«Quello che per qualcuno è un terrorista per altri è un combattente per la libertà», ricorda il manuale di Al Jazeera

Di Redazione
31 Gennaio 2015
Il network del Qatar ha inviato ai suoi giornalisti di lingua inglese le direttive "islamicamente corrette" per parlare di jihad e terrorismo senza offendere nessuno

isis-iraq

Sta suscitando una certa eco almeno tra i siti di informazione anglosassoni l’ordine di servizio che secondo il National Review sarebbe stato ricevuto nei giorni scorsi dai giornalisti di Al Jazeera English in merito all’uso di parole come “terrorista”, “jihad” e “islamista”. L’email, sempre secondo la ricostruzione del giornale americano, sarebbe stata inviata ai cronisti in lingua inglese del network qatariota da un dirigente di nome Carlos van Meek, e basta una rapida lettura per capire perché abbia suscitato tanto scalpore.

al-jazeera-terrorismoCOME LA BBC. Van Meek, scrive nel suo articolo Brendan Bordelon, è intervenuto come «direttore di Al Jazeera» a un seminario organizzato in Qatar dalla Northwestern University nel 2013, e nella stessa occasione è stato presentato come «l’uomo incaricato di “stabilire Al Jazeera in America”».
Il National Review sostiene che la sua direttiva sia partita martedì 17 gennaio «poco dopo la pubblicazione della notizia di un sanguinoso attacco a un hotel nella capitale libica a opera di terroristi islamici» (dell’Isis, ndr). Inevitabile tuttavia tornare con la memoria anche alla strage di Parigi e alle “correttissime” cautele linguistiche raccomandate ai suoi giornalisti da Bbc Arabic.

Ecco in una nostra traduzione il testo dell’email così come appare nel sito del National Review, neretti e sottolineature comprese:

A tutti: Noi maneggiamo le parole con attenzione qui. Per questo vorrei portare alla vostra attenzione alcune parole chiave su cui tendiamo a inciampare. Quanto segue è tratto direttamente dal nostro Manuale di convenzioni redazionali. Tutti gli organi di stampa ne hanno uno. Ne abbiamo uno anche noi. Se volete proporre correzioni, cambiamenti, critiche… per favore scrivete a Dan Hawaleshka che si occupa di aggiornare il Manuale: saranno prese in considerazione sulla base del merito. Non rispondete a tutti per favore.

ESTREMISTA – Non utilizzare. Evitare di caratterizzare le persone. Spesso bastano le azioni a farlo, agli occhi dello spettatore. Si può scrivere “gruppo violento” se stiamo parlando di Boko Haram che accetta di negoziare con il governo. In altre parole, se stiamo parlando di un gruppo violento che balza alla cronaca per una ragione non-violenta.

TERRORISMO/TERRORISTA – Quello che per qualcuno è un terrorista per qualcun altro è un combattente per la libertà. Non utilizzeremo questi termini a meno che non lo faccia una fonte/persona.

ISLAMISTA – Non utilizzare. Continueremo a descrivere gruppi e individui parlando delle loro azioni passate e dei loro attuali obiettivi per dare agli ascoltatori il necessario contesto, anziché utilizzare un’etichetta semplicistica.

NOTA: Naturalmente molti dei nostri ospiti utilizzeranno la parola “islamista” nelle loro risposte. Non c’è alcun problema a includere queste risposte nei vostri pezzi. La parola non è messa al bando.

JIHAD – Non utilizzare il termine arabo. In senso stretto “jihad” significa una lotta spirituale interiore, non una guerra sante. Tradizionalmente non è un termine negativo. Indica anche una lotta per difendere l’islam dalle cose che lo sfidano. Di nuovo: è un termine arabo che non utilizziamo. 

COMBATTENTI – Non utilizziamo parole come “militanti”, “radicali”, “insorti”. Ci atterremo a “combattenti”. Tuttavia l’uso di questi termini è consentito quando si citano altre persone che li usano.

MILITANTE – Possiamo utilizzare questo termine per designare individui che promuovono lo scontro o metodi violenti per il sostegno di cause politiche o sociali. Per esempio, possiamo utilizzare questo termine per designare l’omicida di massa Andres Behring Breivik o il bombarolo di Oklahoma City Timothy McVeigh. Ma attenzione: non lo utilizzeremo per designare un gruppo di persone, come per esempio “militanti” o “gruppi militanti” eccetera.

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9 commenti

  1. Sergio

    Il prossimo passo sarà di non pubblicare più notizie su Isis o Boko Haram…censura completa, come ai tempi del nazifascismo.
    Anche nei nostri tg si comincia a percepire grande ‘attenzione’ nel non offendere l’islam.
    Che bel futuro ci aspetta grazie all’incapacità dei nostri politici di saper riconoscere un problema…

    1. Filippo81

      I politici occidentali conoscono il problema, è che si sono venduti per cui fanno gli gnorri,Quest’ atteggiamento di connivenza e supporto morale malcelato nei confronti del fondamentalismo islamico è un reato gravissimo, spero che un giorno ancor prima della Giustizia Divina, sia quella umana a fare pulizia !

