essere interrotti. Ma nello stesso giorno, un giudice di Ragusa ha disposto che i trattamenti dovessero continuare su un’altra bambina. Non solo. Secondo l’ordinanza il direttore sanitario di Brescia, Ezio Belleri, è stato nominato «ausiliario del magistrato» e dovrà trovare, in cinque giorni, dei medici disposti a procedere.

E’ IL CAOS. Ricapitolando. Il ministero ha bloccato le infusioni nominando un Comitato che ancora non si è pronunciato. Diversi tribunali si esprimono in maniera diametralmente opposta. I genitori protestano per l’impasse e minacciano nuove cause. I medici invocano l’obiezione di coscienza. L’ospedale non sa che fare, soprattuto Belleri che, non essendo medico, non può nemmeno invocare l’obiezione di coscienza. Intanto a Torino prosegue il processo a Vannoni per tentata truffa. Insomma, è il caos.

UN MILIONE DI EURO. Belleri, intervistato da Avvenire, aggiunge altri particolari interessanti. Finora l’ospedale, tra avvocati e processi, ci ha già rimesso un milione di euro. Soldi che «non sono stati tolti a nessuno», ma che, soprattutto in tempi di crisi, avrebbero potuti essere spesi in cure, anziché in avvocati.
Il problema, spiega Belleri, è che nessuno sa che cosa fare. «Ho messo in mano ai nostri legali l’ordinanza che ho ricevuto oggi (ieri,ndr) dal tribunale di Ragusa e aspetto che mi diano indicazioni su come procedere. Le decisioni dei magistrati nuovamente ci mettono in difficoltà sul piano operativo». L’aspetto “curioso” della vicenda è che «la stessa biologa di Stamina, la dottoressa Molino, si è messa sì a disposizione per procedere alla preparazione delle infusioni ma – e leggo la comunicazione scritta che mi ha inviato qualche settimana fa – “perché e purché io non debba incorrere in nessuna responsabilità civile e/o penale”».

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