Quel vegetariano di Hitler

Di Valenti Francesco
28 Luglio 1999
Ecologismo e scientismo? Nel nome del padre Göring, del figlio Lysenko e dello spirito del dottor Gebhardt

Ogni totalitarsimo ha usato la scienza come presupposto filosofico del proprio potere o delle più inverosimili e tragiche applicazioni delle proprie teorie. Non si dimentichi, ad esempio, che non fu Hitler a elaborare una teoria della razza basata sulla superiorità dell’uomo ariano, ma che essa proviene dall’etnologo Joseph Arthur Gobineau, attraverso Vacher de Lapouge. Un sano ecologista, su basi scientifiche, come Hermann Göring vietò la vivisezione degli animali per i medesimi motivi logici di purificazione della vita per cui decretò la soppressione di migliaia di malati mentali, di paralitici e di neonati lmalformati. Non c’è lager nazista nel quale non siano stati compiuti esperimenti scientifici sui corpi dei detenuti da medici e biologi come il dottor Karl Gebhardt, cui era affidato il lager di Ravensbruck. Essi volevano un posto nell’album del progresso e perciò operavano persone sane alle gambe e al cervello. Così, la direzione generale dei gulag sovietici era affidata ai migliori tecnici che poterono utilizzare manodopera in condizioni estreme di affaticamento e gelo tali che arrecavano da sole migliaia di morti. D’altra parte, ancher chi non finiva nel gulag poteva subire i guai delle teorie scientifiche applicate. Il celebre biologo Trofim D. Lysenko convinse Stalin della validità delle sue teorie sul grano primaverile che furono una delle principali cause delle carestie degli anni ’30 e della conseguente morte di milioni di persone.

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