  2. Ale

    Loro continuano a “venerare” un libro dove si invita ad “uccidere, uccidere ed uccidere” ripetuto e ribadito in tante Sure ed è impossibile capire se questo libro vada interpretato alla lettera, visto che i puristi dicono di no ovvero che va preso alla lettera , mentre chi dice di no, ovvero che deve essere interpretato, come fanno gli intellettuali musulmani italiani poi è tedioso nelle spiegazioni, almeno quelle che ho letto. Ovvero faccio notare che le “interpretazioni corrette” di uno dei musulmani “moderati” , spesso presente nelle tv , sono lunghe e di difficile comprensione. Per cui penso che un analfabeta difficilmente presterebbe la giusta attenzione senza perdersi..invece gli inviti di altri ad “agire, agire, agire..” sono più immediati e di maggior impatto soprattutto per gente che si sente vittima del mondo e che è arrabbiata con tutti. Quindi noi “dobbiamo essere politicamente corretti” ed usare termini quali combattente per i propri ideali e loro “possono venerare un libro dove si invita ad uccidere a più riprese” andando palesemente contro le costituzioni di tutti i paesi occidentali. L’invasione è in atto. Obama non ha un padre e fratelli musulmani?! I soldi dell’Arabia Saudita hanno comprato buona parte dell’occidente e l’IS prima di “sfuggire” al controllo (?!) era un esercito di guerriglieri per liberare dai dittatori, Gheddaffi e Assad.

  3. Enrico

    Nel nostro piccolo anche in Italia esiste una Jihad mediatica che consiste nell’imporre ai giornalisti un linguaggio “corretto” quando si affrontano certi argomenti. Come ad esempio le adozioni gay, compravendita di uteri e bambini, corruzzione (che fine ha fatto Penati?), fosse Ardeatine sì-via Rasella no, exfascisti si-excomunisti no, memoria sul nazismo-amnesia su comunismo, ecc. ecc. ecc.

  4. Filippo81

    Stiano tranquilli quelli di Al Jazeera, ormai anche i sassi hanno capito come la pensano e da che parte stanno….

  5. Alessandro92

    Mi ricorda quelli che si rifiutano di usare il termine “Stato Islamico preferendo l’acronimo “daesh”… peccato che in arabo da’ish sta per dawla al-islamiyya (Stato islamico)! Comunque questa illusione di offerte l’informazione neutra e scevra di giudizi di parte è sia inutile che dannoso perché rischia progressivamente di legittimare le posizioni di questi gruppi. Non vedo ad esempio perché non si dovrebbero utilizzare termini come “estremista” o “insorti” che descrivono una situazione di fatto.
    Comunque certe posizioni sono comprensibili ad esempio sul terrorismo: è un termine abusato è difficile da definire. Anche un bombardamento aereo su una città diffonde terrore e miete vittime civili (come ogni guerra d’altronde).

    1. Menelik

      Io ho imparato a chiamarli daesh anziché isil (tutto rigorosamente minuscolo mentre i Curdi e lo YPG sempre maiuscolo), da un video diffuso qui da Tempi, tratto da una emittente televisiva Curda, in cui degli attori travestiti da terroristi daesh prendevano in giro appunto i daesh. Il testo è in lingua Curda sottotitolato, e l’unica parola che ho riconosciuto è daesh, il resto….come cinese.
      Se i Curdi chiamano i terroristi dell’isil col nome di daesh, anch’io li chiamerò così.

      Comunque, terroristi o no, resta il fatto che:
      1) i daesh sono fautori della schiavitù LEGALE ED ISTITUZIONALIZZATA delle donne giovani “infedeli”, cioè tutte quelle che non la pensano come loro, ed in questo sono come i pirati saraceni del medioevo
      2) i daesh trucidano quelli che hanno la sventura di cadere vivo nelle loro mani, in modi truculenti, mentre i daesh che cadono vivi nelle mani dei guerrieri Curdi, o sono fatti prigionieri e trattati bene, o vengono eliminati subito in modo indolore, dunque i terroristi daesh e i guerrieri Curdi sono separati da un abisso nei riguardi dell’umanità che deve essere presente anche in guerra
      3) i daesh sono terroristi invasori, mentre i guerrieri Curdi difendono la loro terra, la loro cultura, la loro storia.
      In sostanza, i terroristi daesh sono la rappresentazione del Maleentre i guerrieri Curdi combattono coraggiosamente una guerra GIUSTA di AUTODIFESA, e facendo questo fanno un favore inestimabile a tutto il mondo occidentale che non dovrebbe mai smettere di ringraziarli e rifornirli, se tra noi CI FOSSE onestà e serietà, e non politicanti voltagabbana, buffoni e pagliacci, smidollati privi di morale.
      Che Dio renda onore e gloria ai Peshmerga !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

      1. Raider

        Sottoscrivo dall’iniziale maiuscola alla sfilza finale di esclamativi, Menelik.

      2. Alessandro92

        Può chiamarli come vuole d’altronde ne hanno tanti di nomi isis, isil, da’ish, Is si… io per comodità li chiamo come chiedono di essere chiamati “Stato Islamico” come le “Brigate Rosse”. Quando ho scritto il commento pensavo a quanti usavano questo termine per non dire “islamico” e insultare l’Islam o i musulmani, non sapendo o fingendo di non sapere che nel l’acronimo c’è il termine “islamico”.
        Sono d’accordo in linea di massima

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