
Quelli che… Blatterano
Il colonnello Joseph Blatter non mi sta simpatico. Forse perché è svizzero, forse perché è il presidente della Fifa e diffido di tutte queste congreghe con sede e conto in banca sotto la bandiera con la croce rossa.
Blatter è quello che show must go on. Blatter è quello che «le maglie non si tolgono più, neanche per festeggiare». Blatter è quello «Byron Moreno è bravissimo» e poi, passata la festa e “gabbato lu santo”, lo squalifica.
Blatter è quello che si è fatto eleggere coi voti dell’Oceania, promettendo un posto in più al Mondiale e poi ciccia.
Però che differenza c’è tra lui e i nostri governanti del pallone?
Nessuna, sono uguali: più che a migliorare la vita di quelli che giocano (vedi Foe) e di quelli che guardano (tutti noi), pensano ai loro affari. Che c’entra Galliani con il caro vecchio football? Vi ammollo questa domanda epocale mentre spalmate di crema la cutrettola fuori ordinanza che vi siete portati a Porto Cervo o rincorrete i marmocchi sul bagnasciuga di Riccione.
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