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Quando finirà questo odio

Di Leone Grotti
26 Aprile 2024
Intervista alla docente araba, cristiana e israeliana Totry-Jubran: «Israele ha diritto di difendersi, ma a Gaza è andato ben oltre. Due popoli e due Stati? Soluzione difficile. Nessuno si fida dell’altro»
Un bambino palestinese guarda lontano dalla sua casa distrutta da un raid israeliano nel sud di Gaza
Un bambino palestinese guarda lontano dalla sua casa distrutta da un raid israeliano nel sud di Gaza (Ansa)

Manal Totry-Jubran vive ad Haifa, nel nord di Israele, come tanti altri arabo-israeliani. Però non ama definirsi così. «Io sono una palestinese-israeliana» precisa, rivendicando la ricca e complessa identità della sua famiglia. Docente di Diritto costituzionale alla prestigiosa università Bar-Ilan, madre di tre figli, Totry-Jubran fa parte di una minoranza nella minoranza perché è cristiana. Pur non essendo una donna religiosa, l’anno scorso, per la prima volta dopo tanti anni, ha scelto di tornare a Messa il giorno di Natale. Cercava disperatamente «una parola di tolleranza e perdono», non ne poteva più di sentire in televisione, in Parlamento o per strada «discorsi di odio, vendetta e distruzione». La guerra scatenata da Hamas con il massacro del 7 ottobre e la terribile risposta di Israele, che sta trasformando Gaza in un cumulo di rovine, martoriando la popolazione palestinese, ha stravolto il paese. «L’ambiente in Israele è diventato tossico, intollerabile», racconta la docente in...

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