
Quando Putin scomodò Prodi per il Perlè
Al vertice italo-russo di Bari, Vladimir Putin e il premier Romano Prodi hanno brindato con Ferrari Perlè e concluso il pasto con la Segnana Solera. Era l’estate del 2001 quando il presidente russo li assaggiò rimanendone estasiato al punto da indurre Prodi, allora presidente della Commissione Europea, a chiedere al numero uno di casa Ferrari, Gino Lunelli, di inviare al leader russo una cassa del suo spumante. Qualche giorno dopo da Trento partiva una cassa indirizzata a “Sua Eccellenza Vladimir Putin, Palazzo del Cremlino, Mosca”. Le bottiglie però non riuscirono mai a raggiungerlo. Il motivo? La legge della Federazione non prevede per gli alcolici provenienti dall’estero la consegna a domicilio: è il destinatario che deve ritirarli personalmente alla dogana. «Quando ho detto a Prodi che la cassa era là, ferma all’aeroporto di Mosca, c’è stato poco da fare – racconta Lunelli- me la sono fatta rimandare indietro, lei e la lettera in cirillico di Prodi che la corredava. Adesso ho istruito mio nipote Matteo: la prossima volta a Bari vedi di farti accreditare, così la bottiglia la metti direttamente nelle mani di Putin. Non dimentichiamoci che la Russia è il terzo paese produttore di champagne, dopo Germania, Francia e prima dell’Italia».
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