Intervista alla docente araba, cristiana e israeliana Totry-Jubran: «Israele ha diritto di difendersi, ma a Gaza è andato ben oltre. Due popoli e due Stati? Soluzione difficile. Nessuno si fida dell’altro»
Un bambino palestinese guarda lontano dalla sua casa distrutta da un raid israeliano nel sud di Gaza (Ansa)
Manal Totry-Jubran vive ad Haifa, nel nord di Israele, come tanti altri arabo-israeliani. Però non ama definirsi così. «Io sono una palestinese-israeliana» precisa, rivendicando la ricca e complessa identità della sua famiglia. Docente di Diritto costituzionale alla prestigiosa università Bar-Ilan, madre di tre figli, Totry-Jubran fa parte di una minoranza nella minoranza perché è cristiana. Pur non essendo una donna religiosa, l’anno scorso, per la prima volta dopo tanti anni, ha scelto di tornare a Messa il giorno di Natale. Cercava disperatamente «una parola di tolleranza e perdono», non ne poteva più di sentire in televisione, in Parlamento o per strada «discorsi di odio, vendetta e distruzione». La guerra scatenata da Hamas con il massacro del 7 ottobre e la terribile risposta di Israele, che sta trasformando Gaza in un cumulo di rovine, martoriando la popolazione palestinese, ha stravolto il paese. «L’ambiente in Israele è diventato tossico, intollerabile», racconta la docente in...