
Quagliariello: «Amnistia anche per Berlusconi. Nel centrodestra meglio due partiti che litigio permanente»
Amnistia e indulto riguardano tutti i cittadini, anche Silvio Berlusconi. A dirlo è Gaetano Quagliariello, ministro delle Riforme, intervenendo alla trasmissione “Faccia a faccia” su Radio 24. Smentendo la collega guardasigilli Annamaria Cancellieri, Quagliariello ha detto che «le sue parole sono state male interpretate. Penso che nessuno possa ritenere che una legge possa non essere applicata a un solo cittadino».
Rifacendosi a quanto dichiarato dal presidente della Repubblica, il ministro ha proseguito: «Giorgio Napolitano ha detto che amnistia e indulto è una parte della più generale riforma della giustizia che va subito messo all’ordine del giorno del governo, stiamo lavorando per arrivare ad conferenza congiunta in cui riforma dello stato e riforma della giustizia sono due aspetti della stessa medaglia. “Si devono fare entro maggio, questi sono i tempi europei”. Quando cioè scadrà l’anno concesso dalla Cedu all’Italia per porre rimedio al sovraffollamento carcerario». Alla domanda su Napolitano e sul potere che si trova a esercitare ormai da anni nel quadro politico, il ministro per le Riforme ha risposto: «La figura del presidente della Repubblica riempie il vuoto lasciato da altri, dai partiti, nelle istituzioni è il mio punto di riferimento, mentre Berlusconi è il mio punto di riferimento partitico».
Ma sul Messaggero Luciano Violante torna a negare che un provvedimento di clemenza possa riguardare il Cavaliere: «Per aiutarlo bisognerebbe congegnare l’amnistia e l’indulto in modo tale da cancellare tanto le pene accessorie, cioè l’interdizione dai pubblici uffici, quanto gli effetti penali e cioè la decadenza e la incandidabilità».
BERLUSCONI E ALFANO. Quagliariello, che secondo la semplificazione giornalistica, è una delle “colombe” del Pdl, si è anche detto sicuro che il centrodestra possa vincere le elezioni del 2015, anche spacchettando il popolo della libertà in due diversi partiti: «Meglio due partiti che un litigio permanente, ma speriamo di evitare anche il litigio nello stesso partito». Se così fosse, «l’unico leader del centrodestra che può convivere con Berlusconi è Alfano, ma se se lo conquista dall’esterno. Penso che i due non siano incompatibili. Ce lo ha insegnato Berlusconi, le battaglie non le ha mai fatte dentro il partito, il centrodestra è diventato maggioritario fuori».
Un’idea che piace a Fabrizio Cicchitto: «Berlusconi può sciogliere tutti i nodi, qualora proponesse in modo esplicito il binomio con Alfano in un quadro di rinnovata unità. Altrimenti, e lo dico a malincuore, meglio avere due partiti, uno moderato l’altro movimentista, federati fra loro e con altri movimenti del centrodestra che non un partito bloccato da una conflittualità cieca».
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