Provocazione? Basta uno scivolo

Di Fabio Cavallari
30 Agosto 2002
“Quando una provocazione è costruttiva, la legalità può attendere”

In politica la provocazione può manifestarsi in una duplice versione. Il più delle volte è semplicemente una stupida e spocchiosa esibizione di supponenza nella quale il cattivo gusto primeggia indisturbato, in altri casi, invece, si esplicita in una geniale dimostrazione tesa a stimolare la coscienza pubblica e popolare. Può essere iscritta in quest’ultima descrizione la provocazione che il collettivo RedAzione ha messo in atto a Luino (Va).
In una sorta di coinvolgimento popolare ci siamo sostituiti alle Istituzioni nell’opera di abbattimento delle barriere architettoniche. Come in tantissime cittadine di provincia tale problema è irrisolto da anni. Così dopo numerose documentazioni, appelli e richieste, visto il nulla di fatto, abbiamo deciso di agire in prima persona. Se per alcuni adattamenti i costi si potevano considerare onerosi e la realizzazione problematica, per altri sarebbe bastata un po’ di buona volontà. Proprio in un giardinetto pubblico antistante il Palazzo Comunale l’assenza di un banale scivolo impediva da anni l’accesso ai disabili in carrozzina. Muniti di cemento, attrezzi del mestiere e con tanto di progetto abbiamo inscenato la costruzione dell’opera. Non mancavano i cartelli indicanti i responsabili dei lavori, il progettista, i costi, i tempi di esecuzione e il collaudatore con carrozzina. Il Sindaco richiamato dall’inconsueto assembramento di cittadini, che assistevano partecipi ai lavori, è stato costretto a prendere atto della provocazione.
Presente la stampa locale, invece di richiamarci all’ordine per l’occupazione abusiva del suolo pubblico, si è impegnato saggiamente a realizzare entro due mesi lo scivolo necessario. Senza voler oltremodo esaltare il risultato ottenuto, quando una provocazione è “costruttiva” e le finalità sono “nobili”, anche la legalità è disposta a farsi da parte, soprattutto quando un atto simbolicamente provocatorio serve a ripristinare un diritto sospeso.

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